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La tragedia del Vajont di cui oggi ricorre il cinquantennale è l’evento calamitoso più pesante in termini di vittime ma purtroppo non l’unico che ha colpito il nostro territorio.

Ricordando il disastro che il 9 ottobre 1963 sconvolse l’area del Vajont il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano questa mattina ha ribadito che “quell’evento non fu una tragica, inevitabile fatalità, ma drammatica conseguenza di precise colpe umane, che vanno denunciate e di cui non possono sottacersi le responsabilità”.

I numeri delle calamità in Italia

Secondo il catalogo storico degli eventi geo-idrologici realizzato da Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) e Dipartimento della protezione civile fra il 1960 e il 2012 tutte le 20 regioni italiane hanno subito eventi fatali: 541 inondazioni in 451 località di 388 Comuni, che hanno causato 1.760 vittime (762 morti, 67 dispersi, 931 feriti), e 812 frane in 747 località di 536 Comuni con 5.368 vittime (3.413 morti compresi i 1.917 dell’evento del Vajont del 1963, 14 dispersi, 1.941 feriti).

La percezione dei rischi

Un’indagine sulla percezione dei rischi di eventi calamitosi tra gli italiani commissionata dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr alla Doxa nell’ambito della Convenzione finanziata dal Dipartimento della protezione civile attesta che il 41% considera frane e alluvioni una minaccia, anche se inquinamento e incidenti stradali sono temuti più delle calamità naturali.

Dalle analisi delle risposte fornite, tra gennaio e febbraio 2013, da un campione di 3.126 persone, emerge come gli italiani mettano al primo posto tra i rischi percepiti quello derivante dall’inquinamento ambientale (il 67% si sente molto o abbastanza esposto); seguono quelli da incidenti stradali (55%), sismico (45%), da alluvioni (24%), frane (17%) ed eruzione vulcanica (12%).

Le cause

L’indagine evidenzia anche le cause che, secondo gli italiani, provocano frane e alluvioni: cattiva gestione del territorio per il 28% del campione, abusivismo edilizio (25%), abbandono del territorio (16%), cambiamenti climatici (16%) e caratteristiche geomorfologiche del territorio (9%). Il dato registra variazioni significative regionali: i cambiamenti climatici sono considerati la prima causa in Trentino-Alto Adige (45%) e Valle d’Aosta (30%), l’abusivismo edilizio è in cima alle risposte dei cittadini di Puglia (38%), Sicilia (33%), Campania (28%) e Calabria (26%).

Non solo Vajont. La mappa delle calamità e la percezione del rischio

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