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A volte una semplice presenza vale più di mille parole. Quando poi si accompagna a una pungente stoccata, questa massima vale ancora di più. Enrico Letta ha detto di non volere partecipare alle dinamiche congressuali, impegnato com’è nella sua “mission impossible” a Palazzo Chigi. Eppure ieri non ha voluto mancare alla presentazione del libro di Chiara Geloni e Stefano Di Traglia, “Giorni bugiardi” (Editori Riuniti).

Solo un libro? Assolutamente no. Quello di ieri era uno degli eventi a più forte trazione anti-renziana degli ultimi tempi. Un ritrovo di fedelissimi bersaniani, con qualche eccezione come la colomba Pdl Gaetano Quagliariello, pronti a ristabilire la verità di quei terribili giorni post-elettorali che hanno sancito la fine delle speranze governative di Bersani e l’inizio dell’esperienza governativa di Letta.

È lo stesso premier a riconoscerlo: “Senza il tentativo di Bersani non ci sarebbe stato questo governo. Se non ci fosse stato quel tentativo i nostri elettori, il nostro popolo non avrebbe mai accettato un governo come questo” dice dal Tempio di Adriano, commuovendo il suo ex segretario. Tra i due strette di mano e gesti di intesa.

PIERLUIGI BERSANI_6_resize

Con chi invece non sembra esserci intesa, è il convitato di pietra a questo evento: “Matteo Renzi”. Letta non lo nomina ma ogni riferimento è puramente voluto: “Invito a leggere questo libro ogni volta che qualcuno ce l’ha con me perché faccio poco”.

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Enrico Letta antirenziano beccato da Pizzi. Le foto

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