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Centrodestra di governo? Perché la sfida si gioca (anche) a Milano

Milano

Gabriele Albertini, Franco Baresi, Simone Crolla, Maurizio Lupi e Roberto Rasia dal Polo sono solo alcuni dei nomi di cui si parla in casa centrodestra in vista delle prossime amministrative. Il sindaco uscente e già ricandidato si porta avanti con il lavoro. Ma la partita, com’è ovvio che sia, è aperta. Tutti i nomi e gli scenari

Mentre Beppe Sala ha già dato il via alla sua campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative di Milano, il centrodestra è ancora alle prese con la scelta del candidato sindaco. Così come nel resto delle altre principali città al voto nei prossimi mesi – ovvero, Torino, Bologna, Roma (ecco il nostro ultimo articolo sul tema) e Napoli (qui il nostro recente approfondimento) – anche nel capoluogo meneghino Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non hanno ancora trovato una sintesi.

Niente di strano, per carità – peraltro non si sa neppure quando si andrà a votare, se in primavera o un po’ più avanti – ma è chiaro, comunque, che più passa il tempo e più emerge in tutta la sua evidenza la necessità di riuscire a trovare la quadra tra gli alleati. Gabriele Albertini, Franco Baresi, Simone Crolla, Maurizio Dallocchio, Paolo Del Debbio, Maurizio Lupi, Roberto Rasia dal Polo, Ferruccio Resta, Luigi Santa Maria e Alberto Zangrillo sono, in rigoroso ordine alfabetico, i principali nomi di cui si è parlato in questi mesi. Tanti. Troppi, ha osservato qualcuno, a dimostrazione delle difficoltà che il centrodestra ha incontrato in città in questi mesi.

SALA E’ GIA IN CAMPAGNA ELETTORALE

D’altronde il tempo stringe visto che Sala ha iniziato a portarsi avanti. Il sindaco uscente e ricandidato ha già scelto Maura Satta Flores come presidente del suo comitato elettorale e i due nomi che guideranno la sua lista civica, ossia la consigliera del settimo municipio Martina Riva e l’attuale presidente della commissione Bilancio di Palazzo Marino Emmanuel Conte. E nel frattempo continua a tessere la tela delle alleanze e della coalizione, che al momento può contare su quattro membri: appunto la sua lista civica, il Partito democratico – a cui Sala non è iscritto -, Europa Verde e Milano Unita, che tiene dentro una parte del mondo arancione di Giuliano Pisapia il cui capolista sarà l’attuale assessore all’Edilizia scolastica Paolo Limonta.

Senza escludere poi la possibilità che il capoluogo lombardo finisca per essere una delle città in cui si tenterà di rendere strutturale l’alleanza giallorossa tra centrosinistra e MoVimento 5 Stelle. “Sostegno a Beppe Sala? Non escludo nulla”, ha commentato nei giorni scorsi il viceministro dello Sviluppo economico ed esponente di spicco dei pentastellati Stefano Buffagni che le cose milanesi le segue in prima persona, per ragioni di provenienza geografica ma pure politica, considerato che è stato per 5 anni consigliere regionale del movimento.

I DUBBI DEL CENTRODESTRA

Tuttavia il vantaggio accumulato da Sala in questa fase non è affatto sinonimo di sicura vittoria quando si andrà alle urne per eleggere il nuovo sindaco. Nel capoluogo meneghino, così come in tutta la Lombardia, il Covid-19 ha lasciato un segno ancor più indelebile che in altre città italiane e le sue conseguenze, pure dal punto di vista elettorale e politico, sono ancora tutte da decifrare. “I sondaggi al momento dicono che non c’è partita. Temo però che a Milano un anno di pandemia abbia stravolto la città più di quello che pensiamo ed è un errore pensare che ciò non avrà un effetto sul voto”, ha commentato ad esempio nei giorni scorsi l’esperto di comunicazione politica Francesco Nicodemo. Insomma, la partita – com’è ovvio che sia – è tutta da giocare, a condizione che il centrodestra riesca a fare chiarezza sul nome del candidato sindaco e anche sul programma per la città, governata ormai da due lustri dal centrosinistra dopo le stagioni di Gabriele Albertini prima e Letizia Moratti dopo.

