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La sentenza Mediaset su tutte le prime pagine dei quotidiani di oggi. «Arrestate Berlusconi» caccia all’uomo fino all’ultimo, apre Il Giornale. L’accusa concede solo lo sconto di due anni sull’interdizione del Cav. Ma ammette che ci sono errori. E Renzi tifa per l’assoluzione: «Non si fa politica coi processi». Mantre di spalla Vittorio Feltri riflette su come è eccezionale questo Papa normale: “Quando un giornalista scrive della Chiesa è bene che dica subito, per evitare equivoci, da quale parte sta. Personalmente non sto da nessuna parte, non essendo credente. Non per questo tuttavia mi è sfuggito il clamore suscitato dal nuovo e innovativo Papa,che ha dato il via a un’autentica rivoluzione nelle sacre stanze, la ricaduta della quale sui fedeli provoca due sentimenti: stupore ed entusiasmo. Francesco ha fatto a pezzi gli schemi tradizionali”. 

Il Corriere della Sera sceglie “L’accusa: condannare Berlusconi: Ideò la frode ma l’interdizione va ridotta da 5 a 3 anni”. Con il corsivo di Giuseppe Bianconi incentrato su Il tentativo (difficile) di un processo normale. Mentre nel fondo il costituzionalista Michele Ainis ragiona sulle norme scritte per non essere capite in uno “sformato legislativo” tutto italiano. A centropagina spicca lo sfogo di Sergio Marchionne (Qui è impossibile fare industria) e il funerale delle vittime della tragedia in Irpinia, con il racconto dei sopravvissuti nel giorno dell’ultimo saluto.

Attacca Il Fatto Quotidiano: Condanna da confermare “B. ideatore della frode”. Il procuratore generale della Cassazione Mura sottoscrive la sentenza d’appello sull’imbroglio fiscale Mediaset: 4 anni di carcere. Ma chiede uno sconto per l’interdizione dai pubblici uffici: da 5 a 3 anni. Oggi la parola alla difesa: “Abbiamo un asso nella manica”. Stasera o domani il verdetto. E Marco Travaglio nel suo fondo dice che “domani è un altro porno”, perché “Orsù, signori del Pd, non vi agitate. Comunque vada a finire il processo Mediaset in Cassazione, cambia poco o nulla. Siamo in Italia, mica in un Paese serio”.

Il Foglio sceglie un titolo più sottile: “La grande attesa del nulla”. Conclusa ieri la prima giornata d’udienza in Cassazione nel processo Mediaset, che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi. La relazione introduttiva della causa, tenuta dal consigliere Amedeo Franco, è durata due ore e mezza. “Completa e impeccabile”, l’ha giudicata Franco Coppi, difensore del Cavaliere. Il sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Mura, ha poi tenuto la sua requisitoria chiedendo di rigettare tutti i ricorsi e confermare dunque le condanne per gli imputati. Oggi parleranno i difensori, la sentenza tra stasera e domani. Da segnalare inoltre la lotta per il post Bernanke alla Fed, “diventata un circo della gender politics, dove il maschio prevaricatore Summers perde quota sulla femmina emancipata Yellen. Il New York Times si esercita con le acrobazie”.

Sul Messaggero il politologo Alessandro Campi guarda oltre la sentenza ed evidenzia che attorno al verdetto, le ragioni per governare sono più forti delle vendette. Mentre a centropagina ampio risalto alle dismissioni: piano del Tesoro prima tranche da 3,5 miliardi I beni pubblici di Demanio e Difesa collocati in tre fondi. Sceglie l’ironia invece Il Manifesto con “ha fatto bingo”, con riferimento al balzo in Borsa di Milano delle aziende del Cavaliere 130 milioni in un’ora. Mentre in sottoapertura l’inchiesta sul viaggio notturno delle barre al plutonio. La Sogin ammette: «Consegnate agli americani». Non avvisate le Regioni.

Avvenire invece punta sul funerale di Pozzuoli, con “Un addio di popolo”, con il retroscena sulla denuncia: ancora in circolazione troppe vecchie carrette. Mentre l’editoriale di Pierangelo Sequeri si concentra sulla sapienza delle donne, nell’ambito di una riflessione sul Papa e il futuro della Chiesa. E il caso in Siria della scomparsa del gesuita italiano Dall’Oglio.

twitter@FDepalo

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