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“Vertice Pdl sulle sorti del governo” apre il Corriere della Sera, in discussione c’è il destino del governo Letta. A Villa San Martino il Cavaliere ha chiamato ministri e dirigenti del partito per decidere la strategia nel caso venisse votata la sua decadenza da senatore. Per le tensioni tra i partiti slittato a lunedì il Consiglio dei ministri. Il premier Letta: «Continuiamo a lavorare». Il Porcellum a cinque stelle scrive Gian Antonio Stella nel suo fondo, sottolineando che “certo la sua scommessa su una vittoria grazie all’attuale legge elettorale che lui bollò come «contraria alla Costituzione» («Se la Corte costituzionale dovesse dichiararla illegittima avremmo un Parlamento di abusivi» disse Grillo) è una scommessa già fatta da quelli che lui vorrebbe processare in piazza. Il guaio è che sul piatto non c’è solo il destino suo e dei suoi «boy scout». Ma molto di più”. E Tommaso Labate dà conto di come Renzi stia preparando il suo ritorno: due comizi in un giorno.

Attacca Il Fatto Quotidiano: “amnistia, ultima vergogna per salvare il condannato”. Ogni giorno ne pensano una nuova. Ora tocca ai ministri Cancellieri e Mauro rispolverare un provvedimento collettivo di clemenza che, con la scusa di risolvere il problema carcerario, ha come obiettivo una grazia ad personam. No di Pd, M5S, Sel e Scelta civica. A centropagina spicca la “detenzione preventiva”: chiuso nel bunker di Arcore tra scoppi d’ira e depressione. Aizzato dai falchi Santanchè, Capezzone, Minzolini e Verdini, il padrone non si capacita di come, dopo aver creato un partito e speso una fortuna in avvocati, in galera debba finirci lui. Sul fronte Pd Letta gelido con Massimo D’Alema: le correnti reagiscono in maniera scomposta allo schema del Lìder Maximo (Renzi a Palazzo Chigi, Cuperlo segretario e il premier liquidato). I renziani: “Non decide lui”. I bersaniani : voto subito, niente congresso.

Il Foglio apre con Ultimo treno per la giustizia. Pannella e il Cav. Un vecchio savio matto e un macchinista senza agibilità. Ma loro possiedono l’unico salvacondotto che conti per l’Italia. Riformare la magistratura, che non si lascerà mai riformare: il Cav. ha troppo oscillato, direbbe Jacques Vergès, tra il “processo di connivenza” e il “processo di rottura”. I magistrati e quel potere di legittimazione pre-politica cui tengono tanto: il famigerato “controllo di legalità”. Invece Il Giornale è certo: Letta ha i giorni contati: D’Alema lo scarica e punta su Renzi. Il governo paralizzato anche sugli statali. In dubbio la manovra sull’Imu. Amnistia, il Pd già in campagna elettorale chiude le porte. E Fabrizio Rondolino nel suo corsivo certifica: la tentazione ribaltone porta male ai compagni.

L’amnistia non trova spazio, apre invece Il Manifesto, Berlusconi spera nel Senato. Mentre sotto una grande foto della capitale libica, il titolo: “Contagio libanese”. Tripoli in fiamme, 42 morti e oltre 500 feriti per l’attentato più grave dai tempi della guerra civile. Colpite due moschee sunnite al termine della preghiera del venerdì. Per il Libano è la guerra civile. Al centro dello scontro a distanza tra Iran e Arabia saudita, il Paese è spaccato tra sostenitori e oppositori del regime siriano di Assad.

Il Messaggero punta invece su “Scontro sull’amnistia”: il centrodestra rilancia ma il Pd chiude: indecente. Il Cav. riunisce i suoi: «Mi vogliono in galera». Appoggiato dal Colle, Letta spinge le riforme per tutelare il governo: il Pdl non staccherà la spina. Nel suo fondo il professore Giovanni Sabbatucci ragiona su come una riforma elettorale garantisca governabilità. E a centro pagina dossier falsi poveri, finte invalidità: truffa allo Stato da 1,5 miliardi di euro. Dall’inizio dell’anno denunciate 8mila persone, 51 gli arresti.

Repubblica sceglie: “I ministri Pdl: no alla crisi”. Lupi: ci sono altre strade. Oggi mega-vertice ad Arcore. Franceschini riunisce i colleghi di governo: pronti a fare scudo a Letta. Ma il Cavaliere non cede, riporta Francesco Bei nel suo retroscena: “rompiamo”. Spicca un’inchiesta di Andrea Tarquini sull’uso di sostanze dopanti aumentato del 400 percento: il viagra del lavoro, boom in Germania per produrre di più. Per la Stampa “i ministri e i figli provano a frenare l’ira di Berlusconi”. Con Marcello Sorgi certo: amnistia, la strada impossibile. Sul fronte Microsoft: Ballmer lascia. “In pensione entro un anno”. Il titolo sale dell’8,7%. Gates cerca il successore.

Libero già in campagna elettorale, titola: “I sondaggi spingono Berlusconi al voto”. Berlusconi decide il destino di Letta, apre Il Tempo: “Oggi falchi e colombe ad Arcore. Pronto il piano per ritirare i ministri. Cicchitto: tenteremo di evitare la crisi. Cancellieri e Mauro aprono all’amnistia”.

Dodicimila docenti assunti nella scuola, apre Il Sole 24 Ore, ma “sui precari governo diviso”: Tensioni Pd-Pdl su stabilizzazione degli statali e agenzia fondi Ue. E Alberto Quadrio Curzio nel suo editoriale su politica e sviluppo decreta: la stabilità in Italia serve all’Europa.

twitter@FDepalo

Berlusconi e Letta, destini incrociati. Le prime pagine di oggi

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