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Primo anno in rosso per Mediaset, che vede crollare la raccolta pubblicitaria ma che può contare sulla crescita della Pay Tv. Nonostante l’ottimismo degli analisti per il 2013, grazie al taglio dei costi e alla non distribuzione del dividendo, il presidente del Biscione, Fedele Confalonieri, si è lanciato contro la politica che mira solo alla desertificazione del settore tv, smentendo comunque i rumor sull’ingresso di soci stranieri nell’azionariato del gruppo.

L’azionariato e la crescita di Berlusconi

Secondo quanto è emerso dalla lettura del libro soci svolta in apertura dell’assemblea degli azionisti del gruppo del Biscione, Silvio Berlusconi, tramite Fininvest, sale al 41,1% in Mediaset, nel cui azionariato spunta con una quota sopra il 2% il fondo Blackrock. Nel dettaglio i soci rilevanti risultano: Silvio Berlusconi al 41,107% (40,1% è l’ultima rilevazione Consob), Mackenzie Financial Corporation al 5,066%, Grantham Mayo Van Otterloo & Co al 2,034%, Blackrock al 2,03%.

La prima perdita di Mediaset

“E’ un dato di cui avremmo volentieri fatto a meno, il primo segno rosso in una lunga e virtuosa storia aziendale ultradecennale di profitti molto robusti e di dividendi super per gli azionisti”. Così Confalonieri ha commentato la prima perdita per l’azienda evidenziata nel 2012 e pari a 287,1 milioni di euro.

La Pay tv in crescita

La pay tv Premium ha registrato risultati in controtendenza rispetto all’andamento generale dei consumi: nei primi tre mesi del 2013 ha mantenuto stabile il numero di abbonati, intorno ai 2 milioni, e ha incrementato del 10,2% i ricavi rispetto al primo trimestre 2012. Sull’offerta di contenuti televisivi on-demand, ha detto, “Mediaset sta mettendo a punto una nuova proposta estremamente positiva: entro Natale lanceremo un’iniziativa senza eguali in Italia, una vasta offerta di contenuti visibili online su pc, tablet e apparecchi tv di nuova generazione”.

Le voci infondate sull’ingresso di soci stranieri

Confalonieri ha spiegato che l’ipotesi di ingresso nell’azionariato di Mediaset di soci stranieri sono solo rumors. “I vari rumors sono ricorrenti – ha detto – Arabi, russi cinesi…però sono veramente solo voci e niente di più”.

Le critiche alla politica

“Speriamo di avere, quanto prima, un Governo che sappi far uscire il nostro Paese da questo grave smarrimento e restituisca fiducia a tutti”, ha sottolineato il presidente di Mediaset,  rilanciando “l’appello al prossimo Governo di dare ossigeno alle imprese”. “Sarebbe di vitale importanza per noi che nuovissimi, o vecchissimi, uomini della politica la smettessero una volta per tutte di giocare con fantasie dirigiste e distruttive, mirate alla desertificazione del settore tv”, ha affermato. Lasciateci liberi di contrastare la crisi economica, di difendere le nostre attività, di presidiare i mercati della comunicazione. Solo così non diventeremo, anche nella comunicazione televisiva, una provincia insignificante”. I broadcaster sono “l’unico presidio alla produzione di contenuti originali e anche una barriera che protegge le identità nazionali e le diversità culturali contro i giganti globali” e sarebbe quindi “utile che la politica invece di soffocare i campioni nazionali li mettesse nelle condizioni normative adatte per sviluppare tutte le potenzialità e far fronte alla competizione globale”.

La par condicio

Secondo Confalonieri, mentre proliferano i social network, con un’esaltazione della Rete come democrazia diretta, le tv generaliste sono ancora costrette a convivere con la par condicio, mentre bisognerebbe iniziare guardare con occhi non ideologici alla nuova situazione che si è venuta a creare. “Se vogliamo parlare di mass media nel momento in cui anche l’elezione di parte del Parlamento passa dai social network dobbiamo mettere da parte il vecchio modo di pensare e guardare con occhi non ideologici alla nuova situazione”, ha detto.

Le previsioni di Kepler

“Nonostante il debole trend della raccolta pubblicitaria (gli analisti di Kepler si aspettano -20% anno su anno nel primo trimestre 2013 con un marzo pessimo: -25% anno su anno), Mediaset genererà un ammontare significativo di cash flow grazie al forte taglio dei costi (Kepler si attende un calo del 14% anno su anno nei primi tre mesi), alla non distribuzione del dividendo e all’incremento dei ricavi della pay Tv, come confermato oggi dallo stesso Confalonieri”, sottolinea Francesca Gerosa su MF – MIlano Finanza.

Numeri e nuovi equilibri in Mediaset

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