7 candidati in lizza nella città eterna, con Gualteri grande favorito. Competizione molto più aperta e a due a Bologna, tra Matteo Lepore e Isabella Conti. Domani, dalle 8 alle 21, gli elettori di centrosinistra romani e bolognesi saranno chiamati a scegliere il nome per le amministrative d’ottobre. Pesa però l’incognita affluenza dopo i numeri di Torino
Dopo Torino, anche Roma e Bologna, con la speranza però che le cose possano andare diversamente dal punto di vista dell’affluenza. Il treno delle primarie Pd farà tappa domani nella capitale e nel capoluogo emiliano dove gli elettori dem e del centrosinistra saranno chiamati a esprimere la loro preferenza sui nomi degli aspiranti candidati sindaco. Due consultazioni molto diverse tra loro – a Roma pare non possa esservi alcuna competizione con Roberto Gualtieri grandissimo favorito mentre a Bologna si preannuncia una partita più combattuta – ma accomunate dalla stessa preoccupazione: che i seggi, compresi quelli virtuali, possano rimanere pressoché vuoti.
IL PRECEDENTE TORINESE
In quest’ottica non induce particolare ottimismo il precedente della scorsa settimana nel capoluogo piemontese. Le primarie se l’è aggiudicate l’ex assessore all’Urbanistica e ordinario di Geologia del Politecnico di Torino Stefano Lo Russo che ha avuto la meglio su Francesco Tresso, Enzo Lavolta e Igor Boni. A far discutere è stato però soprattutto il dato sui partecipanti al voto: in totale 11.631 elettori che si sono recati alle urne, la metà rispetto alle speranze della vigilia. Numeri sideralmente distanti da quelli delle precedenti primarie che si sono tenute nel corso degli anni a Torino. Basti pensare ad esempio che nel 2011, quando vinse Piero Fassino, si recarono ai gazebo quasi 53.oo0 torinesi. Un’era geologica fa è vero, altra epoca storica – del Covid non avevamo fortunatamente ancora sentito parlare – e anche altra stagione, sicuramente, ma certo si tratta di una differenza che non può non far suonare forte e chiaro un campanello di allarme in casa dem.
L’AUGURIO DI GUALTIERI
Fantasmi e timori che Gualtieri sta cercando di scacciare via in queste ultime ore di campagna elettorale nella capitale. “A Roma non sarà come a Torino: ci saranno decine di migliaia di romani che andranno a votare”, ha affermato qualche giorno fa a Omnibus su La7 l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze, prima di mettere però anche un pochino le mani avanti: “È evidente che questa condizione, con il fatto che le facciamo a giugno inoltrato, avrà un impatto sulla partecipazione”. A Roma si potrà votare domani dalle 8 alle 21, nei 190 gazebo allestiti in giro per la città e per la prima volta anche online (ma solo per i cittadini che si siano registrati nei giorni scorsi tramite Spid).
UNA COMPETIZIONE SENZA COMPETIZIONE
Una competizione che quest’anno appare sbilanciata come non mai a favore di uno dei contendenti: appunto Gualtieri, la cui mancata vittoria sembra non doversi e potersi neppure prendere in considerazione. L’ex presidente della commissione per i Problemi economici e monetari del Parlamento europeo se la dovrà vedere con altri sei aspiranti candidati al ruolo di primo cittadino: la storica leader delle battaglie Lgbt in Italia ed ex consigliera comunale Imma Battaglia, il presidente del III municipio ed ex assessore di Ignazio Marino Giovanni Caudo, il consigliere regionale e rappresentante del partito Demos, vicino alla Comunità di Sant’Egidio, Paolo Ciani, il deputato di Leu e già candidato sindaco a Roma Stefano Fassina, l’ex cinquestelle e attuale esponente del Psi Cristina Grancio e l’attivista civico Tobia Zevi. Una corsa, sembra potersi dire a ragione, ben lontana dai fasti del passato. Nel 2013, ad esempio, si trovarono a competere Paolo Gentiloni, David Sassoli e appunto Marino che, com’è noto, poi si impose. Ma anche nel 2016 lo scontro fu più serrato con Roberto Giachetti da un lato e Roberto Morassut dall’altro.
LE PRIMARIE DI BOLOGNA
Un po’ meno scontato appare invece l’esito del voto bolognese. Le modalità sono le stesse di Roma – domani dalle 8 alle 21 fisicamente in uno dei 43 seggi della città oppure online previa registrazione – mentre il contesto risulta completamente diverso. Innanzitutto per il numero di candidati in lizza – solamente due, l’attuale assessore alla Cultura Matteo Lepore e il sindaco di San Lazzaro di Savena, comune del bolognese di oltre trentamila abitanti, Isabella Conti – e poi per i contorni della competizione. I maggiori conoscitori della politica del territorio danno in vantaggio il componente della giunta guidata dal primo cittadino uscente Virginio Merola ma non si esclude che la pupilla di Matteo Renzi – rivelazione della Leopolda 2019 – possa alla fine riuscire nel colpaccio. Almeno in questo caso domenica sera ci sarà qualcosa da scoprire.