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Dal 2009 Razan Ghazzawi non ha mai usato uno pseudonimo per firmare i suoi commenti sul blog contro il regime di Bashar al-Assad. Neanche dopo che è stata detenuta a Damasco a febbraio dell’anno scorso insieme ad altri 14 dissidenti, quando gli scontri e le pressioni verso gli oppositori sono diventati più pesanti.

Ma loro erano già pronti. Quando uno degli oppositori  viene arrestato – racconta il Guardian – gli account vengono chiusi da conoscenti all’estero. Questo non può aiutarli ormai, ma può proteggere i suoi amici e sostenitori perché vengono annullati i dati e le informazioni.

Questa trentenne laureata in letteratura inglese ha la doppia cittadinanza: siriana e americana. Dopo avere vissuto in Tunisia e in Egitto è tornata in Siria. Secondo il Telegraph, è diventata icona della dissidenza siriana proprio per non nascondere la sua identità nelle denunce che ha fatto attraverso i post e l’account Twitter @RedRazan. Ghazzawi è un punto di riferimento perché aggiorna in maniera continua il blog sulla situazione nel Paese, con speciale attenzione ai diritti umani.

Il 4 dicembre, quando viaggiava verso la Giordania, Ghazzawi è stata accusata di “indebolire il sentimento nazionale e ravvivare gli scontri” per cui è stata condannata a 15 anni di carcere. Dopo due settimane ha ottenuto la libertà condizionale. “Una seconda opportunità” che le è stata concessa da parte dell’autorità per redimersi, secondo quanto ha scritto Al Arabiya News.

“Ciò che apprezzo e rispetto di più di Ghazzawi (e che ho il sospetto è quello che infastidisce un sacco di altre persone), è la sua onestà e l’umanità. Anche se una convinta sostenitrice dei diritti dei palestinesi, ha denunciato la doppia morale dei gruppi di resistenza palestinesi che hanno espresso il sostegno del regime siriano. Non ha avuto paura di parlare contro quelli che non sono d’accordo con lei. Per questo, è tra i miei eroi”, ha scritto sul Guardian Jillian C York, direttore di International Freedom of Expression e di Electronic Frontier Foundation.

Nel 2012 Ghazzawi è stata premiata da Human Rights per la sua lotta a favore dei diritti dell’uomo. Il riconoscimento l’ha dovuto ritirare il suo amico e dissidente Dishad Othman che è fuggito dalla Siria a dicembre del 2011. Con l’accusa di favorire il settarismo, a Ghazzawi è stata proibito di uscire dalla Siria ma il suo verbo ha già oltrepassato le frontiere.

In un suo post pubblicato ad ottobre, la giovane siriana ha detto che se c’è qualcosa in cui crede è nel potere della gente: “Non i politici ma gli individui. È tempo per le persone di avere auto-determinazione per governare la regione. Basta aspettare e si vedrà”.

Ecco l’intervista uscita su Frontline Defenders

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