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Ecco il festival dell’Umano tutto intero, per una rivoluzione antropologica della società

Il primo festival internazionale sull’Umano tutto intero, promosso dal network Sui Tetti, ha visto alternarsi per 48 ore decine di speaker del mondo sociale, culturale, politico, religioso e sindacale, promosso dal network Ditelo Sui tetti. Zuppi, Parolin,Valditara, Roccella, Sbarra, Mantovano. Proposte ai decisori per rispondere alle domande sull’uomo. Menorello: “La rivoluzione copernicana che serve alla società è solo quella antropologica”

Un nuovo patto tra scuola e famiglia, un diverso tipo di tassazione, una concezione della bellezza e della natalità che rivendichi valori e ideali, un modus di immaginare lavoro e welfare. L’umano “tutto intero” è stato al centro del primo festival dedicato all’antropos, promosso dal Forum Ditelo Sui tetti a Roma che ha visto alternarsi per 48 ore decine di speaker del mondo sociale, culturale, politico, religioso e sindacale. Un’occasione per dialogare in maniera analitica sui doveri delle istituzioni, sulle esigenze dei cittadini, soprattutto dei più fragili, e su quali strade imboccare per sanare ferite e offrire soluzioni ai problemi strutturali. Quale idea di uomo viene proposta dalla mentalità dominante e dalle sue pretese riforme legislative e istituzionali? Secondo Domenico Menorello, portavoce del forum “la rivoluzione copernicana che serve alla società è solo quella antropologica”.

Estetica

La prima risposta l’ha fornita il filosofo Stefano Zecchi, secondo cui oggi bisogna salvare la bellezza dal mondo, occorre tornare alla ricerca del vero, del bene, del bello perché il secolo appena passato ha purtroppo tolto l’idea della bellezza dal giudizio estetico. “Dobbiamo continuare a cercare una bellezza vivente, non solo quella legata al passato. L’uomo non può rinunciare alla bellezza, perché nella bellezza c’è anche la verità e l’arte racconta più di tutto. Ma rischiamo che tutto diventi soggettivo e allora si arriva al nichilismo: tutto diventa il contrario di tutto”. Per cui una bellezza deve rimanere e serve continuare a cercare una bellezza vivente: serve una educazione alla bellezza. “La vera fatica dell’uomo è fare bellezza, ovvero togliere la nostra identità da tutto ciò che è relativo e legato ad una visione nichilista”.

Scuola

Ma come legare la bellezza estetica alle esigenze educative legate alla scuola? Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, lo ha cerchiato in rosso: “Il diritto di educare spetta alla famiglia. Credo molto alla personalizzazione e a una scuola che valorizzi i talenti. Serve per questo più libertà di scelta per le famiglie”. Il riferimento è evidentemente al mondo delle scuole paritarie e più in generale all’esigenza di un buono scuola sul modello già in uso in Lombardia che attui davvero l’art. 30 della costituzione. E anticipa che a breve il governo farà un serio intervento sul consenso informato in modo che la famiglia possa anche non condividere proposte specifiche, specie sulla sessualità. Altro tema molto importante è il coinvolgimento della famiglia ad esempio sull’insegnante di sostegno, introducendo così un ruolo molto più importante per la famiglia. E aggiungo che le famiglie non sono private, così come qualcuno ha detto recentemente in modo del tutto inappropriato”.

Debito e figli

“Il debito pubblico è un problema per cui abbiamo bisogno di tanti nuovi italiani. Se riusciamo a mettere risorse sulla famiglia dobbiamo introdurre una tassazione ad hoc sulla famiglia”. Lo ha detto il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, consapevole che senza un’inversione del trend demografico non si potranno fare previsioni sostenibili. “È vero, facciamo fatica a fare interventi a favore della famiglia, perché abbiamo vincoli di bilancio noti. Ma proprio per questi vincoli abbiamo il dovere di programmare misure per le famiglie, perché quei vincoli diventeranno insostenibili in futuro. Su questo aspetto vedo che l’Europa non considera il tema demografico. Sì parla tanto d’altro ma non del primo problema : quello demografico”. Per cui il primo aspetto da analizzare tocca la tassazione della famiglia e servirà inoltre anche una riforma dello strumento Isee, tarandolo sulla realtà effettiva”.

Vita

La questione antropologica è stata accantonata, ha osservato il Segretario di Stato Pietro Parolin, perché fa venire alla luce la costitutiva fragilità dell’essere umano. “L’uomo se scende nel suo essere scopre una totale dipendenza dall’altro. Una insopprimibile esigenza di essere amato. L’uomo in fondo non è che una radicale domanda di amore. Questo dice la grandezza della vocazione dell’uomo. L’uomo senza Dio non può stare di fonte a se stesso. Quindi vediamo anche la fuga dell’uomo dalla sofferenza. Preferisce fuggire da sé”.

“Il nostro compito è difendere la vita, dal concepimento fino alla morte”, ha spiegato la viceministra del lavoro, Maria Teresa Bellucci, certa che la riforma per gli anziani sia necessaria. Dal momento che viviamo in un tempo di transizione demografica, serve pensare che un periodo della vita così lungo non può essere concepito solo come l’età della pensione. “La mera assistenza porta all’assistenzialismo e all’esclusione, alla cultura dello scarto. Vogliamo cambiare paradigma. Vogliamo dare diritto alla vita anche dentro le fragilità, perché l’esistenza anche quando è piegata è grandissima e di grande significato per tutti. Allora serve credere ad esempio nella inter-generazionalità”. E propone di dare credito formativo a quei giovani che scommettono su percorsi con gli anziani e di semplificare l’accesso ai servizi con un unico punto”.

