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Carta oppure online? Testate tradizionali o giovani? Aggiornamento continuo o approfondimento? Il mondo dell’informazione online anche in Italia è in piena trasformazione, così come le modalità di fruizione delle notizie da parte dei lettori e la loro percezione delle testate quanto a credibilità, indipendenza e adattabilità social.

A chiarire il quadro è Human Highway, l’istituto di ricerca diretto da Giacomo Fusina, con lo studio sulla fisionomia delle testate online di attualità, analizzato e approfondito in una conversazione con Formiche.net da Andrea Santagata, amministratore delegato di Banzai Media.

Le testate analizzate

Human Highway ha focalizzato la sua ricerca sugli scenari dell’informazione online, Tablet, Web, Mobile e Social News, interpellando un campione di lettori dei siti web dei quotidiani tradizionali e dei nuovi giornali online ‘pure digital’. Le dodici testate prese in considerazione? Il Fatto Quotidiano, Linkiesta, Giornalettismo, il Post, l’Huffington Post, FanPage, Ansa, Repubblica, La Stampa, il Corriere, il Sole 24 Ore, Lettera 43.

“Lo studio – spiega Santagata – è stato realizzato da Human Highway, una società indipendente di ricerca da circa venti anni sul mercato italiano e che si è specializzata in analisi sul segmento digitale. Noi di Banzai abbiamo dato un piccolo contributo economico, abbiamo sostenuto questa ricerca molto importante e trasparente. D’altra parte siamo tranquilli del fatto che i nostri prodotti siano validi. E’ fondamentale analizzare le trasformazioni nel settore dei media con ricerche specifiche, altrimenti mancherebbero dati da valutare e su cui il mercato dovrà poi confrontarsi”.

I numeri della ricerca

Sono 13,2 milioni gli individui che si informano online. Il segmento dei fruitori abituali d’informazione online (Web e Mobile) raggiunge nel 2013 il 47,1% degli utenti internet maggiorenni. E l’incremento rispetto al 2012 (10,8 milioni) è dovuto a due fattori: l’apporto dei device mobili e l’aumento della frequenza media di consultazione dei siti d’informazione, mai stata così richiesta nel settore online.

L’indipendenza delle nuove testate

“Quello che emerge è l’ottimo posizionamento del Fatto Quotidiano e delle nuove testate d’informazione, pur con volumi di traffico non paragonabili a quelli dei player tradizionali. I nuovi quotidiani riescono infatti ad avere un grande apprezzamento da parte degli utenti, soprattutto per la percezione di un’indipendenza più forte rispetto alle testate tradizionali”. Un plus importante, secondo Santagata, che sottolinea come, secondo lo studio, il Fatto e il Post siano le due testate riconosciute garanti dell’indipendenza dell’informazione. “Repubblica, il Post e Linkiesta si differenziano in termini di fiducia che viene loro accordata dai lettori”, si legge sulla ricerca.

Testate di nicchia?

Secondo Santagata, “le nuove testate, d’altra parte, non hanno l’ambizione di sostituire il Corriere della Sera o Repubblica, ma è importante che al lettore diano un punto di vista diverso o che pongano altre domande rispetto al mainstream, un aspetto considerevole per il lettore avanzato che vuole arricchire la sua dieta mediatica”.

E, secondo l’ad di Banzai Media, non è più tempo di parlare di testate di nicchia. “Giornalettismo seleziona notizie da 4000 fonti in quattro lingue, mentre il Post si caratterizza più per gli approfondimenti. Ma sono testate che contano 100/150 mila visite al giorno, numeri che solo tre anni fa erano un terzo”. E Linkiesta, considerando anche la nuova direzione, ed impostazione? “Ancora presto per dare giudizi, e del resto, difficile sapere quanti lettori abbiano percepito le novità”.

Gli aggiornamenti realtime

Quanto è importante l’aggiornamento continuo? “Le testate come il Post che non vogliono per forza seguire la notizia del momento su cui hanno meno da dire, offrono approfondimenti o un bouquet di notizie diversi dal mainstream. L’aggiornamento realtime – sottolinea – paga se si dice qualcosa non ancora annunciato. Per la notizia del momento, l’Ansa resta l’Ansa, senza rivali nella percezione di offrire un servizio informativo in tempo reale. Certo, il quotidiano online è una versione più evoluta dell’agenzia di stampa se le informazioni vengono arricchite, approfondite e se si vanno a cercare notizie che a torto i quotidiani ritengono più di nicchia. C’è una fascia di lettori che apprezza questo lavoro, molto legato al mondo social”.

