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Sanzioni e potenziali disastri. La mossa del Senato francese di adottare una risoluzione contro l’Azerbaigian per la crisi con l’Armenia prevede anche alcune sanzioni per Baku, come il sequestro dei beni dei leader azeri e l’embargo sulle importazioni di gas e petrolio dall’Azerbaigian, imponendo misure punitive in risposta all’aggressione militare all’Armenia. Di fatto una mossa pericolosa, che non solo ignora la sentenza con cui lo scorso 17 novembre la Corte Internazionale di Giustizia ha riconfermato l’integrità territoriale azera sul Garabagh, ma che non favorisce la fine della tensione, coinvolgendo l’elemento energetico: un autogol.

La risoluzione francese

Il Senato francese ha votato con 336 sì e 1 no (il ministro Rashida Dati) la risoluzione che sostiene l’Armenia e chiede sanzioni contro l’Azerbaigian. Nello specifico la delibera condanna l’attacco militare azero del settembre 2023; invita l’Azerbaigian a garantire il diritto della popolazione armena al ritorno nel Nagorno-Karabakh fornendo condizioni che ne garantiscano la sicurezza e il benessere; chiede il ritiro incondizionato delle truppe azere dal territorio dell’Armenia; afferma che l’Armenia ha il diritto di proteggere la propria integrità territoriale e dispone dei mezzi per garantire la propria sicurezza, anche con mezzi militari; condanna gli arresti arbitrari dei leader politici del Nagorno Karabakh; invoca la rimozione dell’Azerbaigian dal comitato intergovernativo per la protezione dei valori culturali in caso di conflitto armato; chiede la creazione di un gruppo internazionale di esperti sotto l’ombrello dell’Unesco e la sua missione nel Nagorno-Karabakh per redigere un rapporto informativo sullo stato del patrimonio culturale e religioso; e chiede sanzioni agli azeri, come l’embargo sulle importazioni di gas e petrolio.

Reazioni

In risposta alla risoluzione della camera alta del Parlamento francese, che riflette cioè semplicemente la posizione del Parlamento e non ha alcun potere esecutivo vincolante, il Comitato Milli Majlis per le relazioni internazionali ha chiesto a tutte le società francesi, compreso Total, di lasciare il paese. Se il Gabinetto dei ministri dell’Azerbaigian prenderà in considerazione l’appello del Comitato Milli Majlis ciò influenzerà gravemente gli interessi economici della Francia nel Caucaso meridionale.

Infatti l’Azerbaigian rappresenta il 60% dei legami economici della Francia con i Paesi della regione, relazioni che risalgono a prima della vittoria dell’Azerbaigian nella guerra del Garabagh il cui esito la Francia rifiuta. Appare evidente che in caso di sanzioni contro l’Azerbaigian, Baku non esiterebbe a rimuovere tutte le società francesi dall’Azerbaigian, come Total che è presente in numerosi progetti come il giacimento di Absheron nel Mar Caspio o il progetto dell’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan.

Azerbaigianofobia?

Di azerbaigianofobia parlano i componenti della delegazione parlamentare dell’Azerbaigian presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Pace) dopo che l’Apce non ratificherà le credenziali della delegazione azera. Considerano l’iniziativa di mettere in discussione le credenziali della delegazione dell’Azerbaigian presso l’Apce come “un tentativo deliberato e inaccettabile di interferire indebitamente con il processo elettorale in corso in Azerbaigian e un vivido esempio di azioni insidiose volte a minare il funzionamento delle istituzioni democratiche nel nostro paese, il proposto rifiuto di ratificare le credenziali della nostra delegazione costituirà un duro colpo per la credibilità e l’imparzialità del Consiglio d’Europa nel suo insieme, e la responsabilità delle sue conseguenze gravi e irreversibili ricadrà interamente sui suoi promotori”.

Per questa ragione e di fronte “all’attuale insopportabile atmosfera di razzismo, azerbaigianofobia e islamofobia nella Pace, la delegazione dell’Azerbaigian decide di cessare il suo impegno e la sua presenza alla Pace fino a nuovo avviso”. Di politiche europee anti azerbaigiane parla la comunità dell’Azerbaigian occidentale secondo cui nel 2024 in relazione alle priorità delle Nazioni Unite il documento adottato dall’Unione europea nel 2024 parlava espressamente di garantire i diritti e la sicurezza degli armeni di Garabagh.

Secondo i vertici della comunità dell’Azerbaigian occidentale, quel documento solleva la questione del ritorno degli armeni di Garabagh, “ma allo stesso tempo tace riguardo al diritto degli azeri occidentali di ritornare nella patria dei loro antenati, questo è ancora un altro esempio dei doppi standard dell’Unione Europea”.

@FDepalo

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