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Renato Brunetta, il politico Pdl, plaude al tecnico montiano Giavazzi che dopo un temporaneo trascorso come consulente del governo ai tempi del presidente della Bocconi è tornato a impartire lezioni di finanza pubblica dalle colonne del Corriere. Il capogruppo dei berlusconiani tanto ha in simpatia il viceministro Fassina del Pd quanto è puntiglioso con il titolare di via XX settembre, quel Saccomanni di Bankitalia tanto apprezzata quando faceva le pulci all’allora ministro Tremonti (da sempre mal sopportato da Brunetta). Ecco quindi la nuova giravolta annunciata da apposito comunicato stampa.

“Taglio della spesa pubblica, pagamento di almeno 50 miliardi (e non i 20, massimo 30, attualmente nei programmi del governo) dei debiti delle PA, riduzione delle tasse sul lavoro. Ottimo editoriale, quello dell’economista Francesco Giavazzi oggi sul ‘Corriere della Sera’, in cui si spiega come ‘Il Paese ha bisogno di una scossa che ridia fiducia e faccia ripartire l’economia’”, dice il presidente dei deputati del Pdl Brunetta, che considera le considerazioni di Giavazzi “esattamente la posizione politico-economica del Popolo della libertà. Già il programma presentato alle elezioni dello scorso febbraio – spiega Brunetta – prevedeva un piano di riduzione delle tasse di un punto percentuale di Pil all’anno per 5 anni, per un importo totale di 80 miliardi (16 miliardi all’anno, di cui 8 destinati alla riduzione della pressione fiscale sulle famiglie e 8 alla riduzione della pressione fiscale sulle imprese), totalmente coperto da un taglio del 10% in 5 anni, vale a dire proprio 80 miliardi, della spesa pubblica improduttiva”.

Quanto al costo del lavoro, continua Brunetta, “il professor Giavazzi cita il modello tedesco. Ebbene, dobbiamo fare come la Germania nel 2003, quando, per attuare le riforme che hanno portato quel paese a divenire la ‘locomotiva d’Europa’, fu sforato il Patto di Stabilità (fino a definire ‘stupidi’ i parametri di Maastricht) e non come la Grecia, che per rispettare i paletti di bilancio imposti dall’Ue ha portato l’economia nazionale in una spirale recessiva sempre peggiore, che compromette la realizzazione delle riforme stesse e, di conseguenza, degli obiettivi di bilancio. La sequenza deve essere: riforme, quindi rispetto dei vincoli. E non: rispetto dei vincoli, e se si riesce riforme”. Conclude Brunetta: “Caro professor Giavazzi, la tua proposta è la nostra e la nostra proposta e’ la tua. Speriamo sia anche quella di Letta-Saccomanni”.

Brunetta legge il Corriere e scopre un Giavazzi amaro per Saccomanni

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