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Tutto ha inizio con un flash mob in piazza Duomo. A raccolta centinaia di seguaci di Fare per Fermare il Declino, movimento del candidato premier Oscar Giannino, che hanno accolto l’appello del loro leader raggiungendo Milano in treno, in auto e con alcuni pullman organizzati dai comitati locali. Per fare cosa? “La cosa giusta”, ripetono in tanti su Twitter annunciando il loro arrivo nel capoluogo lombardo. Alle 9.30 da largo Cairoli a Milano e diretti verso piazza del Duomo al grido di “Fare fare per cambiare” i “fattivi”, così come si fanno chiamare i sostenitori di Giannino danno così il via al cosiddetto anti-meeting, la prima convention nazionale del movimento.

E per i fattivi “la cosa giusta” sembra intanto essere quella di presentarsi in catene. Da buoni militanti emulano il loro leader e il gesto per loro ha anche un perché: “Le catene simboleggiano il debito pubblico che tiene prigioniero il popolo italiano. Anche il nostro leader Oscar Giannino si era presentato a ‘Porta a Porta’ in catene per lo stesso motivo”, spiegano i seguaci.

Il 29 gennaio Giannino, aveva infatti inscenato una protesta contro l’eccessiva pressione fiscale, in particolare nei confronti delle aziende, incatenandosi nel corso della registrazione di Porta a Porta. In quella occasione Giannino estrasse dalla tasca una lunga catena avvolgendola intorno ai polsi: “Voglio mettermi nelle condizioni di centinaia di italiani con le tasse e di imprenditori con le banche”, aveva risposto alla domanda incredula di Bruno Vespa.

Forse la proposta era partita proprio dalla Rete: “Proposta per l’Antimeeting di #FARE (sabato a MI).. tutti i partecipanti in catene per farle ”tintinnare”.. facciamoci sentire!”, scriveva uno dei militanti.

Piccoli Giannino crescono

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