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La passione di Maria Elena Boschi per i vestiti firmati Emilio Pucci

Da quando Maria Elena Boschi si è presentata il 22 febbraio del 2014 al giuramento del governo di Matteo Renzi davanti al presidente Giorgio Napolitano, vestita con un completo blu elettrico di Zara, lo stile dell’ex ministro per le Riforme ha sollevato apprezzamenti e critiche.

DUE GOVERNI CON ZARA

boschi

Ora ha cambiato ruolo e dicastero, ma non marchio. Il 12 dicembre Boschi è stata nominata sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri nel governo di Paolo Gentiloni e per la firma del giuramento non ha badato a scaramanzie e ha indossato un completo simile di colore nero, sempre acquistato dalla linea low cost spagnola.

Lo stretto tubino di color grigio dall’etichetta Zara che ha portato in valigia per l’incontro con il Capo gabinetto del governo di Mauricio Macri in Argentina è stato riutilizzato da Boschi nella firma dell’accordo a sostegno della tabacchicoltura italiana e per il programma Porta a Porta.

IL MARCHIO DELLE PRINCIPESSE

boschi america latina 2Le proposte di Zara, che fa parte del gruppo Indetex gestito dal miliardario spagnolo Amancio Ortega, sono tra le preferite della duchessa di Cambridge, principessa Kate Middleton, la principessa Charlotte Casiraghi e le fashion blogger Chiara Ferragni e Gala Gonzalez. Soltanto nel 2015, Indetex ha fatturato 20,9 miliardi di euro.

LA SCELTA DI EMILIO PUCCI

Ma non tutto è low cost nell’armadio della Boschi. Sebbene il ministro sembra voler rappresentare il rinnovamento generazionale, anche nella scelta degli abiti, non sembra indossare giacche, pantaloni, tubini e tailleur “da ufficio”. Quando l’occasione lo merita, Boschi sfoggia eleganti mise da sera. Per la prima di Otello all’apertura della stagione del Teatro San Carlo di Napoli era vestita con un abito lungo in chiffon di seta, con decorazioni floreali sul blu e il rosa. Il vestito, dalla scollatura importante, è della maison italiana Emilio Pucci.

Carla Fracci e Maria Elena Boschi al Teatro San Carlo

STAMPE PSICHEDELICHE 

La passione della Boschi per le particolari stampe psichedeliche di Pucci non si limita alle occasioni serali: durante la presentazione del volume Aggiornare la Costituzione di Carlo Fusaro e Guido Crainz al Senato, il ministro indossò un vestito corto del marchio napoletano. Lo stesso abito è stato utilizzato per la trasmissione Otto e mezzo de La 7.

L’ACQUISTO DA LVMH (LOUIS VUITTON) 

Le stampe di Pucci sono riconosciute a livello internazionale. E se n’è innamorato LVMH (Louis Vuitton). Nel 2000 il gruppo francese acquistò i diritti sul marchio e le creazioni di Pucci. Nel 2013, ha chiuso con un fatturato di 85,21 milioni di euro, in rialzo del 17,7% rispetto all’anno precedente. La maison ha però registrato una perdita d’esercizio di tre milioni di euro.

IL LEGAME DI PUCCI CON FIRENZE

Forse la scelta dell’abito di Pucci per l’apertura della stagione al Teatro San Carlo di Napoli non è stata casuale. Emilio Pucci, fondatore dell’omonima maison, è nato proprio a Napoli, erede della nobile famiglia fiorentina Pucci. È cresciuto tra gli Stati Uniti e l’Italia, dove si è laureato in Scienze politiche. Era un appassionato non solo della politica, ma anche dello sport e specialmente dello sci. La moda è arrivata per caso, quando si è trovato a confezionare tute da neve per gli amici. Quando nel 1947 la fotografa Toni Frissel dell’Harper’s Bazaar scatta alcune immagini di un capo invernale disegnato da Pucci, la fama arriva immediatamente.boschi la sette

Come Ermanno Scervino, lo stilista preferito dell’ex first lady Agnese Renzi (qui l’articolo di Formiche.net), anche Emilio Pucci ha un legame stretto con Firenze. Lo stilista, nonostante sia nato a Napoli, ha voluto aprire la casa di moda Pucci nell’antico palazzo di famiglia, Palazzo Pucci, a Via de’ Pucci, 6 a Firenze.

LA PASSIONE PER LA SETA

Maria Elena Boschi alla presentazione del libro "Aggiornare la Costituzione"

Agnese Renzi ha una passione per il pizzo (qui la gallery di Formiche.net) e Boschi ce l’ha per la seta. Nel 1960 Pucci brevettò un tessuto leggero composto da shantung di seta ed helanca. È di Pucci lo stemma degli astronauti della Nasa che sono partiti con la missione dell’Apollo 15 e la divisa del personale della Braniff International negli anni ’60 e ‘70. Nel 1992, dopo la morte di Emilio Pucci, la direzione creativa è passata alla figlia Laudomia Pucci. Tutt’ora la sede principale della maison è a Firenze.

TRA PLEIN SUD E GUCCI

Abito lungo rosso con décolleté targato Plein Sud per la serata inaugurale del Maggio Fiorentino nel 2014. Il marchio di abbigliamento è stato creato nel 1986 dal designer Fayçal Amor, nato a Tangeri da madre russo-ortodossa e padre marocchino-musulmano. È una linea famosa per l’utilizzo di materiali leggeri come la seta e il taglio di abiti tunica che accompagnano le silhouette.

Per il matrimonio del fratello Emanuele con Eleonora Flasinelli, Boschi ha scelto il vestito di un’altra firma italiana: Gucci. Abito della collezione pre fall 2014, il vestito era in seta blu con motivo chevron. La scollatura questa volta era sul retro, con un dettaglio annodato.

BORSE GRIFFATE E BORSE LOW COST

In questi anni, la passione del ministro per le borse non è sfuggita ai fotografi. Dalla capiente borsa Prada a una griffata Louise Vuitton. Secondo un articolo de Il Mattino di Padova, Boschi sponsorizza anche una handbag low cost di produzione bergamasco-cinese. Il marchio si chiama “Acqua di Perla” ed è stato creato dalla stilista Gigliola Giantin. La produzione è a carico della “Pelletteria internazionale” di Bergamo.

LA PAGELLA DI TAMBURRINO

RICEVIMENTO AL QUIRINALE IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA REPUBBLICA

Secondo le pagelle della giornalista Michela Tamburrino de La Stampa, la bellezza di Maria Elena Boschi “non solo non è valorizzata ma è addirittura malamente umiliata”. In occasione del ricevimento al Quirinale a giugno per i festeggiamenti dell’anniversario della Repubblica italiana, Tamburrino ha scritto: “Partendo dal basso, le scarpe ricordano un passato più glorioso, quando, forse, erano persino di moda”. “Il vestito è un insulto al buon gusto – ha aggiunto – in macramè dal sapore troppo antico e tristanzuolo. Quando le hanno detto che va il pizzo, dovevano spiegarle che c’è pizzo e pizzo e quello che porta lei non è di quelli giusti”. Meglio la passione per la seta firmata Pucci.

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