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Egitto, tutti gli effetti sull’economia dell’aereo precipitato

La caduta nel Sinai dell’Airbus A321 della russa Metrojet avrà effetti sull’economia dell’Egitto. L’attività turistica nel Paese cominciava a dare i primi segni di ripresa, soprattutto nel Mar Rosso. In quattro anni, dopo le rivolte della Primavera araba e la fine del governo di Mohamed Morsi, sono stati persi 4,5 miliardi di dollari. Secondo la banca francese Crédit Agricole l’Egitto ha rinunciato a circa 310 milioni di dollari al giorno. Il turismo è alla base del piano di politica economica del governo e rappresenta oggi l’11% del Pil. Il World Travel and Tourism Council evidenzia che, in Egitto, un abitante su nove lavora nel settore. Ma la decisione di Londra di bloccare i voli da Sharm el-Sheik (lasciando, peraltro, a terra 15mila cittadini britannici, che saranno riportati in Regno Unito per via marittima), è stata presa anche da altri: Easyjet, Lufthansa e altre aerolinee olandesi e ucraine hanno bloccato i voli per la località turistica egiziana.

SEGNALI DI RIPRESA

La scorsa settimana, nel programma tv Business Middle East su Euronews, è stata analizzato lo stato di salute della valuta egiziana. La Banca Centrale d’Egitto, per far fronte alla mancanza di dollari – segno di debolezza della moneta del Cairo sul mercato internazionale – ha messo in atto due svalutazioni in una settimana. L’ultimo valore di cambio ammonta a circa 8,78 sterline egiziane per ogni dollaro. Alcuni osservatori leggono la misura come uno stimolo per gli investimenti stranieri e per il turismo; altri, invece, la considerano un ostacolo per le importazioni. Ad ogni modo, la doppia svalutazione ha avuto un impatto immediato sull’inflazione e, dunque, sulla vita quotidiana degli egiziani.

IL PRESTITO DELLA BANCA MONDIALE

La Banca Mondiale ha approvato un prestito di tre miliardi di dollari al Cairo per consentirgli di sostenere l’economia nei prossimi tre anni. Non tutti credono che basteranno. Le casse dello Stato cominciano a svuotarsi: le riserve internazionali sono passate da 36 a 16,3 miliardi di dollari (secondo dati aggiornati a settembre 2015). Tuttavia per Abu Dhabi Nour Eldeen Al Hammoury, esperto di strategie di mercato, “è ancora presto per parlare di crisi economica in Egitto. La Banca centrale ha fatto come altre banche nel mondo: svalutare la moneta per cercare di sostenere le esportazioni e l’inflazione. La situazione in Egitto è ancora stabile, dopo anni di incertezza”. Dichiarazioni che sono state rilasciate a Euronews prima della caduta del velivolo della Metrojet.

INDAGINI IN CORSO

Il governo egiziano insiste nel dire che le indagini su quanto accaduto all’Airbus A321 sono ancora da approfondire. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha dichiarato alla Bbc che “la propaganda secondo la quale l’aereo è stato abbattuto dall’Isis è solo un modo per minare la stabilità e la sicurezza dell’Egitto”. Ma molti osservatori fanno notare che il deserto del Sinai, dove è precipitato l’aereo russo, è scenario di continui scontri che hanno per protagonisti lo Stato Islamico e altre organizzazioni jihadiste.

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