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Il programma F-35, dopo i democratici, divide anche la pattuglia grillina a Palazzo Madama. Ieri una riunione dai toni accesi, che ha evidenziato la profonda frattura tra chi vorrebbe un governo di cambiamento con il Pd e i “duri e puri” che seguono la linea isolazionista del comico genovese.

LA MOZIONE CASSON
Il gruppo grillino – scrive Repubblica – si spacca sull’atteggiamento da tenere in Aula rispetto alla mozione del democratico Felice Casson, che chiede la sospensione del programma degli F-35, il caccia della Lockheed Martin partecipato dall’italiana Finmeccanica. Dopo un durissimo braccio di ferro, i falchi capitolano e a prevalere sono i dialoganti. Ma il rompete le righe è caotico, l’esito del voto apertamente contestato dagli sconfitti.

LA STRATEGIA DEI DIALOGANTI
La sfida sugli F-35 – continua l’articolo a firma di Tommaso Ciriaco – è senza esclusione di colpi. In quindici boicottano l’indicazione degli “ortodossi” e impongono il sì anche al testo Casson (leggermente più morbido di quello grillino che chiede l’addio al programma), presentato dai “pacifisti” dem contro la mozione di maggioranza Pd-Pdl-SC. Dodici votano contro, in cinque si astengono. La pattuglia delle colombe ricorda quella che si schierò per Pietro Grasso. Solo che stavolta è più numerosa. E vince.

I NOMI DEI “DISSIDENTI”
La linea di frattura è ormai evidente. Tra gli altri, si esprimono a favore della mozione del parlamentare democratico i senatori Campanella, Bocchino, Giarrusso, Battista, Bencini, Orellana, Buccarella. Favorevole è anche Pepe. Contrari, invece, sono Crimi, Bottici, Martelli, Taverna, Puglia. Si astiene Cotti.
I due gruppetti, ormai – spiega il giornale diretto da Ezio Mauro – convivono a fatica. Il voto di oggi darà la dimensione di quanto questa convivenza sia ormai da “separati in casa”.

Gli F-35 abbattono pure i 5 Stelle

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