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Il 2024, l’anno più caldo. Tutti gli effetti del cambiamento climatico

Il 2024 è stato confermato come l’anno più caldo registrato a livello globale e per la prima volta “la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale”. Lo conferma il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. Il 2025 non sembra da meno. In attesa di avere dati definitivi sull’intero arco dell’anno, uno studio dell’Imperial College di Londra ha evidenziato che “i cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno intensificato la recente ondata di calore europea e aumentato il numero di decessi per calore. Secondo lo studio, quello che vene definito “killer silenzioso” – il cambiamento climatico – è responsabile di circa millecinquecento decessi da calore nelle città europee. La lettura di Illomei

Le ondate di calore per le temperature sopra la media stagionale e gli eventi meteorologici estremi degli ultimi giorni sono la conseguenza diretta del cambiamento climatico che da anni colpisce il nostro pianeta.

Tutti i rapporti scientifici, dall’IPCC delle Nazioni Unite e Copernicus dell’Unione Europea, confermano l’aumento, negli ultimi anni degli emissioni climalteranti in atmosfera provocando il cosiddetto “effetto serra”. Sono soprattutto le attività dell’uomo e l’uso dei combustibili fossili le principali cause del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

Qualche dato a livello globale. Il 2024 è stato confermato come l’anno più caldo registrato a livello globale e per la prima volta “la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale”. Lo conferma il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus.

Le attività dell’uomo, secondo il rapporto, rimangono le principali responsabili “delle temperature estreme della superficie dell’aria e del mare”. Anche in Europa le temperature hanno superato quelle degli anni precedenti. “La primavera e l’estate sono state le più calde mai registrate, con la temperatura media della primavera (marzo-maggio) di 1,50°C superiore alla media stagionale del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e la temperatura media dell’estate (giugno-agosto) di 1,54°C superiore alla media stagionale” dello stesso periodo preso in esame. Le temperature estreme e l’elevata umidità contribuiscono ad aumentare i livelli di “stress da caldo”. Gran parte dell’emisfero settentrionale ha fatto registrare più giorni della media con forti stress da caldo”.

La prima metà dell’anno è stata particolarmente calda: tutti i mesi hanno fatto registrare temperature più elevate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. “Ciò ha contribuito a una striscia di tredici mesi di temperature mensili da record. Ne deriva che la media del biennio 2023-24 abbia superato la soglia di 1,5°C.

“Sebbene questo non significhi che abbiano superato il limite fissato dall’Accordo di Parigi , fanno notare gli scienziati, che si riferisce alle anomalie di temperatura mediate su almeno venti anni, sottolinea che le temperature globali stanno aumentando al di là di quanto l’uomo moderno abbia mai sperimentato”.

L’ultimo rapporto di ISPRA, “Il clima in Italia”, pubblicato in questi giorni, fotografa la situazione e le variazioni nel nostro Paese negli ultimi decenni, “anche nel contesto climatico globale ed europeo, e analizza i valori medi e i trend delle principali variabili idro-meteo-climatiche e i loro valori estremi”.

Fornisce, inoltre, approfondimenti su scala nazionale, regionale e locale e “sugli aspetti e sugli eventi idro-meteorologici e meteo-marini più rilevanti e più

critici che si sono rivelati nel corso dell’anno passato”. L’obiettivo del rapporto è di fornire utili elementi di conoscenza e riflessione per tecnici, decisori politici e cittadini.

Anche in Italia il 2024 è stato l’anno più caldo, “con una marcata anomalia positiva di temperatura media di +1,33°C rispetto al valore climatologico 1991-2020 e ha fatto registrare il nuovo record della media annuale delle temperature minime giornaliere (+1,40°C), superando il valore del 2023.

Le anomalie positive più marcate sono state registrate a febbraio, con oltre 3°C sopra la media, che ha segnato il valore più alto della propria serie mensile, seguito da agosto (+2,54°C) e luglio (+2,15°C). “Le notti calde hanno fatto registrare il valore più alto e i giorni caldi il secondo valore più alto, mentre le notti fredde hanno fatto registrare il valore più basso e i giorni freddi il secondo valore più basso della serie dal 1961”.

Anche la temperatura superficiale dei mari italiani “si colloca al primo posto della serie dal 1982, con un’anomalia di +1,24°C rispetto alla media climatologica 1991-2020”.