PIOVONO SMENTITE

Entrambi, Moratti e Albertini, sono tornati nelle ultime settimane al centro del dibattito politico: la prima è entrata nella giunta regionale per dare una mano all’amministrazione guidata da Attilio Fontana, mentre del secondo si è molto parlato in ottica candidatura, anzi ricandidatura, a sindaco. In questo senso c’è chi continua a descriverlo in rampa di lancio, ma l’ex sindaco ha smentito anche di recente. “Scordatevelo“, ha tagliato corto in un’intervista rilasciata a Libero di pochi giorni fa. “Chi mi conosce sa che non è una cosa per me”, si è invece limitato a commentare capitan Franco Baresi, indimenticabile bandiera del Milan dei sogni e del calcio italiano.

E ancora altri rifiuti, come quello di Paolo Del Debbio, conduttore di successo a Retequattro con il suo Diritto e rovescio: “Continuo a fare il giornalista, sia chiaro a tutti”. Oppure il rettore del politecnico di Milano e presidente della Crui Ferruccio Resta, le cui smentite non si riescono neppure a contare: il suo nome torna a uscire fuori di tanto in tanto ma il diretto interessato ogni volta si premura di negare qualsiasi aspirazione al ruolo. E lo stesso ha fatto un altro professore, Maurizio Dallocchio, ordinario di  Finanza aziendale alla Bocconi: “Un cambiamento a 180 gradi della vita è difficile francamente da prendere in considerazione”.

Fuori dalla partita si è messo anche il prorettore del San Raffaele e medico personale di Silvio Berlusconi, Alberto Zangrillo, che, per non correre il rischio di essere frainteso, è stato chiarissimo: “Non mi candido, è meglio Sala”. Una corsa, quella a Palazzo Marino, alla quale non parteciperà infine neppure Maurizio Lupi, che in questi giorni ha chiarito di non volersi candidare e poi ha lanciato un messaggio chiaro a uno dei protagonisti di questa fase: “Roberto Rasia dal Polo? Se posso permettermi gli consiglio prima di intronizzarsi, di aspettare che qualcuno glielo dica, e poi vedremo”

C’E’ CHI SCENDE E C’E’ CHI SALE

Il capo della comunicazione del gruppo Pellegrini a inizio anno aveva pubblicamente affermato la sua disponibilità a candidarsi a sindaco per il centrodestra, forte, almeno pareva, del sostegno di Matteo Salvini. Da allora però è passato quasi un mese senza che vi siano stati apprezzabili passi avanti, anzi: a fare capolino, nel frattempo, sono stati soprattutto i dubbi, di Berlusconi in primis sembrerebbe. Tutto è ancora fermo, mentre prende piede nel frattempo un’altra ipotesi: quella che conduce a Simone Crolla, consigliere delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, presidente dell’associazione Italia in movimento e coordinatore dell’Advisory Board della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano – lo storico ente che si occupa della conservazione e valorizzazione della Cattedrale – con il compito di elaborare strategie di fundraising e di supportare le attività di promozione.

Segni particolari da non sottovalutare: il consiglio di amministrazione della Veneranda Fabbrica del Duomo è presieduto da Fedele Confalonieri. E ancora Crolla è stato deputato del Popolo della libertà, senza contare l’ottima conoscenza con il numero due della Lega Giancarlo Giorgetti e i buoni rapporti, che non guastano mai, con Washington. Un nome cui negli ultimi giorni se ne è aggiunto un altro: quello dell’avvocato Luigi Santa Maria di cui hanno parlato diversi giornali (ad esempio qui).

Dunque, chi guiderà il centrodestra alla sfida di Milano contro l’uscente e ricandidato Beppe Sala?

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