Telecom Italia accelera sugli investimenti, Terna si tira fuori, mentre il ruolo di Enel nella partita sulla banda larga è ancora incerto. Il progetto italiano per lo sviluppo della rete di nuova generazione sarà a breve notificato alla Commissione europea, ha detto il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi. Ma le carte sono ancora tutte in tavola.
IL PIANO DI TELECOM
Il 16 febbraio Telecom Italia ha presentato a Londra il nuovo piano industriale fino al 2018 che prevede 12 miliardi d’investimenti nel triennio in Italia, di cui 3,6 per la fibra ottica. Fra due anni, la fibra dovrà coprire l’84% della popolazione, mentre la rete mobile Lte 4G, che invece costerà 1,2 miliardi di euro, raggiungerà il 98% della popolazione. Si tratta di 2 miliardi di investimenti in più rispetto al piano 2015-2017; circa 6,7 miliardi saranno destinata al segmento più innovativo (NGN, LTE, Cloud e piattaforme, Sparkle e Trasformazione).
Il management, nel corso della presentazione agli analisti a Londra, ha sottolineato che l’obiettivo del piano è di trasformare Telecom da una telco tradizionale a una “digital telco & platform company”, costruendo un “modello di business basato su infrastrutture innovative e un eccellente servizio al cliente, che punta sempre più sulla divisione di servizi e contenuti digitali premium offerti all’interno di una piattaforma personalizzabile, fruibili ovunque e su qualsiasi dispositivo”.
LE RICHIESTE DI ASATI AL GOVERNO SU ENEL
Enel ha dato la propria disponibilità per realizzare una rete in fibra ottica dopo la consultazione dell’Agcom che ha chiesto a tutti i gestori di rete di mettere a disposizione le loro infrastrutture per accelerare il processo di digitalizzazione del Paese. La notizia che Enel, d’intesa con Wind e Vodafone, starebbe predisponendo un primo piano di posa della fibra ottica in 250 città, ha portato Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, ad auspicare che venga presto comunicato il piano del colosso elettrico sulla banda larga.
Con una lettera indirizzata al premier Matteo Renzi, al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e ad altri esponenti del Governo e del Parlamento, Asati ha chiesto che venga resa nota la percentuale della rete elettrica interrata che consente di posare i portanti in fibra, come gli operatori elettrici connetteranno la rete Tlc alle stazioni e se saranno realizzati nuovi scavi.
LA SFIDA TRA ENEL E TELECOM
La società di Starace vorrebbe legare la sua presenza nella banda larga al rinnovo del parco dei contatori elettronici, seppur nel documento sulla consultazione pubblica dell’Autorità per l’energia del 6 agosto scorso, proprio sul tema dei contatori di seconda generazione, non se ne faccia cenno.
A farlo notare è Corriere della Sera in articolo pubblicato venerdì scorso, che nel piano di sostituzione dei 32 milioni di contatori con apparati di nuova generazione, vede una possibile sfida: “Telecom, ad esempio, potrebbe essere interessata a entrare nel business della misurazione con un sistema che passerebbe dalla rete telefonica, dotando i contatori di sim. Un altro tipo di tecnologia rispetto alla plc (power line communication) utilizzata fino a oggi da Enel, in grado di garantire una misurazione corretta e la sicurezza della privacy. Per Telecom si tratterebbe di una grande opportunità di business, visto e considerato il fatto che la gara «all’ultimo miglio» per la sostituzione della rete in rame con quella in fibra ottica metterebbe in difficoltà la sua rete di distribuzione”, ha scritto il Corriere.
IL COMMENTO DI TERNA
Sul possibile coinvolgimento di Terna nei piani di banda ultralarga, l’amministratore delegato della società, Matteo Del Fante, in conferenza stampa ha fugato ogni dubbio: “Non abbiamo assolutamente accordi sulla fibra ottica. La nostra rete è la meno pregiata perché la parte che interessa agli operatori è l’ultimo miglio, dove c’è l’accesso, e noi abbiamo le grandi dorsali. Il nostro contributo ai progetti di banda ultralarga al momento non è all’orizzonte”, ha detto Del Fante.
LE PAROLE DI GUIDI
Nelle aree a fallimento di mercato si attende intanto il via libera da parte della Commissione europea. Ad imprimere un’accelerazione ha contribuito l’accordo raggiunto tra lo Stato e le Regioni circa la ripartizione degli investimenti per la realizzazione delle infrastrutture. Il progetto italiano per lo sviluppo della banda ultralarga “sarà a breve notificato alla Commissione europea. Confidiamo di ricevere il via libera definitivo in tempi rapidi”, ha annunciato il ministro per lo Sviluppo economico, Federica Guidi in question time alla Camera.
“La dimensione delle aree messe a gara sarà definita in modo da favorire la più ampia partecipazione degli operatori e il raggiungimento delle economie di scala necessarie a minimizzare i costi”, ha detto Guidi ricordando che “la partecipazione è aperta a tutti gli operatori interessati a realizzare e gestire l’infrastruttura e fornire servizi di accesso alla rete, indipendentemente dal settore industriale di riferimento (sia esso le telecomunicazioni, l’energia o altro)”.
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