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Rome Summit, perché è necessario un forum economico con i giovani imprenditori italiani

Di Benedetto Delle Site

Dalla necessità di valorizzare il ruolo sociale dell’impresa nasce il Rome Summit, promosso dall’Ucid, che si terrà il 15 maggio a Palazzo Borromeo con la partecipazione dei rappresentanti giovani delle associazioni d’impresa, i vertici delle istituzioni italiane e quelli della Chiesa, con una lectio magistralis del Segretario di Stato Pietro Parolin. L’obiettivo è avviare un dialogo sulle crisi che preoccupano il nostro tempo ad un passo dall’Anno Santo del 2025. L’intervento di Benedetto Delle Site, presidente nazionale Movimento Giovani Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti)

Non c’è buona economia senza buoni imprenditori, quella dell’imprenditore è una nobile vocazione: sono parole del Santo Padre. Giuseppe Toniolo, il cui pensiero sull’economia fu fondamentale per dare forma al movimento cattolico sul finire dell’Ottocento e alla Dottrina Sociale della Chiesa, considerava giustamente gli imprenditori «prime cellule dell’organismo economico». Senza coloro i quali hanno ricevuto il talento e la vocazione di creare ricchezza attraverso l’organizzazione del lavoro, senza chi esercita le responsabilità decisive in azienda, assumendosene i rischi, la produzione e lo scambio dei beni e dei servizi non potrebbe avvenire in modo efficiente. Prescindendo, cioè, dagli imprenditori e dai dirigenti, non è possibile costruire una economia veramente all’altezza della persona umana e delle sue aspettative.

Se ci poniamo in questa prospettiva, l’idea dell’imprenditore rampante, che lavora per sé e che si afferma a scapito della società, non ha alcun punto di coincidenza né con la proposta del magistero sociale della Chiesa, né con la prassi quotidiana di tante donne e uomini d’impresa. Occorre ricordarlo per evitare che certe retoriche facciano presa. È a partire da queste premesse – dalla necessità di valorizzare il ruolo sociale dell’impresa, che il Movimento Giovani Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) intende lanciare Rome Summit, (qui il programma), che si terrà il 15 maggio, a partire dalle 16.30 e sarà ospitato a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata italiana in Vaticano, con la partecipazione dei rappresentanti giovani delle associazioni d’impresa, i vertici delle istituzioni italiane – porteranno il saluto dal vice presidente del Consiglio dei ministri Antonio Tajani al presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana – e i vertici della Chiesa, sarà infatti con noi il Segretario di Stato, S.E.R. il Card. Pietro Parolin, che aprirà i lavori con una lectio magistralis. L’obiettivo è avviare un dialogo sulle crisi che preoccupano il nostro tempo ad un passo dall’Anno Santo del 2025.

In una economia globale caratterizzata sempre meno dai volti delle persone e sempre più dall’attività di grandi fondi, capitali anonimi, sembra essersi concretizzato lo scenario contro cui è nata la stessa Dottrina sociale della Chiesa, «la libera concorrenza è stata distrutta, alla libertà di mercato è subentrata l’egemonia», scriveva Pio XI nella Quadragesimo Anno. Era il 1931, ma sono parole che a distanza di oltre novant’anni lanciano un monito ancora necessario, davanti allo strapotere di grandi gruppi finanziari, di piattaforme globali e irresponsabili, di economie che prescindono dal territorio.

Sono i grandi temi dell’economia civile italiana e di The Economy of Francesco, che sta mobilitando la gioventù attorno all’appello del Santo Padre per una economia veramente a misura d’uomo, temi che vanno però calati a terra, tradotti in buone pratiche d’azienda. Qualcuno potrebbe pensare a una economia che addirittura degli imprenditori faccia a meno. Eppure, l’Italia continua ad essere la patria di autentiche eccellenze, imprenditori piccoli e grandi che il mondo ammira per il genio e l’inventiva. Mai come oggi è attuale quanto sosteneva l’economista Joseph Schumpeter: l’imprenditore non è semplicemente un detentore di capitali (il cosiddetto ‘capitalista’), ma è innanzitutto un innovatore. Se è vero che l’imprenditore è un innovatore, ciò è doppiamente vero per un giovane imprenditore, che oggi è chiamato a trasformare modelli di business del passato e immaginarne di nuovi, infrangendo necessariamente equilibri e consuetudini.

Tuttavia, in Italia i giovani che intraprendono sono in calo e anzi a diminuire sono gli stessi giovani in circolazione come confermano i recenti dati dell’Istat, che fotografano una nazione destinata in futuro a regredire a trenta milioni di abitanti in età avanzata. È il fenomeno del “degiovanimento” della popolazione, come ricorda il demografo Alessandro Rosina, primo ad aver coniato il termine. È in atto una tendenza che rischia di avere un impatto devastante in tutti i settori della vita economica e sociale e che vede l’Italia capofila, seguita dall’Europa e dagli altri Paesi del cosiddetto nord del mondo.

È in questo scenario e intorno a questi temi che i giovani imprenditori e dirigenti di Ucid hanno voluto lanciare il Rome Summit, nella prospettiva di dare vita a un nuovo forum economico, un appuntamento periodico che abbia Roma come sede non solo territoriale, ma soprattutto come centro morale.

I giovani imprenditori sono in grado di scendere in campo con proposte vere, concrete, rivolte ai decisori pubblici di ogni livello di governo. Si tratta di proposte che nascono dall’esperienza di chi si trova a gestire direttamente un’azienda e a rappresentarne migliaia attraverso le storiche organizzazioni di rappresentanza d’impresa che hanno accettato di partecipare. Saranno con noi, i rappresentanti dei giovani imprenditori delle associazioni d’impresa più rappresentative del Paese: Riccardo Di Stefano per Confindustria, Angelica Donati per Ance, Davide Peli per Confartigianato, Andrea Sangiorgi per Confcooperative, Antonio Ieraci per Federmanager, Giovanni Gioia per Confagricoltura, Eustachio Papapietro per Confapi, Enrico Parisi per Coldiretti.

Le trasformazioni in corso nel mondo dell’economia avranno nei prossimi anni ricadute importanti in termini sociali, culturali, etici-antropologici e richiamano sempre più all’appello leadership lungimiranti capaci di governare e orientare il cambiamento, combinate alla saggezza di autentiche autorità morali che offrano una ispirazione autentica al bene comune. Questo è il tempo di coinvolgere veramente le nuove generazioni nei processi di governance.

Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) associa in Italia oltre 3.000 imprenditori e dirigenti d’azienda che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa. Associazione privata di fedeli, è emanazione diretta della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

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