Compie 90 anni Emilio Fede. Nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto, il padre brigadiere dei Carabinieri fu trasferito a Roma quando lui era adolescente. Il suo professore di greco al liceo scriveva la cronaca di Ostia del Messaggero. Il giovane Emilio gli passava le notizie dalla caserma dei carabinieri e il giornale gli offrì il posto di corrispondente da Ostia. Trasferitosi a Torino, dove lavorò per vari giornali (tra cui una fanzine juventina, tanto da diventare tifoso bianconero), nel 1954 entrò in Rai, dove restò fino al 1987, anno di passaggio al tg di Rete A. Nel 1989 fu la volta di Studio Aperto su Italia1, da cui diede vari scoop fra cui l’inizio della Guerra del Golfo nel 1991 e la cattura dei piloti Bellini e Cocciolone.
Legato poi indissolubilmente al nome di Silvio Berlusconi, per 21 anni diresse il Tg4 che divenne anche simbolo di militanza tanto da essere uno dei bersagli preferiti dalla satira.
Ad oggi i giudici di Milano lo hanno condannato per favoreggiamento della prostituzione nelle vicende sulle cene eleganti di Arcore. Sta scontando la pena ai domiciliari fra Milano e Napoli. A Italpress pochi mesi fa ha detto sui rapporti con Berlusconi: “Tutti mi fanno la stessa domanda: ti cerca ancora? Lo hai visto? Si, ci siamo sentiti, ci siamo confermati che ci vogliamo bene alla faccia degli invidiosi, di chi diceva che Berlusconi non voleva vedermi; tutti si aspettano la fine dei nostri rapporti, ma non è così”.
Appassionato (anche troppo) di gioco d’azzardo, è sposato con Diana De Feo da cui ha avuto due figlie, Simona e Sveva.
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