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Palazzo Chigi è con ogni evidenza l’ambizione di Matteo Renzi. Ma non ora. Non così. Non senza un passaggio elettorale che sancisca, anzi santifichi, l’ingresso del Sindaco nella stanza del Governo. E chi auspica una staffetta con Letta in tempi brevi resterà deluso.

Motivi ce ne sono tanti. Molti di ordine pratico, come nello stile del personaggio. A cominciare dal fatto che Renzi sa bene che un governo di strette intese difficilmente gli consentirebbe di realizzare le riforme che ha in mente e, più in generale, di esercitare il suo stile di leadership. Senza contare che anche l’attuale pattuglia democrat in Parlamento è stata selezionata da un’altra segreteria, e quindi non necessariamente si mostrerebbe pronta a marciare come un sol uomo dietro il segretario-premier.

Non solo. Mettersi adesso a capo del governo obbligherebbe Renzi a una navigazione con poco vento almeno per il prossimo anno, un inevitabile vivacchiamento che lo porterebbe alle elezioni con la sua aura di leader conquistatore probabilmente scolorita, e con in più con il peso degli eventuali – probabili? – fallimenti dell’esecutivo.

Renzi vuole guidare un governo, ma vuole guidare un governo suo, con una maggioranza sulla quale poter contare ad occhi chiusi. E le proposte sulla legge elettorale lo dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio, con quel premio di maggioranza che nelle intenzioni vorrebbe essere garanzia di governabilità.

Infine, c’è un precedente da ricordare: Massimo D’Alema, per anni bersaglio di elezione della mistica rottamatoria renziana, arrivò nel ’98 a Palazzo Chigi proprio con una manovra simile a quella che ora si immagina. E Renzi si troverebbe inevitabilmente stretto in quel paragone.

Per tutti questi motivi, per ragioni pratiche e di immagine, non credo che Renzi vorrà andare a Palazzo prima di un passaggio elettorale. Non per ipocrite manfrine, ma perché non si accontenta di vincere. Vuole vincere bene.

Renzi non andrà a Palazzo Chigi senza elezioni

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