A partire dal 2007 le anomalie sono state sempre positive. Gli ultimi quattordici anni hanno fatto registrare le anomalie più elevate, in tutti i mesi dell’anno, con valori massimi in agosto (+2,16°C) e luglio (+1,71°C). Anomalie significative si notano soprattutto nell’Adriatico e nel Golfo di Taranto. I valori più bassi, ma sempre con il segno +, sono state registrate nel Canale di Sicilia, nel basso Ionio e nel Canale di Sardegna.

Che, poi, il Mar Mediterraneo si scaldi ad un ritmo maggiore rispetto alla media globale, lo certificano gli ultimi dati dell’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite. Si prevede che entro il 2100, con un trend in continua crescita, la temperatura della superficie dell’acqua aumenterà dai 3,5°C ai 4,5°C in più rispetto ad oggi. Un aumento che ha portato nel Mare Nostrum molte specie aliene a scapito di quelle autoctone, che stanno migrando verso nord, e della sostenibilità della pesca tradizionale.

Per quanto riguarda le piogge, il 2024 è stato caratterizzato da una “forte disomogeneità”. Con precipitazioni abbondanti al Nord ed scarse sulle aree del Centro e del Sud e Isole, che hanno determinato, nel corso dell’anno, “un peggioramento progressivo dello stato di severità idrica nelle regioni centro-meridionali.

La Sicilia, per fare un esempio, che a gennaio presentava condizioni di “severità idrica media”, già a metà febbraio era passata a condizioni di “severità alta”, rimaste invariate per tutto l’anno.

Fra gli eventi idro-meteo-climatici estremi più rilevanti va ricordato quello alluvionale di fine giugno che ha colpito la Valle d’Aosta e il Piemonte settentrionale, causato da precipitazioni molto abbondanti che hanno causato fenomeni di esondazione, erosione dei torrenti, frane e alluvioni.

Nei primi mesi dell’autunno, inoltre, l’Emilia Romagna è tata interessata da importanti fenomeni alluvionali a seguito di precipitazioni eccezionali che, in un contesto di suoli generalmente già saturi, hanno causato ingenti danni al territorio.

Va ricordato, comunque, che il 2024 non rappresenta un caso isolato, ma si colloca in una sequenza di anni caratterizzati da un marcato riscaldamento rispetto alla media 1991-2020. Gli ultimi tre anni, tra l’altro si contraddistinguono per valori elevati in tutti gli indicatori, sia nella temperatura media che nelle notti tropicali, i giorni e le notti torride e in numero di ondate di calore estive.

Emblematico il caso di Roma. Uno studio di CMCC, il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, evidenzia come il 2024 sia stato l’anno più caldo dal 1991 con temperature elevate e numerosi eventi di caldo estremo. La temperatura media giornaliera registrata su tutta l’area del Comune di Roma è stata di 19,7°C, superiore di due gradi e mezzo rispetto alla media 1991-2020.

L’anno appena trascorso ha fatto registrare più notti torride, con 36 notti con una temperatura minima giornaliera superiore a 25°C, quasi trenta giorni in più rispetto alla media degli ultimi anni.

In aumento anche i giorni con forte disagio termico, dovuto alla combinazione di umidità e temperature elevate, con temperatura percepita superiore a 45 gradi: nel 2024 sono state 53 le giornate con disagio termico estremo, 29 in più rispetto agli anni precedenti.

E il 2025 non sembra da meno. In attesa di avere dati definitivi sull’intero arco dell’anno, uno studio dell’Imperial College di Londra ha evidenziato che “i cambiamenti climatici causati dall’uomo hanno intensificato la recente ondata di calore europea e aumentato il numero di decessi per calore.

E tra le città più colpite, dal 23 giugno al 2 luglio, anche Milano, Roma e Sassari. Secondo lo studio, quello che vene definito “killer silenzioso”, appunto il cambiamento climatico, è responsabile di circa millecinquecento decessi da calore nelle città europee, di cui 317 a Milano, 164 a Roma e 6 a Sassari.

Gli scienziati avvertono che “le temperature delle ondate di calore continueranno a salire e i futuri bilanci delle vittime saranno più alti, finchè il mondo non smetterà di bruciare petrolio e non raggiungerà emissioni nette pari a zero”.


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