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Che cosa fa l’Italia mentre la Germania conferma la propria fiducia nella cancelliera Merkel, Obama alza il tetto del già stratosferico (e non ripagabile) debito pubblico USA mentre la FED a sorpresa ha ancora una volta iniettato (stampato) più di 85 miliardi dollari, mentre in Siria Assad apre a negoziati con gli oppositori e consegna (in anticipo) la lista dei siti di stoccaggio delle armi chimiche, e la prossima settimana dovrebbero incontrarsi all’ONU a New York Obama e il nuovo presidente iraniano Rouhani, e Papa Francesco cambia persone e regole della curia e apre un periodo pre-conciliare (matrimoni gay; comunione ai divorziati; celibato dei prelati)?

Ebbene, l’Italia propone di (s)vendere alcuni asset industriali e patrimoniali dello Stato, si accapiglia attorno a dettagli fiscali tanto insensati quanto insignificanti, ma vede anche la liquefazione dei suoi due principali partiti (PD e PDL) e l’aggravarsi della recessione dell’economia reale (crescita negativa di almeno due punti e circa il 40% in meno di commercio con l’estero in 10 anni) e la crescita della disoccupazione (+12.5%). Non una parola concreta su un progetto olistico per l’Italia (fatta eccezione la bizzarria del pacchetto di svendite denominato “destinazione Italia”).

Più che di “destinazione” ci si attende da un governo di larghe intese che proponga un progetto per il destino dell’Italia e degli italiani (a Bruxelles la massa di disperati giovani italiani scappati nelle ultime settimane per sfuggire al ‘nulla’ nazionale è vistosa e palpabile!). Tranne vaghezze europeiste nulla dice il governo su quale Europa vorrebbe e sul progetto politico che dovrebbe sostenere le sue scelte. Più discretamente (e miracolosamente) la diplomazia italiana si affanna a cercare di operare con una presenza effettiva nei processi in corso (ma poi, a che servirà se il governo non segue con atti politici coerenti e coraggiosi?).

Eppure in una coltre disinformativa nazionale che impedisce artatamente il dibattito aperto e lo scambio di idee esistono gruppi di italiani che capiscono, leggono e scrivono su questioni di primaria importanza, dalla strategia nazionale a quella economica, dall’Unione Europea all’etica e alla sicurezza. Tra gli ultimi dibattiti di grande rilievo per i contenuti esposti segnalo a tutti gli atti video del convegno “L’Europa alla resa dei conti” organizzato dalla Fondazione Ugo La Malfa e tenutosi alla Camera dei Deputati a Roma il 12-13 settembre 2013 (link: http://www.radioradicale.it/scheda/389858).

Dispiace leggere in un articolo che il convegno sia la nascita del “partito anti Euro”. Purtroppo, sono proprio queste le semplificazioni che danneggiano l’Italia e il futuro dell’Europa. Non si tratta affatto di un “partito anti Euro” bensì di una articolata riflessione critica sui gravi disfunzionamenti del sistema europeo e si indica finanche una possibile via d’uscita europeista, senza conformismi ma veramente per l’Europa delle nazioni, dei popoli e del futuro.

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