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Partono i dialoghi di pace tra il governo afgano e i talebani. Con un ruolo fondamentale per gli Stati Uniti, che saranno mediatori del processo di negoziazione. La notizia è stata confermata oggi da un funzionario americano.

I militanti islamici hanno deciso di aprire un ufficio di rappresentanza a Doha, in Qatar, per facilitare la riapertura dei negoziati. A riattivare le speranza è il ritiro dei soldati della Nato dall’Afghanistan. Ancora non si sa la data precisa dell’apertura dell’ufficio.

La speranza afghana

“Credo che gli Stati Uniti avranno il loro primo incontro da molti anni a questa parte con i talebani, tra un paio di giorni a Doha”, ha detto il funzionario statunitense, che ha definito la scelta dei talebani “l’inizio di un percorso molto difficile”.

Il presidente afgano, Hamid Karzai, aveva informato qualche ora prima che il controllo della sicurezza pubblica sarebbe fatto dalle forze locali dopo un attacco dei talebani che ha lasciato tre morti civili.

“Oggi è una giornata importante per gli sforzi fatti a favore della pace in Afghanistan”, ha detto in una conferenza stampa un rappresentante del presidente Barack Obama.

Le condizioni del dialogo

Il processo però non manca di condizioni: “i talebani e gli altri gruppi devono rompere i legami organizzazioni come Al-Qaeda e i suoi derivati, devono porre fine alla violenza e rispettare la Costituzione afgana”, hanno detto i funzionari americani. Tra i principi costituzionali ci sono i diritti delle donne e delle minoranze.

Il ruolo degli Stati Uniti

Il governo americano avrà un ruolo importante in questo processo di dialogo per la pace. Ma l’amministrazione di Obama ha voluto precisare che si tratta di una negoziazione “tra gli afghani, non gli Stati Uniti, e i talebani”. La funzione degli americani sarà solo quella di mediazione.

Tentativi falliti

Sono stati diversi i tentativi di dialogo degli ultimi tra il movimento integralista talebano, la comunità internazionale e il governo dell’Afghanistan. Purtroppo con pochi risultati.

Nel 2001, i negoziati portati avanti da Kabul si sono fermati dopo l’assassinio in un attentato suicida del ex-presidente Burhanudín Rabbani, chi dirigeva il Consigli di pace afgano.

Gli Stati Uniti ci hanno provato indipendentemente nel 2012 tramite il Qatar ma i talebani si sono ritirati dopo due mesi accusando Washington di non avere un impegno serio. Questa, invece, grazie al ritiro delle troupe, potrebbe essere la volta.

Afghanistan, ripartono i negoziati sotto lo sguardo degli Stati Uniti

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