Sul tema si è espressa anche il ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, secondo cui c’è una prospettiva che crede possibile eliminare dall’umano il senso del limite. “È l’utopia della perfettibilità. Questo si pensa possibile tramite le nuove tecnologie Che pretendono di modificare anche la genitorialità e in particolare la maternità”.

Punto di partenza del suo ragionamento è che il modo con cui ci riproduciamo è coessenziale a quello che siamo. “Soprattutto si mette in discussione l’amore per sempre, il legame per sempre. Questa tensione si origina nel legame che si forma dentro il corpo di un’altra persona e la madre, e di conseguenza il padre, sentono una responsabilità per sempre. Le nuove tecnologie e il pensiero che le usa contestano purtroppo questa umanità e contestano il corpo come parte della persona”.

Uomo e geopolitica

Secondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, l’Italia è un Paese sbagliato ed è stato sempre dalla parte sbagliata: ha vissuto il Rinascimento ma c’era comunque un’impronta di fede, ha mostrato un interesse limitato verso la Rivoluzione francese, e oggi col governo Meloni vi è l’apoteosi dell’anomalia. “Ovvero un popolo che elegge una maggioranza su un programma, poi quella maggioranza prova a essere coerente con quel voto portando avanti quel programma e si pone in controtendenza con i 12 anni precedenti dominati da governi non eletti.

Anche quando non era unita come Nazione, l’Italia era unita nella sua fede”. Ma come si legano uomo e geopolitica? Il G7 ha accertato l’importanza del Piano Matteo per l’Italia. L’eccezione è nel metodo. La Russia approccia con le armi. La Cina con una sottovalutata avanzata infrastrutturale e ideologica. Senza ritorno per le popolazioni locali.

Il riferimento del sottosegretario è ad un approccio diverso ai grandi problemi della contingenza. Il Piano Mattei, osserva, risponde ad un approccio diverso, paritario, rispetto alle Nazioni medesime identificando i progetti di sviluppo e non decidendoli a Roma o a Bruxelles, ma concordandoli in loco. “Significa guardare all’Africa con spirito costruttivo e non predatorio. Favorendo un rapporto paritario e formando le professioni, abbiamo fermato gli interventi a pioggia per progetti che lascino tracce, nella formazione, nell’agricoltura, nella cooperazione. Confidiamo che l’eccezione confermi la regola”.

L’eccezione italiana, precisa, non deve essere quella di sostenere le ong che si collocano al limite delle acque libiche, perché quel sostegno è un oggettivo incentivo ai traffici di morte. I clan criminali mettono in ginocchio troppe aree del sud del centroamerica: “L’Italia già fornisce know how per collaborare contro questa deriva, e siamo un modello ad esempio per l’Argentina. Anche nel modo di trattare le crisi internazionali l’Italia fa valere il suo tratto: penso a quanto abbiamo fatto per garantire l’energia elettrica in Ucraina e progetti per ricostruire Odessa, oppure per l’impegno congiunto per tirare fuori da quell’inferno 58 bambini feriti e 98 maggiorenni per condurli nei principali ospedali italiani”.

Lavoro

“Il tema della partecipazione dei lavoratori è essenziale all’identità della Cisl. Siamo in una potentissima fase di transizione e abbiamo esperienze di grandi aziende in cui la partecipazione ha portato poi produttività”. Così il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che propone di superare le scorie ideologiche novecentesche che vogliono contrapposti i datori di lavoro con i lavoratori. “Chiediamo una norma non precettiva ma che incoraggi la contrattazione come libere e autonome regolazioni adeguate alle realtà imprenditoriale. Pensiamo anche a possibilità consultive dei lavoratori a monte delle scelte imprenditoriali e produttive. Ovvero condividere”.

A maggior ragione il mondo del lavoro, attraversato da una potentissima fase di transizione, tecnologica, ambientale energetica, è direttamente connesso al senso antropologico in discussione. Esistono nuove professioni, per cui l’obiettivo è creare un clima positivo nelle aziende attraverso la valorizzazione della persona. “Chiediamo al parlamento una norma che valorizzi la contrattazione così come richiamato dall’ex ministro Maurizio Sacconi: le libere ed autonome relazioni sindacali. Lasciamoci alle spalle stagioni di massimalismo, liberando le relazioni sindacali e facendole diventare collaborative. Se crescerà l’impresa, daremo qualità al lavoro”.

Quali diritti?

“È totalmente irrazionale il comportamento di chi vende in modo emotivo il diritto alla morte: la bugia sta anche nelle battaglie che qualcuno porta avanti sul suicidio assistito”, ha osservato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, conscio che sulla cura alla persona non possono esserci divisioni politiche. “Lo stato laico può usare il metro della felicità, come la sofferenza di un disabile? Una follia introdurre il metro della felicità da usare per decidere chi possa suicidarsi. Torniamo sulla terra con un ragionamento serio sulle cure palliative. Osservo anche una confusione totale sul malato terminale e sul suicidio assistito. Purtroppo si vuol far passare il messaggio dell’inutilità per la società di un malato terminale”.

E aggiunge che oggi vi sono purtroppo doppioni inaccettabili alla voce sanità, come lo spreco di risorse e di personale: ciò è dovuto non alla mancanza di servizi, ma perché essi sono sparpagliati. Migliorare le liste di attesa, ad esempio, significa affrontare anche le proteste. C’è oggettiva carenza dal punto di vista infermieristico e inoltre bisognerà potenziare il territorio. “Il modello sanitario in vigore in Italia ha 40 anni di vita, inadatto ad affrontare criticità. Le cronicità devono trovare le risposte nei territori”.

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