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Gianluca Zapponini About Gianluca Zapponini

Gianluca Zapponini, romano dal 1985, giornalista professionista dal 2016, papà di una bimba e gran goloso di notizie. Nel 2010 fresco di laurea di Scienze Politiche sono approdato a Milano Finanza, per restarci oltre 4 anni. Quotate, mattone, giochi, una spruzzata di politica ma soprattutto tanta tanta finanza pubblica. Poi il passaggio dalla carta stampata all'agenzia finanziaria MF-DowJones e infine l'arrivo a Formiche.net.

Se Mosca chiude i rubinetti per le banche tedesche saranno guai. Parola di Fitch

Se il Cremlino dovesse fermare i flussi verso l’Europa gli istituti teutonici assisterebbero a un deterioramento del proprio business, complice l’impossibilità per le imprese di chiedere e rimborsare i prestiti. E anche per l’Italia ci sarebbero conseguenze

 

La lezione del cardinale Martini 10 anni dopo. Il ricordo di Robiati Bendaud

Di Vittorio Robiati Bendaud

Il Martini che ho conosciuto e che qui ricordo, credo sia quello più rivoluzionario e più autentico, non ridimensionabile, e di vitale importanza per il futuro, forse dissonante ma certamente convergente con la visione del dialogo ebraico-cristiano voluta da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI

Privatizzare ma non troppo. Per Ita la spuntano Air France e Delta

Dopo mesi di riflessioni e rilanci, alla fine il Tesoro spariglia le carte e apre i negoziati con la cordata franco-americana, tagliando fuori i tedeschi di Lufthansa e il gruppo delle crociere. Ora lo Stato rimarrà in forze nella compagnia. Ma attenzione alle elezioni, Lega e FdI mandano già segnali

L'incendio dell'inflazione divora l'Europa (e l'Italia). Ora palla alla Bce

Ad agosto il costo della vita nello Stivale ha toccato l’8,4%, ai massimi dal 1985, mentre nella zona euro è stato raggiunto il picco storico del 9,1%. A rischio migliaia di imprese e posti di lavoro, Francoforte pronta a valutare una nuova stretta da 75 punti base

Meno fiducia, più perdite. Lo psicodramma bancario cinese

Le semestrali dei maggiori istituti del Dragone rivelano un’impennata dei crediti diventati inesigibili, perché legati al mercato immobiliare in agonia. Mentre molte società capitalizzate accelerano la restituzione dei prestiti per non fare la fine dei piccoli risparmiatori truffati dalle banche rurali

Basta col mito del deficit, subito il tetto al prezzo del gas. Parla Tabacci

Intervista al sottosegretario alla presidenza del Consiglio: il tetto al metano è l’unica misura strutturale di cui l’Europa ha bisogno, Draghi lo aveva proposto mesi fa ma non fu preso sul serio. L’Olanda non può tenere in ostaggio l’Unione. Chi invoca nuovi scostamenti di bilancio non sa di cosa parla, gli Hedge fund sono in agguato. Conte? Pensi a quanto fatto dal suo esecutivo con le esplorazioni in mare

Chi rischia grosso (e chi meno) se Mosca chiude il gas secondo S&P

L’agenzia di rating traccia uno scenario qualora la Russia sospendesse quasi del tutto le forniture all’Europa. Berlino finirebbe dritta in recessione a causa della sua dipendenza pressoché totale dal metano russo. Mentre l’Italia potrebbe cavarsela meglio

 

Colpire gli extra profitti non serve ed è sbagliato. Nicola Rossi spiega perché

L’economista, già parlamentare dem, a Formiche.net: l’imposta sui guadagni realizzati con l’aumento del gas poggia su basi sbagliate, un suo remake andrebbe incontro al fallimento certo. Draghi ha ragione, il deficit non va toccato, meglio agire sulla spesa per trovare le risorse con cui raffreddare le bollette. Il tetto al prezzo del gas? Ci può stare ma sarebbe meglio puntare sulla diversificazione delle fonti e neutralizzare Nimby e burocrazia

Gas

Ecco perché Berlino ha fatto retromarcia sul tetto al gas. Report Scope

Dietro l’apertura tedesca al price cap c’è il timore di assistere impotenti alla disintegrazione delle imprese, condannandosi ad anni di crescita anemica e perdendo lo scettro di locomotiva d’Europa. Una paura più forte delle possibili ritorsioni russe

 

Il governo trovi 60 miliardi per salvare le imprese (e il Paese). Parla Vincenzo Boccia

Conversazione con l’ex numero uno di Confindustria, oggi presidente della Luiss. Il Paese va verso la paralisi e con esso l’Europa intera, servono subito interventi di lunga gittata per azzerare le tasse sull’energia, raffreddare le bollette e salvare 500 miliardi di export. Diversamente, sarà la fine. I partiti facciano l’interesse dell’Italia e degli italiani prima di pensare al voto

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