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Un nuovo inizio per Roma e Londra. L’intesa firmata da Meloni e Sunak

Siglato a Downing Street oggi, dopo anni di negoziati, il memorandum tra Italia e Regno Unito per una cooperazione istituzionale privilegiata. Si parte dalla consuetudine su esteri e difesa ma la dichiarazione riguarda molti settori. Al centro del bilaterale anche il programma per realizzare il nuovo jet assieme al Giappone, dimostrazione dell’impegno dei due Paesi europei nell’Indo-Pacifico

Le diplomazie hanno lavorato quasi fino all’ultimo minuto per limitare i dettagli del memorandum firmato oggi dai governi di Italia e Regno Unito, definiti in premessa “partner con visioni affini”, in occasione dell’incontro tra Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, e Rishi Sunak, primo ministro britannico, a Londra. Quello siglato al numero 10 di Downing Street non è un trattato come il Trattato del Quirinale che lega Italia e Francia dal novembre 2021 o il Trattato di Aquisgrana sottoscritto da Francia e Germania nel gennaio 2019. Né un documento come il Piano di azione italo-tedesco che nei prossimi mesi dovrebbe chiudere il triangolo Roma-Berlino-Parigi, che pur non si presenta equilatero per le ragioni appena citate. Si tratta di una dichiarazione d’intenti che impegna i due Stati in una cooperazione istituzionale privilegiata sulla base della consuetudine su esteri e difesa. “È un nuovo inizio” nelle relazioni tra Italia e Regno Unito, ha detto Meloni prima del bilaterale. “La nostra è un’amicizia fondata su decenni di collaborazione”, ha dichiarato Sunak. “Abbiamo gli stessi valori e possiamo lavorare bene insieme”, ha aggiunto.

I NEGOZIATI LAST-MINUTE

I negoziati erano stati avviati con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e Boris Johnson a Downing Street. Intanto, entrambi gli Stati hanno cambiato per due volte il capo del governo, con Mario Draghi e Liz Truss venuti prima degli attuali leader Meloni e Sunak. E nel frattempo sono cambiati gli ambasciatori, con Inigo Lambertini che ha preso il posto di Raffaele Trombetta a Londra e Ed Llewellyn quello di Jill Morris a Roma. Ma i diplomatici hanno dovuto lavorato fino all’ultimo minuto in particolare su parole e riferimenti riguardanti l’immigrazione. La preoccupazione italiana era quella di rimanere all’interno di un quadro europeo senza dare alcun tipo di copertura politica al piano britannico di deportazione in Ruanda degli immigrati che sbarcano illegalmente attraverso la Manica, sospeso dall’intervento della Corte europea dei diritti umani.

IL NODO IMMIGRAZIONE

“Concordiamo perfettamente sulla questione dell’immigrazione”, ha detto Meloni prima dell’incontro. Il memorandum, che potrà essere aggiornato ogni 5 anni, recita che i due Stati individuano l’immigrazione come “una sfida per l’intera Europa e che richiede una risposta a livello europeo”. Per questo, “lavoreremo insieme per proteggere i nostri confini, le vite delle vittime innocenti del traffico di esseri umani e la sicurezza del continente europeo” e “rafforzeremo la condivisione di informazioni, di informazioni raccolte dai rispettivi servizi e di competenze, nonché lo sviluppo delle capacità e la collaborazione tra forze di polizia nelle sfide condivise legate alla migrazione irregolare, ivi incluso il nostro impegno comune per contrastare il modello di business dei gruppi criminali che facilitano i viaggi illegali e pericolosi verso i nostri Paesi via mare”. Parlando della “necessità di una più stretta cooperazione per migliorare la gestione della migrazione sia a livello bilaterale che tra Regno Unito e UE lungo le rotte migratorie verso l’Europa”, vengono sottolineati gli “obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”.

GLI ALTRI TEMI DEL MEMORANDUM

Come ricordavamo ieri su Formiche.net, già a febbraio i due governi hanno tenuto una riunione 2+2 Esteri-Difesa (definita da Ben Wallace, ministro della Difesa britannico, un’occasione per “costruire insieme un pezzo della storia futura”) e firmato una dichiarazione d’intenti per l’avvio a un nuovo dialogo strategico per la promozione delle esportazioni e degli investimenti bilaterali. Si è trattato del primo accordo bilaterale con uno Stato membro dell’Unione europea per il Regno Unito dopo la Brexit. Dalla consuetudine in questi settori nasce la volontà di rafforzare il rapporto bilaterale a 360 gradi sancita dal memorandum firmato oggi. Il memorandum riguarda diversi settori: la sicurezza globale e la cooperazione in materia di difesa; il contrasto all’immigrazione clandestina; il rafforzamento della sicurezza energetica; la lotta al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità; la difesa della democrazia; i diritti umani e lo stato di diritto; la realizzazione di una crescita economica in un contesto commerciale aperto; il conferimento di priorità allo sviluppo sostenibile; l’espansione delle frontiere della scienza e dell’innovazione; e la promozione dei rapporti tra società civili.

