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I famosi “15 minuti” di popolarità? Un vecchio vezzo della stampa, stando a quanto scrive Linkiesta a proposito della chiusura di due blog come Bimboalieno e Phastidio. Il primo ispirato da Andrea Boda, il secondo curato dall’economista Mario Seminerio: due strumenti che negli ultimi anni, complice l’eurocrisi, hanno stimolato il dibattito in un Paese, l’Italia, dove in alcuni settori come appunto l’economia, non c’è abbondanza di esperti e addetti ai lavori che si vogliano cimentare con analisi e commenti non paludati o troppo accondiscendenti. Ma al di là delle motivazioni o dei riverberi delle decisioni di Boda e Seminerio, Linkiesta ha cercato di interpretare le cause della chiusura, o della sospensione, dei due blog.

L’attacco
Se da un lato il sito Linkiesta è rammaricato “perché in un panorama italiano in cui sono le tesi complottiste a essere quelle prevalenti, sia Bimboalieno sia Phastidio erano due fari nella nebbia”, dall’altro avanza due considerazioni. Ne perderà la discussione economica su internet, sostiene, che potrà dar sfogo alle teorie più assurde (“come quella del signoraggio, di cui Phastidio ha scritto pagine pregevoli”). E poi: “Ogni tanto gli individui arrivano a un punto di non ritorno. La crisi dell’eurozona ha messo in luce diversi soggetti, fra questi Seminerio e Boda, che hanno distratto tempo alla loro attività primaria per dedicarsi a qualcosa di stimolante per l’ego, ma non certo per il portafoglio. Con le ospitate in televisioni non si mangia. E, come dice un vecchio adagio statunitense, abbiamo tutti un mutuo da pagare”. Conclusione interrogativa: “Vera stanchezza o solo voglia dei famosi quindici minuti di popolarità?”.

La risposta di Phastidio
La replica di Mario Seminerio, in un commento postato, non si è fatta attendere. “Questo cosiddetto “corsivo” (in realtà uno sghembo stampatello) de Linkiesta è un esempio eclatante di come l’informazione in Italia sia scesa a livelli da trivio. In primo luogo, accomunare nella “analisi” soggetti che hanno differente storia personale indica una robusta dose di sciatteria, non solo giornalistica. Quanto alla “monetizzazione”, chi scrive ha avuto ed ha rapporti di collaborazione (remunerati) con testate giornalistiche registrate, quindi non si vede su quale realtà potrebbe incidere l’annuncio qui sopra, anche se è pacifico che per diventare ricchi servirà ben altro. Piuttosto, è vero che proporre contenuti mediamente ragionati richiede tempo e documentazione, ed allo stato attuale pensare a una monetizzazione che dia da mangiare è velleitario. A maggior ragione per le testate giornalistiche online. Ad ogni buon conto, i migliori auguri a Linkiesta, che tempo addietro aveva effettivamente evidenziato problemi di monetizzazione piuttosto importanti, che ci auguriamo ora ampiamente superati. Tutti dobbiamo imparare, quando incontriamo modelli positivi e destinati a durare oltre lo spazio di un mattino di startup. Sperando che i quindici minuti di popolarità non arrivino per un coccodrillo di chiusura delle attività. Anche per chi ha comprato casa senza ricorrere al mutuo. Aggiungo una cosa io: complimenti, andatene fieri di articoli anonimi come questi. Bravi”.

E quella di Boda
Anche Boda ha replicato seccato alle insinuazioni de Linkiesta: “Tralascio di parlare di me, ma pensare che Mario Seminerio, che collabora da tempo con diverse testate, dopo oltre 10 anni di blogging ed inviti su TV nazionali, lasci per “15 minuti di popolarità” è giudizio quantomeno superficiale. Stiamo parlando di qualcuno che viene fermato per strada dai passanti, posso testimoniare a riguardo, e ringraziato per l’impegno profuso. La vera stanchezza è doversi quasi scusare nel dire “basta” , che già di per sé costa fatica e dolore, perché significa rinunciare ad un qualcosa che fino al giorno prima ha costituito impegno quotidiano, dedizione profonda, alimentata da puro slancio divulgativo”.

twitter@FDepalo

 

 

I blog chiudono? Abbasso i blogger

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