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Così General Motors si assicura i materiali per batterie dalla Corea

Il colosso automotive americano ha stretto un accordo miliardario con LG Chem, azienda leader nella fornitura di materiali precursori per la fabbricazione dei componenti per batterie elettriche. Un altro passo per la diversificazione, spinto dall’Inflation reduction act

Nel contesto della corsa agli approvvigionamenti di materiali critici, gli Stati Uniti registrano un ulteriore e importante passo in avanti per la creazione di un’industria delle batterie elettriche più competitiva e resiliente. Nella giornata di ieri, il colosso dell’auto di Detroit, General Motors (GM), ha strappato un accordo fondamentale per i suoi piani di elettrificazione della flotta automotive con l’azienda coreana LG Chem.

LG Chem è un player molto importante nella supply chain delle batterie al litio, specializzata nella fornitura di catodi per la fabbricazione delle celle delle batterie elettriche. Secondo i termini del contratto a lungo termine, LG fornirà a GM oltre 500.000 tonnellate di materiali catodici tra il 2025 e il 2035, per una cifra complessiva di $18.61 miliardi di euro. Una quantità sufficiente a mettere sulle strade 5 milioni di veicoli elettrici con un range di circa 500 chilometri con una singola ricarica.

L’azienda coreana, che è anche fornitore di LG Energy Solution (principale produttore coreano di batterie e società madre), è parte di un ecosistema industriale maturo in Corea e che rappresenta un settore strategico per il governo di Seoul (attivo anche sul fronte dei semiconduttori). In particolare, le aziende coreane sono specializzate nella fabbricazione di batterie NMC (ricche di cobalto e nichel), particolarmente utilizzate negli EV che offrono una maggiore autonomia di guida ma con maggior suscettibilità sui prezzi delle materie prime.

L’accordo rafforza ulteriormente la collaborazione tra le due aziende, approfittando degli incentivi dell’Inflation Reduction Act (IRA) per la regionalizzazione della filiera e soprattutto per svincolare i produttori di auto americani dalle industrie cinesi. Per beneficiare del tax credit di $7.500 a veicolo, di cui metà previsto per le singole celle delle batterie, i produttori di auto devono dimostrare di rifornirsi da entità che siano conformi alla clausola prevista dall’IRA delle foreign entity of concern (FEOC), definizione introdotta dal Dipartimento del Tesoro proprio per prevenire che, pur di approfittare della crescita della domanda di materiali critici sul mercato nordamericano, aziende cinesi o entità statali investissero in Corea per bypassare le clausole inizialmente previste solo per paesi con gli USA avevano in essere accordi di libero scambio.

LG Chem pianifica di spedire le prime forniture nel 2026, anno in cui dovrebbe iniziare la produzione di catodi NCMA (nichel, cobalto, manganese e alluminio) nell’impianto della società coreana in costruzione (iniziata nel dicembre 2023) in Tennessee da circa 60.000 tonnellate, attraverso la joint venture Ultium Cells creata con GM.

“Questo contratto si basa sull’impegno di GM di creare una catena di fornitura di batterie EV forte e sostenibile per supportare le nostre esigenze di produzione EV in rapida crescita”, ha dichiarato Jeff Morrison, vicepresidente di GM, Global Purchasing and Supply Chain, in un comunicato stampa. “È importante notare che questo lavoro con LG Chem si svolgerà in Tennessee e rafforzerà la catena di fornitura nordamericana in un momento critico per il settore”.

Il ceo Shin Hak-cheol ha commentato: “Rafforzando la nostra cooperazione strategica con GM, guideremo insieme il mercato nordamericano dei veicoli elettrici verso un futuro sostenibile. Il nostro obiettivo è creare un valore unico per i clienti attraverso una produttività di livello mondiale e l’espansione delle nostre basi produttive globali”.

