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I capi di Stato e di governo si riuniscono periodicamente nei vertici di Bruxelles, ma chi alla fine decide sul da farsi è Mario Draghi, che lo ‘Spiegel’ nel suo nuovo numero definisce “l’uomo forte d’Europa”. Il settimanale di Amburgo prende le mosse dal recente vertice di Bruxelles di giovedì scorso, quando dopo aver atteso abilmente che dopo le 23 fosse stata sparecchiata la tavola ha preso la parola il presidente della Bce, il quale ha spiegato che la soluzione della crisi non consiste nel chiedere alla Germania di contribuire di più.

Dopo che Draghi aveva sottolineato come altrove “bisogna ridurre il costo del lavoro ed il deficit di bilancio”, lo ‘Spiegel’ scrive che il presidente della Bce ha puntato il dito “sul Paese che ha il maggior bisogno di riforme, la Francia”.

“Se l’avesse detto la Merkel”, spiega il settimanale, “i capi di governo dei Paesi del Sud Europa avrebbero subito obiettato, ma quando Draghi ha terminato il suo discorso di 20 minuti nemmeno Francois Hollande ha sollevato obiezioni. Cos’ è fatta l’autorità”.

Lo ‘Spiegel’ scrive che la Bce è diventata “una sorta di governo ombra europeo, che non solo influenza i mercati finanziari, ma decide anche quanto deve guadagnare un insegnante greco”. Pur sottolineando che gli uomini di Draghi “fanno politica senza essere stati eletti”, lo ‘Spiegel’ precisa che “la Bce è spesso l’unico attore capace di agire nella complicata costruzione europea, in cui i capi dei governi nazionali sembrano spesso paralizzati davanti alla crisi finanziaria”. Draghi ha due assi nella manica, rileva il settimanale, poiché “in caso di necessità può far stampare il denaro che manca e senza riguardo per gli elettori può prendere decisioni in grado di modificare l’intera Eurozona”.

Lo ‘Spiegel’ nota che al di fuori della Bce “quasi nessuno ha più dubbi sulla sua crescente influenza”, pur precisando che l’Eurotower “agisce perché i governi non vogliono farlo”, anche se in questo modo “mette a rischio la sua credibilità”.
Riguardo alla situazione italiana uscita dalle recenti elezioni, il settimanale conclude che Draghi “si trova in un dilemma”, poiché “se l’Italia abbandona la via delle riforme, in base alle sue regole la Bce non potrebbe più acquistare i suoi bond, nel caso di un ritorno della crisi. Se invece lo fa, si gioca la sua credibilità”.

Perché, secondo lo Spiegel, Draghi è il leader dell'Europa

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