I social network e le differenze Twitter/Facebook

Ma quanto contano i social network nella diffusione delle notizie? Sostituiranno i quotidiani nella fruizione dell’informazione? “Twitter può essere usato come Rss Reader, su cui si possono selezionare e analizzare delle fonti realtime, spesso più delle agenzie di stampa. E sostituisce in parte l’informazione tradizionale, dandole spunti e facendo leva. Nel caso di una morte importante o di uno scontro, un approfondimento rilanciato subito dopo su Twitter diventa un momento di rilancio”, evidenzia Santagata. E quali sono i punti di forza di Twitter e Facebook? “I due social network sono molto diversi, ma Facebook genera più traffico e spicca in termini volumetrici. Ma c’è anche una distinzione sulla notizia in sé. Su Facebook vince quella più curiosa, l’informazione d’intrattenimento, mentre su Twitter quella più tempestiva o sofisticata”.

Il boom delle condivisioni 

I dati sulla risonanza dell’informazione di attualità sui social network dicono tutto. Come sottolinea Human Highway, “l’andamento del numero di condivisioni degli articoli rilevati su quaranta testate d’informazione di attualità mostra un trend di crescita sostenuta: negli ultimi 18 mesi il numero di condivisioni rilevate su Facebook, Twitter e Google+ degli articoli delle 40 principali testate d’informazione italiane è aumentato del 200%, passando dalle 100mila medie di fine 2011 alle 300mila medie della primavera 2013”.

Le grandi firme tradizionali e i “personaggi”

E le grandi firme? Secondo la ricerca “il giudizio migliore, e fuori scala, è riservato ai giornalisti del Fatto. Si distinguono poi Repubblica, il Post e Linkiesta”. Ma quanto contano nelle nuove testate? “Le grandi firme sono importanti, ma sull’online vince chi sa dire la sua, e in maniera diversa. I blogger di fama possono essere considerati firme storiche del giornalismo tradizionale?”, si chiede Santagata. “Molti sono ‘personaggi’, magari nati su Twitter, che sanno dire la loro con una taglio particolare che la rete apprezza”.

I tablet e l’incremento della fruizione a pagamento

“La speranza del futuro passa dal Tablet”, si legge nello studio Human Highway. Secondo Santagata però la vera notizia non è la centralità del tablet. “Si tratta di un milione di lettori contro i 13 interessati all’informazione online, numero che sfiora i 15 se si comprendono anche i lettori cartacei. Il dato inaspettato? Che sul tablet cresce la fruizione a pagamento. Una buona notizia”, commenta Santagata, a maggior ragione in tempi di vacche magre quanto a incassi pubblicitari. Il tablet, del resto, “porta ad una propensione a pagare per le notizie, è la carta fruita in modalità pay, a differenza dello smartphone che si concentra sul realtime e sulla diversificazione”. Ecco i numeri: la crescita rilevata negli ultimi dodici mesi, si legge sulla ricerca “Scenario dell’informazione online di attualità” di Human Highway, porta “quasi al raddoppio del numero di individui che possono utilizzare un servizio d’informazione online a pagamento: dai 750mila del 2012 al milione e 450mila del 2013”.

La carta stampata e la dieta digitale dei giovani

Declino dei giornali cartacei? “La carta sta reggendo – sottolinea – ma rappresenta un pezzo della dieta mediatica. Una parte dei lettori è sovrapposta tra fruizione online e cartacea, ma una parte dei nuovi cittadini, specialmente quelli tra i 25 e i 45 anni, ha ormai una dieta sulle news puramente digitale, bimedia, tra internet e tv”.

Medaglia d’oro al Fatto

Concludendo, qual è il giornale online incoronato dallo studio? E chi si è distinto di più nell’ultimo anno? “La testata che emerge in modo più forte è senz’altro il Fatto Quotidiano, ma tra i nuovi quotidiani online esce molto bene anche il Post. E i tradizionali che puntano sulla diversificazione per la fruizione su tablet”, conclude.

Il Fatto, Il Post e... I giornali online più amati (e non)

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