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Chi (non) c’è nel governo bis di Lecornu

Il presidente francese ha rinnovato il premier uscente per un secondo mandato. Nel nuovo governo ci saranno rappresentanti della società civile e giovani parlamentari. Ma la sinistra e l’opposizione sono pronti per la protesta …

Dopo giorni di riflessione, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha deciso di fidarsi ancora una volta di Sébastien Lecornu e l’ha confermato come premier, nonostante le dimissioni a poco più di un mese dalla prima nomina. In seguito ai colloqui con le diverse forze politiche all’Eliseo (tranne Jean-Luc Melenchon e Marine Le Pen), il capo dello Stato francese ha verificato che nessuno vuole lo scioglimento del Parlamento né tanto meno elezioni anticipate, per cui dare una seconda possibilità a Lecornu per la conformazione del governo è stata possibile. Macon non ha trovato altri candidati per guidare l’esecutivo né ha voluto giocarsi un’altra carta.

“Accetto per un senso del dovere questa missione che mi ha affidato il signor presidente per fare tutto il possibile e dare alla Francia un bilancio entro la fine dell’anno – ha commentato Lecornu dopo avere accettato l’incarico -. Dobbiamo porre fine a questa crisi politica che esaspera il popolo francese e a questa instabilità che danneggia l’immagine della Francia e i suoi interessi. Come ho detto, questo obiettivo si può raggiungere solo sotto determinate condizioni, con le conclusioni necessarie nelle ultime settimane”.

Il premier ha dichiarato che tutte le questioni che sono emerse durante le consultazioni saranno discusse in un dibattito aperto in Parlamento: “I deputati e i senatori potranno assumersi le proprie responsabilità”. In primo piano ci sarà la questione delle pensioni e della riforma del sistema di sicurezza sociale, nonché il recupero dei conti pubblici. “Tutte le ambizioni sono legittime e utili – ha aggiunto Lecornu – ma chi si unisce al governo deve impegnarsi e svincolarsi delle ambizioni presidenziali per il 2027”.

E chi ha scelto il primo ministro per accompagnarlo in questo nuovo tentativo per fare emergere la Francia dalla crisi politica? Membri della società, giovani parlamentari e ministri che erano già nella squadra di Bayrou o Barnier. Domenica è stata annunciata la rosa di ministri, molto più tecnica che politica, che cerca di combinare esperienza istituzionale con volti della società civile, come si legge su France 24. Purtroppo, questo governo nasce con un futuro incerto perché manca l’approvazione della maggioranza parlamentare.

Con un comunicato ufficiale, l’Eliseo ha annunciato i nomi dei 34 ministri e dei segretari di Stato. Nella lista ci sono Laurent Núñez come ministro dell’Interno, già prefetto della Polizia di Parigi e responsabile dei Giochi Olimpici 2024; Catherine Vautrin come ministro della Difesa, e finora al ministero del Lavoro; Roland Lescure confermato al ministero delle Finanze; Jean-Pierre Farandou come ministro del Lavoro della solidarietà, già presidente della ferroviaria SNCF e Monique Barbut come ministra della Transizione ecologica, già direttore del WWF Francia.

Alla guida dell’Istruzione ci sarà Édouard Geffray mentre la gestione del ministero della Comunicazione sarà compito di Catherine Chabaud. Restano agli Affari esteri Jean-Noël Barrot; Amélie de Montchalin nei Conti Pubblici; Gérald Darmanin nella Giustizia; Rachida Dati nella Cultura, Philippe Tabarot nei Trasporti e Annie Genevard nel ministero agricolo.

L’opposizione (con esponenti di destra e di sinistra) ha già annunciato proteste in tutte le città francesi per contestare la scelta di Macron. Il Consiglio dei ministri si dovrà riunire domani 14 ottobre alle 10:00 al Palazzo dell’Eliseo per la prima sessione ufficiale del nuovo governo. In quest’occasione Lecornu presenterà le linee guida del suo piano economico e politico, che questa volta si concentrerà sull’aspetto fiscale, la sicurezza nazionale e la transizione ecologica. L’obiettivo sarà dimostrare che, con questo team, la stabilità è possibile, anche senza il sostegno del Parlamento.


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