Il quarto vertice parlamentare della Piattaforma internazionale sulla Crimea, che si è svolto a Stoccolma con la partecipazione di decine di Paesi e organizzazioni internazionali, ha ribadito l’importanza di un percorso verso tribunali per crimini di guerra e ha affrontato la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina, confermando la coesione globale sulle linee guida del diritto internazionale. Il racconto di Giulio Terzi di Sant’Agata, delegato italiano in rappresentanza del Senato
Si è tenuto ieri a Stoccolma il quarto vertice parlamentare della Piattaforma internazionale sulla Crimea. La grande partecipazione – dagli Stati membri dell’Ue ai Paesi candidati all’Unione, dagli Stati Uniti al Canada e il Giappone, passando per altri Paesi africani, asiatici e latino-americani – è stata la dimostrazione evidente della compattezza trasversale e globale (non soltanto occidentale) sul fondamentale punto di principio che la soluzione alla guerra di aggressione contro l’Ucraina debba concludersi da una pace giusta. Significativa la presenza anche di numerose organizzazioni internazionali – le Assemblee parlamentari del Consiglio d’Europa, della Nato e dell’Osce, assieme all’Unione interparlamentare e al Consiglio nordico – che hanno partecipato attivamente al dibattito condividendo le conclusioni finali. Per parte italiana, è stato un onore essere presente al vertice in rappresentanza del Senato.
È stato ribadito con forza – lo si legge chiaramente dalla Dichiarazione congiunta finale – l’incondizionato sostegno alla sovranità, all’indipendenza, all’unità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Piena condanna, poi, per l’estrema violenza russa nei confronti dell’intera nazione ucraina, delle sue infrastrutture strategiche e civili, con la dichiarata volontà di negarne e sradicarne completamente l’identità. Ho ricordato nel mio intervento – in sintonia, poi riflessa nella Dichiarazione finale, con gli altri interventi – la profonda preoccupazione per la deportazione forzata di bambini ucraini nella Federazione Russa, spesso attraverso la Crimea. Sono atti che violano non solo il diritto internazionale umanitario ma anche i fondamentali diritti dei minori, sottoposti a russificazione forzata e rieducazione pro-Cremlino. Secondo un’indagine della Yale University, sarebbero 210 i siti dove la Russia indottrina i giovani ucraini all’odio verso le loro famiglie e la loro stessa patria.
La Piattaforma Crimea ha discusso anche delle responsabilità per i crimini di guerra e altri crimini di estrema gravità commessi dalla Russia. In tale contesto, i recenti progressi compiuti nell’istituzione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, nel quadro del Consiglio d’Europa, rappresentano un passo in avanti cruciale.
Il vertice, inoltre, ha insistito sul rafforzamento della pressione sanzionatoria nei confronti della Federazione Russa e dei suoi alleati. Numerose le voci sulla necessità di guardare anche al dopo e di pensare a come sostenere la ripresa economica e la ricostruzione delle infrastrutture critiche, delle industrie, del patrimonio culturale dell’Ucraina. Ho menzionato gli importanti risultati raggiunti alla Conferenza di Roma dello scorso luglio, a cui hanno partecipato oltre 6mila delegati provenienti da 70 Paesi e 45 organizzazioni internazionali, con la firma di oltre 200 accordi e impegni per oltre 10 miliardi di euro.
Il quarto Vertice internazionale sulla Piattaforma Crimea di ieri, quindi, è stato sicuramente un successo. La coesione dimostrata da tutti sui punti cruciali del conflitto russo-ucraino. Lo stesso Speaker della Camera dei Rappresentanti americana, Mike Johnson, è intervenuto esprimendosi in sostegno di una pace giusta che riconosca la sovranità dell’Ucraina. È un segnale forte che è apparso confermare l’aderenza ai principi dello Statuto delle Nazioni Unite da parte di molte decine di istituzioni parlamentari in tutto il mondo. La Piattaforma Crimea, dopo quasi quattro anni di guerra e di violenze, resta intatta.
