LE NOVITÀ

Il memorandum prevede incontri annuali in formato 2+2 Esteri-Difesa a livello ministeriale e di alti funzionari e incontri a cadenza regolare tra SegreDifesa III (Direzione Armamenti) e il UK Defence and Security Exports (UKDSE). I due Stati si sono impegnati anche a istituire un nuovo Dialogo militare di alto livello, un Comitato strategico congiunto per la sicurezza tra i ministeri dell’Interno e un gruppo di lavoro sull’agricoltura e la nutrizione. L’impegno comune di Roma e Londra in sede G7 è quello di utilizzare il forum per “consolidare, mantenere e diversificare le catene di approvvigionamento critiche e promuovere la transizione energetica pulita”, un messaggio chiaro alla Cina, con cui Italia e Regno Unito si dicono “disponibili” a lavorare sulle sfide globali (il cambiamento climatico, la biodiversità, le questioni sanitarie globali e l’uguaglianza di genere)

LA SINTONIA TRA I LEADER

Davanti alla stampa i due leader si sono scambiati parole d’affetto. Lui ha parlato di valori “molto allineati”, lei lo ha elogiato come leader forte ed empatico. Sin dal loro primo incontro a novembre, a margine della Cop27 in Egitto, tra i due capi di governo c’era stata sintonia. A unirli è soprattutto l’appartenenza alla famiglia conservatrice. Sunak ha chiesto per Meloni un’accoglienza speciale: il primo ministro ha accompagnato la presidente del Consiglio in visita all’Abbazia di Westminster, un luogo quasi mai aperto al pubblico e al momento chiuso in vista dell’incoronazione della prossima settimana di re Carlo III. La visita ha un valore simbolico forte, visto che Meloni è l’unico capo di governo che vedrà il luogo dell’incoronazione, i cui inviti sono riservati ai capi di Stato e, solo in seconda battuta, ai primi ministri. Inoltre, il governo britannico ha dedicato oltre tre ore alla delegazione italiana, un record dicono a Londra per evidenziare l’importante segno di attenzione e di amicizia fra i due governi.

IL DOSSIER GCAP…

Il memorandum e l’immigrazione, con l’interesse britannico ai dettagli del Piano Mattei per l’Africa che il governo italiano presenterà ufficialmente a ottobre, sono stati due dei temi caldi nell’agenda del bilaterale. Altri sono stati la presidenza italiana del G7 nel 2024, la guerra in Ucraina che vede i due leader impegnati al fianco di Kyiv, l’Africa e l’Indo-Pacifico. Al numero 10 di Downing Street i due leader hanno parlato anche – inevitabilmente – del Global Combat Air Programme, progetto annunciato a dicembre dai governi di Giappone, Italia e Regno Unito per lo sviluppo dell’aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035, che prevede la fusione tra le ricerche condotte dal Giappone sul jet F-X e da Italia e Regno Unito sul Tempest (assieme alla Svezia, che però almeno per ora non partecipa al programma). “Gestiremo congiuntamente, nello spirito di un partenariato paritario, l’evoluzione industriale, tattica e operativa, nonché gli aspetti di addestramento, richiesti per la transizione al Global Combat Air Program in via di sviluppo, in stretto coordinamento con tutti i partner”, si legge nel memorandum.

…E IL TRIANGOLO CON TOKYO

L’intesa è politica: il programma evidenzia che “la sicurezza dell’Euro-Atlantico e dell’Indo-Pacifico sono indivisibili”, come aveva dichiarato Sunak a dicembre. Ma è anche industriale. Per questo, serve organizzare al più presto il consorzio: l’Italia non vuole che abbia sede nel Regno Unito, il Regno Unito chiede una fetta maggiore della partnership, anche più grande di quella destinata al Paese che metterà più soldi, cioè il Giappone (che da gennaio è partner strategico dell’Italia). Per sbrogliare la matassa potrebbe essere utile un incontro a tre con il primo ministro giapponese Fumio Kishida tra tre settimane, a margine del summit G7 a Hiroshima, in Giappone. Occasione in cui sarà presente anche Joe Biden, presidente degli Stati Uniti che potrebbe essere i maggiori clienti del caccia atteso non prima del 2035.

GLI INCONTRI E IL PREMIO DI DOMANI

Domani la presidente Meloni parteciperà alle conclusioni di un workshop sull’agroalimentare insieme a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e cognato, che sarà a Londra con una agenda parallela concentrata sulla promozione del made in Italy. Il ricevimento sarà l’occasione per Meloni per incontrare sia rappresentanti del governo britannico sia della comunità finanziaria e delle imprese. Inoltre, riceverà il premio Grotius dal Policy Exchange, uno dei principali centri studi britannici vicini al mondo conservatore. Meloni succede a Kaja Kallas, premier estone a cui è stato assegnato il riconoscimento l’anno scorso. Pochi giorni prima delle elezioni di settembre, Stephen Booth, allora capo del programma Britain in the World Project del Policy Exchange e oggi ricercatore al Council on Geostrategy, raccontava così Meloni su ConservativeHome, sito molto letto nella base del Partito conservatore: “Meloni ha cercato di liberarsi dell’immagine archetipica della destra radicale europea, incarnata da Marine Le Pen e [Matteo] Salvini. Per esempio, i timori che Meloni possa cercare di minare la risposta dell’Occidente all’invasione della Russia in Ucraina sembrano fuori luogo. Mentre Salvini ha sempre avuto stretti legami con il Cremlino e ha criticato le sanzioni dell’Unione europea contro la Russia, Meloni ha sostenuto con forza il sostegno di [Mario] Draghi all’Ucraina quando era all’opposizione e ha sottolineato la sua posizione favorevole alla Nato”.


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