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Attualmente “in mostra” sulla nave Cavour – in questi mesi in giro tra Medio Oriente ed Africa – il V-FIDES, dimostratore tecnologico per velivoli subacquei unmanned di Wass, gruppo Finmeccanica, è uno dei programmi attraverso i quali la società vuole, insieme ad altri progetti, provare ad allargare la gamma prodotti.

Nato come progetto di ricerca, finanziato dalla Regione Toscana, per lo sviluppo di un veicolo subacqueo da utilizzare per misurare l’inquinamento delle acque, V-FIDES potrà trovare applicazioni anche in altri campi. Tanto che Wass ha in mente di sviluppare una famiglia di prodotti unmanned.

PRESTAZIONI
Dotato di tecnologie all’avanguardia, V-FIDES è in grado di arrivare a profondità elevate (oggi 6mila metri, ma che diventeranno 10mila con le previste evoluzioni), è ben manovrabile e può operare sia in modalità AUV (Autonomous Underwater Vehicle) che in remoto (ROV- Remote Operated Vehicle), collegato con la “nave madre” da un filoguida in fibra ottica.

UN NUOVO SETTORE
Stiamo studiando piattaforme, sia filoguidate che autonome, – ha detto Alessandro Franzoni, amministratore delegato di Wass – da utilizzare in missioni critiche civili e militari.
Questo è un settore che per noi sta iniziando adesso, quindi per il momento studiamo i requisiti, poi passeremo a sviluppare un prodotto
”. In campo militare il requisito principale è la mappatura e la successiva rimozione delle mine, seguita da funzioni di “signal intelligence”. Nel civile invece lo spettro di utilizzo del sistema è ancora più ampio.
Se si guarda al solo settore oil and gas, l’unmanned potrà essere infatti impiegato in operazioni di sorveglianza e monitoraggio. “Abbiamo messo sul tavolo un prodotto, che orienteremo in base alle esigenze che ci verranno espresse”, ha aggiunto il ceo. Il mezzo potrà trovare impiego anche in campo archeologico, per mappare ad esempio i siti sommersi.

IN VIA DI RIPOSIZIONAMENTO
Con una presenza completa nel campo dei siluri leggeri e pesanti, nel segmento delle contromisure e dei sistemi di difesa antisommergibile, Wass si sta preparando a riposizionarsi sul mercato attraverso un ampliamento della gamma prodotti da presentare a vecchi e nuovi clienti. “Completare la gamma è per noi una priorità”, ha detto Franzoni. “Siamo fornitori delle marine più importanti, ma dobbiamo trovare nuovi clienti in un mercato che è cambiato ed ha nuove necessità”.
Il numero uno ha poi spiegato che mentre quello dei siluri è un mercato stabile, con una crescita annua del 3-4 per cento, quello delle contromisure sta invece salendo, anche a causa dell’aumentato valore delle navi militari, oramai diventate multifunzione. “Le navi diventano più piccole, ma valgono di più, – ha aggiunto Franzoni – quindi necessitano di nuovi strumenti di difesa da potenziali minacce. Il mercato dei sistemi di protezione antisiluri sta salendo e Wass vuole trovarsi pronta per offrire ai suoi clienti un sistema globale”.

VERSO UN’ALLEANZA EUROPEA
Senza smettere di perseguire la possibilità di un’alleanza europea con Francia e Germania (rispettivamente Thales e DCNS), che consenta al settore subacqueo di compattarsi e rimanere competitivo, Wass sta pensando di rafforzare contemporaneamente la collaborazione con i propri fornitori, anche attraverso partenariati strategici, per accedere a fette più ampie di mercato.
Non ci sono trattative, – ha detto il ceo a proposito di una potenziale alleanza – ma siamo consapevoli che per noi sarà necessaria una soluzione europea per riposizionarci sul mercato in maniera sostenibile. Per garantire i nostri numeri serve crescita”, ha concluso.
La società è in attesa di una commessa da parte dell’India per il siluro pesante “Black Shark”, sviluppato nella versione “advanced” per la Marina Militare. Sul fronte dei siluri leggeri invece ha recentemente ricevuto un contratto, tramite il consorzio Eurotorp, per l’MU-90, da parte di importanti marine dell’area mediterranea.

Tutti i progetti subacquei di Wass

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