La JV, nata dalle due aziende in partnership nel 2022, sta già costruendo e operando altre due gigafactory negli stati americani dell’Ohia e del Michigan, supportata da un prestito di 2.5 miliardi di dollari del Dipartimento dell’Energia statunitense. L’accordo suggerisce che GM, nonostante le difficoltà del mercato EV americano (testimoniate, soprattutto, dal sorpasso di Byd su Tesla e dalla perdita di capitalizzazione di quest’ultima che rimane un benchmark per lo stato di salute del mercato) rimane impegnata nei piani di elettrificazione della flotta (seppur il precedente target di produrre 400.000 EV entro la fine dello scorso anno non sia stato rispettato), ma il contratto a lungo termine implica che la casa automobilistica sta modificando la sua strategia, prevedendo una penetrazione più lenta dei suoi modelli elettrici di quanto previsto in precedenza.

Ne è dimostrazione di un minor appeal per gli EV i risultati trimestrali della sudcoreana Hyundai Motor, con la sua quota di veicoli elettrici sul totale delle vendite scesa al 5,3% nel Q4 del 2023 dal 5,7% dello stesso periodo del 2022. LG Chem ha dichiarato che il valore dell’accordo con GM è pari a circa la metà dei ricavi dell’azienda per il 2022, a dimostrazione di come il business legato alle batterie rimanga un driver di lungo periodo per la crescita della divisione industriale. Nello specifico, quest’ultima ha generato vendite in calo del 28% e una perdita operativa di 24,5 miliardi di won coreani (circa $1 milione). Un segmento che ha contato, comunque, per circa il 68% delle vendite nello stesso periodo, in crescita rispetto ai precedenti.

È possibile che alcune aziende produttrici di materiali per batterie, in previsione di un rallentamento della domanda di veicoli elettrici per quest’anno ma soprattutto per il 2025 (i risultati delle elezioni americane ed europee saranno, in questo senso, decisive) potrebbero rivedere al ribasso i loro obiettivi di capacità produttiva e operativa a medio termine. Questo avrebbe sicuramente degli effetti negativi in termini di diversificazione delle forniture per l’industria delle batterie euro-americana (LG Chem ha investito in Marocco per servire il mercato europeo, scommettendo sulla tecnologia di batterie LFP attualmente dominata, in termini di GWh installati nel 2023, da Catl e Byd), e in questo senso è comprensibile che GM abbia voluto tutelarsi con un accordo pluriennale.

L’azienda coreana, come LG Energy Solution e Samsung SDI, è consapevole, inoltre, di come la chimica delle batterie e dei catodi stia rapidamente evolvendo intorno alle esigenze dei consumatori di EV e dei produttori che sono particolarmente esposti sul fronte dei prezzi delle materie prime e, in generale, in un contesto macroeconomico non favorevole. Considerando questo trend – con l’eccezione del litio in un vistoso trend ribassista – LG Chem si sta concentrando sulle batterie per il mercato di massa (LFP) e per il segmento medio, tra cui: le batterie ad alto voltaggio, a medio contenuto di nichel e le batterie ricche di manganese (che conferiscono stabilità alla struttura chimica dei catodi, e dunque maggiore safety).

Rimane, tuttavia, evidente come un totale decoupling dalla Cina rimanga molto difficile nel breve-medio periodo, non solo per la produzione di batterie in scala (come dimostra la partnership tra Stellantis e Leapmotor) e per competere sui prezzi (Tesla-Catl), ma soprattutto per le fasi più a monte della filiera. LG Chem, infatti, rimane dipendente da aziende cinesi per la fornitura di materiali precursori (composti di cobalto, estratto in Congo e raffinato in Cina, e di nichel battery grade raffinato in Indonesia con ingenti capitali cinesi), oltre alla dipendenza da Pechino per la grafite, essenziale per la manifattura degli anodi e sui è stato imposto un controllo sulle esportazioni. Attualmente, non esistono tali capacità negli Usa o in Europa che possano soddisfare la crescente domanda tra il 2025 e il 2030.



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