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È arrivato in Vaticano con quasi un’ora di ritardo, a causa di alcuni problemi con il volo da Mosca. E lamentandosi per il traffico romano. Si è presentato nella biblioteca del Palazzo apostolico, dove ha incontrato Papa Francesco, con un volto particolarmente teso e solenne. Ma quando ne è uscito, il presidente russo Vladimir Putin aveva un’aria molto più serena. Un faccia a faccia di 35 minuti tra il leader russo ed il successore di Benedetto XVI per parlare della guerra in Siria, con un rapido accenno alla situazione dei cristiani in Medio Oriente, dei rapporti con la Chiesa ortodossa. C’era una grande attesa per un possibile invito a Mosca di Papa Francesco da parte di Putin. Ma questa speranza è andata delusa.

DI CASA IN VATICANO
Non è ovviamente la prima volta di un presidente russo in Vaticano, ma ogni volta che ciò accade si guarda a quell’incontro come ad un qualcosa di particolare e “storico”, anche per il rapporto molto stretto che intercorre tra il presidente russo e la Chiesa ortodossa locale. È la quarta volta che Putin incontra un Papa regnante in Vaticano. Nel 2000, in occasione del suo primo anno di presidenza, Putin incontrò Giovanni Paolo II. Un secondo incontro con il Papa polacco ebbe poi luogo nel 2003. Nel 2007, invece, l’incontro con Benedetto XVI. E se si considera che per ben due volte, nel 2009 e nel 2011, fu il presidente Dimitri Medvedev ad essere ricevuto Oltretevere, si nota come i rapporti tra Santa Sede e Russia siano particolarmente intensi, tanto che proprio nel 2009 sono state stabilite le relazioni diplomatiche.

VERSO LA PACE IN SIRIA
Come era ampiamente immaginabile, al centro dei colloqui tra Papa Francesco ed il presidente Putin c’è stata la guerra in Siria o, meglio, l’esigenza di arrivare al più presto alla soluzione del conflitto ed alla pace. Fu proprio la guerra in Siria, con il rischio di un intervento armato occidentale, a mettere in “contatto” Putin e Papa Francesco. Fu Bergoglio, infatti, a rivolgersi con una lettera a Vladimir Putin, invitando ad una “soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti”. Putin ha quindi ringraziato Papa Francesco per quel deciso intervento, che ha dato al leader russo un insperato sostegno nel suo “scontro” con gli Stati Uniti di Obama, riconoscendo così alla Russia un ruolo fondamentale nella soluzione della crisi in atto. Putin e Papa Francesco guardano con grande speranza alla conferenza di Ginevra 2, che dovrebbe svolgersi a gennaio e che dovrebbe riunire allo stesso tavolo le varie fazioni in lotta. Sia da parte russa che vaticana, infatti, si ritiene necessario non porre né veti né condizioni alla trattativa di pace dal momento che è urgente “far cessare le violenze, recare l’assistenza umanitaria necessaria alla popolazione e favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto che privilegi la via negoziale e coinvolga le varie componenti etniche e religiose”.

I RAPPORTI CON GLI ORTODOSSI
Si pensava che questo incontro potesse segnare una tappa importante verso una maggiore unità tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, sfruttando in particolare il legame molto stretto tra il potere politico russo e la Chiesa locale. Il Patriarcato di Mosca, infatti, è sempre stato molto legato alla politica tanto che vescovi e metropoliti sono spesso entrati alla Duma. Rapporti, quelli tra Roma e Mosca, che hanno visto vari momenti di tensione, primo fra tutti quello legato alla legge russa del 1997 sulla libertà di culto che distingueva tra le religioni tradizionali e le altre. Nessun passo avanti, con questo incontro, anche perché, come scritto nel comunicato della Santa Sede, nel corso dei colloqui “non si sono trattate questione ecumeniche”. Da questo incontro, quindi, sembra che entrambe le parti vogliano considerare le questioni ecumeniche come riguardanti esclusivamente le due Chiese, senza alcun coinvolgimento del potere politico.

UN INCONTRO LONTANO
Padre Federico Lombardi ha subito precisato che un invito a Mosca da parte del presidente Putin “non era atteso”. Nonostante ciò, però, da più parti si nutriva la speranza che qualcosa potesse muoversi in tal senso. Anche se i precedenti non erano certo di buon auspicio. Nei precedenti incontri, infatti, il presidente Putin non aveva mai rinnovato, né a Giovanni Paolo II né a Benedetto XVI, quell’invito a Mosca rivolto dal presidente Gorbaciov al Papa polacco nel 1989. Putin ha portato a Bergoglio i saluti personali del patriarca Kirill. Ma si è fermato qui. La visita di un Papa a Mosca sembra dunque ancora lontana. Troppe, infatti, le distanze tra le due Chiese. Si era anche parlato, nei giorni scorsi, di un possibile incontro tra i due leader religiosi in un luogo neutrale, come Vienna o Bari, dove si trova il corpo di San Nicola, molto venerato dai fedeli russi. Nessuna svolta particolare su questo punto anche se le parole pronunciate due settimane fa dal “ministro degli Esteri” del Patriarcato russo Hilarion lasciano aperta qualche speranza: “noi non siamo ancora pronti per dire quando e dove avverrà questo incontro, ma siamo pronti per prepararlo e lavorarvi”.

Come collaboreranno Papa Francesco e Putin per Ginevra 2

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