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Allarme debito pubblico per l’Italia, con riflessi tutti da decifrare nel rispetto degli impegni europei in termini di finanza pubblica.

L’allarme si rintraccia nelle pieghe del X Rapporto del Nens su “Andamenti e prospettive della finanza pubblica italiana”. Il Nens è il centro studi fondato da Vincenzo Visco e Pierluigi Bersani in cui per anni l’attuale viceministro all’Economia, Stefano Fassina (Pd), è stato il responsabile scientifico.

Il tallone d’Achille

Il “punctum dolens” dei conti pubblici italiani, secondo il Nens, è rappresentato dal “rapporto debito/Pil”. Nel Def – è scritto nel rapporto pubblicato oggi – “si sottolinea (sebbene questa informazione non abbia ricevuto la dovuta attenzione nella discussione pubblica) che, se anche si rispettassero le previsioni del governo, il rapporto debito/Pil nel 2013 si collocherebbe molto al di sopra del valore massimo previsto nel famigerato benchmark stabilito con il cosiddetto Six Pack”.

Il debito mormora

Ciò, secondo gli analisti del centro studi fondato da Bersani e Visco, “non avrebbe conseguenze immediate, posto che l’Italia, essendo appena uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo, si trova in un regime transitorio”. Tuttavia – notano gli esperti del Nens – la prima verifica della regola sul debito è prevista per il 2015 e, data la natura cumulativa del debito, “lo scostamento qui previsto rappresenta un’ulteriore ragione di deviazione dal percorso (invero caratterizzato da una rigidità poco comprensibile) di rientro dal debito”.

Il quadro intricato

Il quadro – riconoscono gli economisti dell’istituto – è “piuttosto intricato e di interpretazione non immediata”. C’è infatti un sovrapporsi di regole e di obiettivi, sostanzialmente coerenti tra loro, ma tra i quali è naturale chiedersi se esista una gerarchia. Secondo recenti notizie di stampa – ricorda il rapporto – il commissario europeo Rehn avrebbe in mente di proporre una maggiore flessibilità rispetto all’obiettivo di Mto (obiettivo di medio termine) a condizione che siano rispettati il vincolo del 3% sull’indebitamento netto e il ritmo di riduzione del rapporto debito/Pil.

Le conclusioni

“Se le cose stessero effettivamente così – è la conclusione del X Rapporto sulla finanza pubblica – alla luce delle osservazioni svolte la condizione del nostro Paese non risulterebbe facilitata, posto che è proprio sul parametro del debito che il nostro Paese si trova in maggiore difficoltà”.

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