Sempre più alta la tensione all’interno del Sole 24 Ore. Oggi i giornalisti del quotidiano diretto da Roberto Napoletano hanno deciso di scioperare: il sito non sarà aggiornato e domani il quotidiano cartaceo non sarà nelle edicole. La decisione dei giornalisti arriva nel giorno dell’assemblea dei soci del Sole che ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione dopo le fragorose dimissioni di alcuni amministratori a partire dall’ex presidente del Sole e di Confindustria, Giorgio Squinzi. Ma lo sciopero è indirizzato contro l’attuale presidente della confederazione degli industriali, Vincenzo Boccia, per le parole espresse ieri quando ha evocato e invocato tra l’altro un piano “lacrime e sangue” per il Sole, dunque confermando indirettamente le voci che da giorni parlano di tagli pesanti al personale, nell’ordine anche di 200-300 dipendenti. Tagli peraltro di cui si è discusso ampiamente a porte chiuse nel recente Consiglio generale di Confindustria (qui la ricostruzione di Formiche.net sulla base del verbale non pubblico della riunione privata del Consiglio confindustriale).
LE PAROLE LACRIME E SANGUE DI BOCCIA
Ma che cosa aveva detto Boccia per indurre i giornalisti del Sole a incrociare le braccia? Il Sole 24 Ore “non è in vendita” ma si avvicina un piano “lacrime e sangue”. Così Boccia, intervistato da Giovanni Minoli per Faccia a Faccia su La7, ha espresso la “volontà di avere una visione aziendalistica del Sole” e spiega: “Dobbiamo fare i conti con i conti”. Per questo, “è il momento di un piano industriale coerente con la ristrutturazione e il risanamento”, dice Boccia che, incalzato da Minoli, ammette: per dipendenti e giornalisti “si avvicinano lacrime e sangue, questa stagione è toccata a me”.
LA DECISIONE DEI GIORNALISTI DI SCIOPERARE
La risposta dei giornalisti è giunta in una lettera-comunicato all’interno dell’intervento del comitato di redazione (cdr) del Sole che è stato letto oggi nel corso dell’assemblea del Sole: “Purtroppo la leggerezza con cui abbiamo sentito parlare anche nelle ultime ore di tagli ai dipendenti, di dimezzamento del personale, di piani lacrime e sangue, non è accettabile. Non lo è per le evidenti corresponsabilità nel passato di chi se ne fa oggi portatore e perché ripropone ancora una volta la scorciatoia più facile a problemi difficili. Per queste ragioni il comitato di redazione ha deciso di proclamare un giorno di sciopero per oggi”.
L’USCITA DI DEL TORCHIO
Le tensioni fra proprietà e giornalisti arrivano sia dopo la sfiducia del direttore del quotidiano votata dall’assemblea dei giornalisti sia dopo l’uscita dell’amministratore delegato del gruppo, Gabriele Del Torchio, al termine di tensioni sempre più palesi, seppure mai dichiarate pubblicamente, tra i vertici di Confindustria e l’amministratore delegato che – dopo anche svalutazioni di poste di bilancio – ha firmato una semestrale da 49,8 milioni di euro.
I CONTI PEGGIORANO
Nel frattempo i conti del gruppo editoriale controllato da Confindustria continuano a peggiorare. Dalla relazione sui nove mesi di attività diramata venerdì scorso emerge che Il Sole 24 Ore ha chiuso i primi nove mesi del 2016 con una perdita di 61,6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 26,1 milioni del 2015. Il risultato al netto degli oneri non ricorrenti è negativo per 35,1 milioni. I ricavi sono diminuiti a 208,4 milioni (da 227,4 milioni) mentre l’Ebitda è peggiorato a -25,3 milioni (da -12,5 milioni). La posizione finanziaria netta è negativa per 33,9 milioni. Ma ancora più preoccupante il fatto che il patrimonio netto è ora arrivato a 16,4 milioni, con una diminuzione di 70,8 milioni di euro rispetto al 31 dicembre scorso. Lo stesso per la capogruppo, il cui capitale netto è ora di 18,2 milioni, al di sotto del capitale sociale di 35 milioni. L’assemblea dei soci sarà ora chiamata ad abbattere il capitale; ma nei prossimi mesi, sarà inevitabile rafforzare finanziariamente il gruppo con un aumento di capitale.
CHI SARA’ IL NUOVO CAPO AZIENDA
Ora i giornalisti attendono di conoscere il nome del nuovo amministratore delegato che prenderà il posto di Del Torchio. Il nome più gradito a Boccia è – come rivelato nei giorni scorsi dal Fatto Quotidiano e dal Giornale – quello di Franco Moscetti, già capo azienda di Amplifon che anni fa con svariate e ripetute interviste fragorose decise di uscire da Confindustria criticando natura, metodi e obiettivi della confederazione degli industriali (“Io sono uscito da Confindustria due anni prima di Marchionne – disse Moscetti l’altro – perché alla fine si anteponeva l’interesse dei club a quello del Paese”). Anche per questo nel corso di un Consiglio generale di Confindustria sono emersi alcuni rilievi sulla scelta – non ancora ufficializzata – di Boccia su Moscetti: “Si cerca un nuovo capo azienda o un nuovo socio?”, avrebbe sibilato il numero uno di Assolombarda, Gianfelice Rocca, secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net. Al di là di queste scaramucce, in Confindustria si ritiene che la nomina di Moscetti come amministratore avverrà a breve, già martedì 15 settembre, nella prima riunione del nuovo board eletto oggi.
NOMINATO IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Infatti ‘assemblea degli azionisti del gruppo Il Sole 24 Ore oggi ha nominato il nuovo Cda indicato dall’azionista di maggioranza Confindustria. Il board è composto dall’ex presidente dell’associazione degli industriali Giorgio Fossa (nuovo presidente del gruppo editoriale al posto di Squinzi), dall’altro ex numero uno di viale dell’Astronomia, Luigi Abete (presidente di Bnl-Bnp Paribas), dalla funzionaria di Confindustria Francesca Di Girolamo, che potrebbe lasciare in caso di cooptazione del nuovo amministratore delegato, dall’imprenditore genovese Edoardo Garrone, dall’ex cfo Fiat ed ex dg Rai, Luigi Gubitosi, dall’imprenditrice Pina Amarelli, da Patrizia Micucci (numero uno in Italia di Société Générale che in passato ha seguito alcune operazioni come Parmalat-Lactalis con il marito, Fabio Cané, banchiere di Intesa Sanpaolo), dal direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, dall’industriale Carlo Robiglio, dalla docente di diritto tributario alla Luiss, Livia Salvini, e da Massimo Tononi, presidente in uscita del Monte dei Paschi di Siena.
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