“La sicurezza dell’Ucraina si traduce nella sicurezza dell’Europa, queste due cose vanno di pari passo. È di fondamentale importanza capire che qualsiasi cosa che venga percepita come una vittoria per la Russia, darebbe al presidente Putin e al suo team il potere di raggiungere altri obiettivi”. Il commento di Catherine Sendak, direttrice del Transatlantic defense and security program del Center for European Policy Analysis
Nel giorno in cui gli Stati Uniti celebrano la propria indipendenza, il presidente Donald Trump torna al centro delle scena riguardo al conflitto in Ucraina. Dopo aver parlato ieri con Vladimir Putin, senza però ottenere risultati degni di nota, il leader statunitense ha avuto oggi un colloquio telefonico con Volodymyr Zelensky, con cui ha discusso del rafforzamento della difesa aerea. Formiche.net ne ha discusso con Catherine Sendak, direttrice del Transatlantic Defense and Security Program del Center for European Policy Analysis, per capire come la Casa Bianca stia interpretando il proprio ruolo globale in una fase decisiva per la pace nel conflitto ucraino, ma anche per la tenuta dell’Occidente.
Oggi ricorre l’anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti, la più importante festività statunitense. Alla luce dei suoi valori, come giudica l’azione della Casa Bianca sull’Ucraina?
Come ben sa, il 4 luglio qui negli Stati Uniti è una festa molto importante. In questa data riflettiamo sulla nostra nazione, su quanto lontano siamo arrivati, da quanti anni siamo una democrazia. Penso che sia positivo che il presidente Trump abbia organizzato una telefonata con il presidente Zelensky proprio oggi, lo considero un segnale positivo, e mi auguro che lo sia anche l’esito della conversazione. Quello che stiamo vedendo in queste ore, dalla telefonata di ieri tra il presidente Trump e il presidente Putin agli attacchi notturni dei russi all’Ucraina, suggeriscono un rallentamento nel processo di negoziazione. E dobbiamo cercare di capovolgere questa situazione, il prima possibile.
Nella telefonata di ieri, Putin ha ribadito la stessa posizione che la Russia mantiene dall’inizio del processo negoziale e Trump sembra non esserne molto contento. Sta perdendo la fiducia nel presidente Putin? Pensa che smetterà di impegnarsi?
Esatto, Putin non ha né cambiato tono, nè ha cambiato le sue richieste. Ed è molto abile nell’assicurarsi di avere una “negabilità plausibile” dicendo che l’Ucraina non si sta sedendo al tavolo delle trattative in “buona fede”, e che è colpa dell’Ucraina se non si riesce ad arrivare a conversazioni più sostanziali. Penso che il presidente Trump sia frustrato da Putin, e che questa frustrazione stia crescendo. Il fatto che il presidente russo non stia aprendo a nessun tipo di proposta di cessate il fuoco o di conversazioni più concrete, e poi continui a causare danni ingenti e provocare vittime in Ucraina notte dopo notte, sta disturbando Trump. E spero che questo porti a rafforzare la posizione di Kyiv al tavolo negoziale.
Che intende?
Sin dall’insediamento di quest’amministrazione, ho sempre sostenuto che se si vuole portare avanti il tavolo dei negoziati, è necessario farlo nella posizione più forte possibile per l’Ucraina. Siamo arrivati al punto in cui si discute della sospensione delle spedizioni di armi, tema discusso durante la telefonata di oggi. Sono fiduciosa che il colloquio tra Trump e Zelensky porterà a qualcosa di produttivo che possa far trovare modi creativi per dare all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per difendere il suo territorio. E spero che la frustrazione provata dal presidente Trump si traduca in azioni concrete per esercitare pressione sulla Russia affinché prenda decisioni diverse.
Dietro la scelta della sospensione ci sono anche ragioni politiche? O magari il solo annunciarlo, senza poi metterlo in atto, è una scelta voluta da parte di Trump?
Penso che probabilmente sia una combinazione di queste cose. Quando entra in carica una nuova amministrazione presidenziale il Dipartimento della Difesa, come tutti gli altri Dipartimenti, effettua una revisione generale, dalla posizione di tutte le nostre forze al bilancio, dalla strategia di sicurezza nazionale alla strategia di difesa nazionale. Tuttavia, alcuni membri repubblicani del Congresso sono rimasti un po’ sorpresi da quell’annuncio, perché quelle spedizioni erano già state concordate. Presumo che fossero già state messe sotto contratto. Ogni volta che si invia qualcosa all’Ucraina o a qualsiasi partner o alleato, c’è una lunga serie di processi, burocrazia e decisioni che entrano in gioco. E mi sembra di capire che quelle decisioni fossero già state prese. Quindi credo che probabilmente ci saranno alcune discussioni tra il Congresso e l’amministrazione, e probabilmente all’interno dell’amministrazione, su come sarà gestita la faccenda. Ancora una volta, spero che il colloquio di oggi con il presidente Zelensky fornisca alcune risposte su come si evolverà il piano. Ma non è possibile separare questo colloquio dal più ampio dibattito su come arrivare a una situazione migliore in questo conflitto e sedersi al tavolo dei negoziati per discutere di cessate il fuoco. Tutto è collegato. E come lo gestiranno nel breve e nel lungo termine, lo vedremo.
Quanto è importante per gli Stati Uniti e per la solidità nelle relazioni transatlantiche garantire che il conflitto non si concluda in una sconfitta totale per l’Ucraina, ma almeno in un compromesso equo?
Penso che sia di fondamentale importanza. La sicurezza dell’Ucraina si traduce nella sicurezza dell’Europa, queste due cose vanno di pari passo. A mio avviso, è di fondamentale importanza capire che qualsiasi cosa che venga percepita come una vittoria per la Russia darebbe al presidente Putin e al suo team il potere di raggiungere altri obiettivi. Esattamente come abbiamo visto negli ultimi dodici anni. Qualsiasi vittoria percepita dalla Russia, credo, può tradursi in una vittoria per la Cina, il che, ancora una volta, nella politica estera degli Stati Uniti non è qualcosa di positivo e auspicabile. A mio avviso, violare leggi, norme e principi internazionali senza conseguenze porterà a ulteriori conflitti. Quindi, qualunque sia l’accordo negoziato, qualunque sia il cessate il fuoco, penso che sia estremamente importante che gli Stati Uniti e i partner dell’Ucraina comprendano e cerchino non solo la pace, ma una pace sostenibile e completa. Deve consentire all’Ucraina di continuare a difendere il proprio territorio nel lungo periodo. E se non si raggiungerà questo obiettivo, credo che tra qualche anno ritroveremo di nuovo questo argomento, in un contesto diverso.