In due giorni consecutivi, Roma ha ospitato due momenti importanti per la continuazione del dialogo tra Italia e Arabia Saudita. Mercoledì 22 ottobre, la firma di un protocollo di cooperazione giudiziaria tra i ministri Carlo Nordio e Waleed bin Mohammed al-Smaani; giovedì 23, il Saudi-Italian Business Forum al St. Regis
Due eventi che confermano la progressiva istituzionalizzazione di un rapporto ormai strategico. Nel giro di 48 ore, Roma è stata protagonista dello slancio nella cooperazione con Riad, con il regno saudita che si dimostra tra i principali partner italiani in Medio Oriente. Mercoledì 22 ottobre, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha ricevuto l’omologo saudita Waleed bin Mohammed al-Smaani per firmare un protocollo sulla cooperazione giudiziaria. “Guardiamo alla relazione fra Arabia Saudita e Italia in un’ottica strategica, che ovviamente prevede la collaborazione in tema di giustizia”, ha commentato al termine dell’incontro il ministro saudita, “e auspichiamo che dopo la firma del protocollo di oggi, si proceda a rafforzare ulteriormente la collaborazione bilaterale nel settore giudiziario”. Il ministro Nordio, accogliendo l’invito ufficiale a recarsi presto in visita in Arabia Saudita, ha dichiarato anche: “La reciproca conoscenza è il modo migliore per rendere più forte la nostra collaborazione. Lo scambio di idee non è solo scambio di informazioni ma anche di sentimenti”.
Giovedì 23 ottobre, la capitale ha ospitato il Saudi-Italian Business Forum, con una vasta delegazione saudita e rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano. L’evento, promosso dal Saudi-Italian Business Council e dal ministero saudita degli Investimenti, ha puntato su settori come turismo, design, mobilità, e-commerce e tecnologia. Al St. Regis Rome, dalle 9:30 alle 13:30, l’evento ha fatto da cornice “per rafforzare i legami economici tra Italia e Arabia Saudita, puntando su diversi settori strategici”. Il forum rientra in un ciclo di incontri mirati a rafforzare le collaborazioni economiche e industriali tra i due Paesi, con l’innovazione, le opportunità di investimento e le partnership aziendali che sono gli argomenti in cima all’agenda.
La concomitanza dei due eventi risponde a una strategia di rafforzamento multilivello del rapporto Italia-Arabia Saudita. Oltre al fronte commerciale, il Regno punta su una collaborazione istituzionale e normativa, con la cooperazione giudiziaria vista come leva per sostenere la fiducia e facilitare gli investimenti.
Questa traiettoria era stata delineata ad aprile da Kamel Almunajjed, presidente dell’Italian-Saudi Business Council: in un’intervista a Formiche.net,aveva parlato di un modello integrato di cooperazione, rilevante anche in contesti terzi come l’Africa. Con scambi commerciali saliti a 11,6 miliardi di euro nel 2023 (+35%), l’Italia è tra i principali partner europei del Regno, con forti sinergie nei settori dell’energia pulita, manifattura, aerospazio e cultura.
Secondo il Maggiore Generale Mohammed bin Saleh Al-Harbi, il Forum imprenditoriale segna un altro “momento cruciale nello sviluppo del partenariato tra il Regno dell’Arabia Saudita e la Repubblica Italiana”. Perché? “Si tratta di un’estensione di una serie di incontri di alto livello, tra cui il Forum di Riyadh del 2022 e la Tavola Rotonda di Milano del 2023, che hanno approfondito la cooperazione bilaterale nei settori dell’energia, delle infrastrutture e delle industrie avanzate”.
Per l’esperto saudita di relazioni strategiche, il forum riflette una visione condivisa: “L’ambiziosa Saudi Vision 2030 e l’Agenda per l’Innovazione Industriale Italiana non sono percorsi paralleli, ma piuttosto piattaforme complementari per investimenti congiunti, scambio tecnologico e diplomazia culturale. Con le mutevoli dinamiche globali, questi forum non sono più semplici eventi protocollari, ma sono diventati piattaforme operative che trasformano le intenzioni diplomatiche in progetti concreti e le ambizioni economiche in partnership sostenibili”.
Bin Saleh Al-Harbi spiega che l’impegno del Regno per la diversificazione economica e l’esperienza italiana nella progettazione, nell’ingegneria e nelle tecnologie verdi costituiscono una combinazione naturale. “Stiamo assistendo all’emergere di un’alleanza multidimensionale che rispetta il patrimonio, abbraccia l’innovazione e aspira a plasmare il futuro della cooperazione tra Golfo e Mediterraneo”.
La visita della premier Giorgia Meloni ad Al Ula di gennaio ha consolidato questa intesa con 26 accordi per oltre 10 miliardi di euro. L’attuale intensificazione dei contatti segnala la volontà di costruire un rapporto strutturale, fondato su interessi convergenti. Il dialogo si sviluppa su più livelli: giudiziario, economico, culturale, accademico, industriale. Questa settimana è la fotografia di un partenariato in fase avanzata di consolidamento.
Il passo successivo potrebbe essere un meccanismo di consultazione permanente, sul modello dei dialoghi strategici già attivati con altri partner regionali. La convergenza su dossier globali come sicurezza energetica, infrastrutture e innovazione offre margini per un salto di qualità. L’incrocio di interessi business e le condivisione su ambiti come quello giudiziario sono strumenti permanenti e visibili di cooperazione.