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Il mondo sta per entrare in una nuova era. Dal crollo dell’Unione Sovietica, il globo ha affrontato una delicata fase che volge ora al termine.
Sullo sfondo, il dominio incontrastato degli Stati Uniti, l’ascesa problematica della Cina e le difficoltà politiche dell’Europa.
L’analisi in un articolo a firma di George Friedman (nella foto), fondatore e presidente di Stratfor, società americana leader nel settore dell’intelligence.

I TRE PILASTRI DEL SISTEMA INTERNAZIONALE
La fine della Guerra fredda nel 1991 ha portato molti cambiamenti nel sistema internazionale, basato da allora su un equilibrio fra Usa, Europa e Cina.
Oggi però – sostiene Friedman – l’Europa sta frenando economicamente ed è politicamente divisa e su un altro versante il miracolo economico cinese sta volgendo al termine e Pechino sta cominciando a esaminare le sue opzioni militari.
Gli Stati Uniti invece si stanno ritirando dall’Afghanistan e riconsiderando il rapporto tra preminenza e onnipotenza globale.
Niente è com’era nel 1991.

GLI ERRORI DI EUROPA E CINA
Per il presidente di Stratfor, sia l’Europa che la Cina hanno pensato al mondo nel post-Guerra fredda in modo simile. Entrambe hanno ritenuto che le questioni geopolitiche e anche quelle di politica interna potessero essere soppresse e, talvolta, addirittura ignorate.
Lo credevano questo perché pensavano di essere entrate in un periodo di prosperità permanente. Tali periodi però si alternano a stagioni di austerità, come quella che le ha raggiunte.

LA LEZIONE GEOPOLITICA DEGLI USA
Gli Stati Uniti secondo Friedman sono emersi dal post-Guerra Fredda con una grande lezione: il potere militare è importante, ma è molto più difficile rimodellare la società a propria immagine.
Una grande potenza gestisce in tutto il mondo le questioni di routine non attraverso l’intervento militare, ma manipolando i rapporti di forza.

INIZIA UNA NUOVA ERA
Dopo la fase post-Guerra fredda, per il ceo di Stratfor “stiamo ora entrando in una nuova era”.
Difficile assegnargli un nome, ma già ci sono diverse caratteristiche che la caratterizzano.

Come detto gli Stati Uniti rimangono la potenza dominante del mondo da tutti i punti di vista, anche se hanno adottato un profilo più basso e prudente.

Per quanto riguarda l’Europa – proseguono le considerazioni – essa sta tornando invece alla sua normale condizione di più stati-nazione. Mentre la Germania sogna un’Europa in cui può scrivere i bilanci di tutti gli stati “minori”, l’Unione europea degli stati-nazione guarderà a Cipro e sceglierà di fallire piuttosto che perdere la sovranità.

La Russia sta invece riemergendo, non facendo sempre i suoi interessi economici, ma aumentando la propria influenza politica attraverso forniture privilegiate di gas e altri prodotti.

La Cina sta cercando di gestire la nuova realtà economica. L’allineamento del Partito Comunista a tassi di crescita più bassi non è facile. La ragione dell’esistenza del partito non può che essere la prosperità. Senza prosperità, ha poco da offrire oltre uno stato autoritario.

L’ultimo aspetto è che una serie di nuovi Paesi emergeranno per integrare e all’occorrenza sostituire la Cina quale epicentro mondiale di alta crescita a bassi salari: America Latina, Africa e le parti meno sviluppate del Sud-est asiatico.

RELATIVITÀ DEI RAPPORTI DI FORZA
C’è un paradosso, per Friedman, in tutto ciò che è accaduto dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica in poi.
Mentre gli Stati Uniti hanno commesso molti errori, la frammentazione dell’Europa e l’indebolimento della Cina significano che gli Stati Uniti emergono più potenti, anche se con un potere relativo.

I suoi due grandi contrappesi stanno perdendo la loro capacità di contrastare il potere degli Stati Uniti, perché hanno erroneamente creduto che il potere reale fosse il potere economico. L’Europa è frammentata e alla Cina ci vorranno molti anni per rafforzare il suo potere militare.

Gli Stati Uniti hanno combinato con equilibrio diversi poteri – economico, politico e militare – e ciò ha consentito di mantenere il loro potere quando la loro forza economica globale ha vacillato.

La nuova era è già iniziata, ma ciò che accadrà lo vedremo nei prossimi anni.

Il futuro dell'Europa secondo Stratfor

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