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I venticinque minuti di anticipo con cui il volo di Erik Thohir, nuovo azionista di maggioranza dell’Inter, atterra a Malpensa sono il biglietto da visita di chi punta a realizzare quella che in Italia è una vera e propria primizia (oltre che almeno fino ad oggi un’utopia): fare profitti e vincere nel calcio di serie A. Le speranze e le attese su Thohir si ritrovano nel poco calcio presente nel suo background, nei molti intrecci di potere, nella competenze di marketing, con l’obiettivo di sfondare lì dove solo le due squadre di Manchester sono state in grado di fare numeri significativi: i mercati asiatici.

FINALMENTE PRESIDENTE
L’assemblea dei soci sancirà ufficialmente l’acquisizione del 70% delle quote del club da parte della società di Thohir, Roeslani e Soetedjo. Ma già poche ore dopo il suo arrivo a Milano il nuovo socio di maggioranza ha visitato la Pinetina, pranzando con Massimo Moratti e il figlio Angelomario, prossimo vicepresidente. Il nodo non è solo burocratico sulla futura composizione del cda, quanto di armonizzazione di risultati. Thohir viene a Milano per realizzare profitti nel calcio, soprattutto potenziando un settore, il marketing, che fino ad oggi nella società di corso Vittorio Emanuele è stato sottovalutato e sottoutilizzato. Ma come, si è chiesto in una delle prime riunioni, il club che nel 2010 ha vinto più di tutti nel mondo (Scudetto, Coppa Italia, Champion’s League e Mondiale per Club) non ha poi raccolto i frutti commerciali di quei trofei? Da questa valutazione ha preso avvio il dossier Inter, che Thohir ha studiato assieme ai suoi due soci, che lo hanno accompagnato anche in precedenti esperienze legate allo sport.

RISTRUTTURAZIONE
E’ il mantra della nuova proprietà: ovvero raggiungere un compromesso tra spese di ingaggi e acquisti, campagne mirate per promuovere il marchio Inter nel mondo, valorizzare i giovani del settore giovanile e assicurarsi talenti che diventeranno campioni, come fatto dal Barcellona con Leo Messi. Quello del settore giovanile è un punto centrale, anche se passato troppo spesso in secondo piano nelle analisi interne alla “vecchia” Inter e sulla stampa nazionale. In Italia la Primavera dell’Inter è una delle realtà meglio organizzate, con investimenti di tutto rispetto e con buoni risultati. Ma con la pecca di giovani calciatori fatti crescere e poi, o svenduti per fare cassa come dimostrano i nazionali under 21 Caldirola e Biraghi, due promettenti difensori finiti in Germania lo scorso agosto, o inseriti in trattative strampalate come la mezzapunta croata Livaja “immolata” all’Atalanta per acquistare Schelotto. Tutte operazioni targate Marco Branca, il dg messo nel mirino delle critiche non solo dagli addetti ai lavori ma pare anche dai nuovi azionisti. Altro fronte di intervento il monte ingaggi, con alcune situazioni legate al recente passato che Thohir non vorrebbe ripetere. Proprio a Schelotto Branca propose un contratto quadriennale per un milione e mezzo di euro all’anno, una cifra troppo alta per un giocatore che ancora non si era espresso ad alti livelli e che oggi diventa proibitivo poter vendere anche a causa dell’ingaggio.

FILOSOFIA INTER
Ecco dunque prendere piede quale sarà la filosofia della nuova Inter, tenendo bene a mente che, al di là delle vittorie del 2010, dei casi scottanti come il mancato scudetto del ’98 (rigore in Juve-Inter a Ronaldo non fischiato) o della sciagurata finale scudetto con la Lazio il 5 maggio del 2002 persa all’Olimpico (e su cui vi furono anche sospetti di totonero), occorreranno uomini capaci tanto nel settore tecnico, quanto in quello strettamente manageriale. Se nel primo caso la contrattualizzazione per tre anni di un allenatore esperto e dalla lunga gavetta come Walter Mazzarri va esattamente in tale direzione, dall’altro iniziano a circolare voci per il dopo-Branca, con l’attuale dg della Roma, Walter Sabatini primo di una lista di potenziali innesti, completata dall’attuale ds del Paris Saint Germain, Leonardo.

CLAUSOLA SALVA TIFOSI
E’ un esplicito comma fatto inserire nella bozza generale del contratto da Moratti. Ovvero se entro un triennio i nuovi proprietari non dovessero fare gli investimenti promessi per mantenere il club al top, allora il patron della Saras potrà ricomprare il club a una cifra molto più bassa. Ma è il prossimo biennio ad essere maggiormente significativo nella strategia complessiva degli indonesiani, in quanto saranno quelli in cui verrà perseguito il primo vero step dell’intero affare: il pareggio di bilancio.

twitter@FDepalo

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