Skip to main content

Gli Usa blindano i cavi sottomarini dall’influenza cinese. Ecco come

La Federal Communications Commission americana è pronta a vietare la tecnologia cinese nelle reti di cavi sottomarini che collegano gli Stati Uniti al mondo. Una mossa che mira a proteggere le infrastrutture digitali da minacce cibernetiche e accessi non autorizzati, in pieno clima di competizione tecnologica con Pechino

Gli Stati Uniti si preparano a vietare l’utilizzo di tecnologie cinesi nella realizzazione dei cavi sottomarini per le telecomunicazioni che connettono il territorio americano al resto del mondo. Secondo quanto riporta il Financial Times, il prossimo 7 agosto la Federal Communications Commission (Fcc) voterà una nuova misura che mira a ridurre i rischi legati allo spionaggio e al controllo delle infrastrutture critiche da parte di potenze straniere, con un’attenzione particolare alla Cina.

Brendan Carr, presidente della Commissione, ha motivato questa prospettiva sottolineando come i cavi sottomarini trasportano il 99% del traffico Internet globale e rappresentano oggi un’infrastruttura strategica anche per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti.

Il divieto riguarderà le aziende già inserite nella lista delle minacce alla sicurezza nazionale tra cui Huawei che, pur avendo ceduto la sua controllata Hmn Tech (principale produttore cinese di cavi sottomarini), resta comunque sotto sorveglianza. Le aziende interessate non potranno più ottenere licenze dalla Fcc per costruire o gestire nuovi cavi che atterrano negli Stati Uniti, né affittare capacità su infrastrutture di altri operatori.

Il divieto si applicherà solo ai progetti futuri, ma potrebbe incidere su operatori come China Telecom, China Mobile e China Unicom. La decisione è anche una risposta agli attacchi informatici in corso, come l’operazione Salt Typhoon, attribuita a Pechino, che ha colpito le reti di telecomunicazione americane e i cui costi di mitigazione sono elevati a causa della vulnerabilità dei sistemi coinvolti.

La nuova linea si inserisce nella strategia dell’“America First Investment Policy” promossa dal presidente Donald Trump, che mira a disaccoppiare progressivamente l’infrastruttura critica statunitense dagli avversari strategici. Carr sottolinea infatti che il principio guida è quello secondo cui “la sicurezza economica è sicurezza nazionale”.

L’analista Craig Singleton della Foundation for Defense of Democracies ha definito la misura un passo essenziale verso il decoupling digitale: “In un’epoca in cui le potenze ostili trattano le infrastrutture critiche come armi strategiche, ignorare i cavi sottomarini sarebbe una grave negligenza”.

Contestualmente, l’Fcc proporrà anche un meccanismo per semplificare l’iter di rilascio delle licenze per aziende come Google, Meta, Microsoft e Amazon, a condizione che rispettino determinati requisiti di sicurezza. La battaglia per il controllo delle arterie digitali del mondo si sposta così sotto la superficie, nei fondali oceanici dove passa il futuro della connettività globale.


×

Iscriviti alla newsletter