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L’ex senatore Repubblicano Chuck Hagel, 66 anni, scelto dal presidente Barack Obama come prossimo segretario alla Difesa, ieri è intervenuto davanti alla commissione per i Servizi armati del Senato, composta da 14 Democratici e 12 Repubblicani. “Sono onorato di essere stato chiamato dal presidente a ricoprire questo compito. Credo che dovremo usare tutti i nostri strumenti per difendere i cittadini americani e i nostri interessi”, ha detto Hagel davanti ai senatori. “Ho sempre fatto del mio meglio per la nazione e le famiglie dei militari”, ha continuato l’ex senatore dello Stato del Nebraska, che se fosse confermato sarà il successore di Leon Panetta.

La sua nomina è molto meno sicura rispetto a quella di John Kerry, appena diventato segretario di Stato americano. Ci sono infatti sei senatori Repubblicani (quattro dei quali appartenenti alla commissione) che, secondo il Washington Post, sarebbero pronti a votare contro la nomina. Anche alcuni Democratici potrebbero voltargli le spalle.

Ha dovuto anche affrontare domande scomode sulle posizioni espresse in passato su Iraq, Iran e Israele. Nel 2007 parlando dell’invasione in Iraq aveva detto: “Dicono che non combattiamo per il petrolio. Invece è ovvio che è così. Parlano dell’interesse nazionale dell’America. Di cosa diavolo pensate che parlino? Non siamo certo lì per i fichi”. Questa frase non era piaciuta soprattutto ai membri del suo partito che oggi potrebbero fargliela pagare.

Hagel è stato anche interrogato sull’Afghanistan e sull’entità delle forze militari (le cosiddette “forze residue”), che rimarranno sul territorio fino al 2014. “Il presidente [degli Stati Uniti Barack Obama] non ha preso una decisione sul numero delle forze che rimarranno”, ha detto Hagel, che poi ha aggiunto: “Io non sono stato incluso in tali discussioni, quindi non lo so”.

Sempre durante l’audizione davanti alla commissione, Hagel – Repubblicano di posizioni moderate – ha parlato di Iran: “Sono d’accordo con il presidente [Obama] sull’Iran, dobbiamo agire in anticipo e fermare la proliferazione nucleare dello Stato”. Poi anche di Israele, definendolo amico e alleato che “riuscirà a mantenere la sua leadership in Medio Oriente”. E alla fine ha ricordato anche la situazione africana, facendo riferimento al Mali: “Questa nuova crisi ci fa capire che il mondo è ormai connesso e vicino più di quanto possiamo credere”.

“Ci sono divergenze fondamentali sulla sua nomina alla Difesa” alla luce della “qualità professionale” dimostrata con le sue scelte. Così il senatore John MacCain ha attaccato con fervore Chuck Hagel durante l’audizione davanti alla commissione per i servizi armati in vista della sua nomina a capo della Difesa.

Rivolgendosi all’ex senatore del Nebraska McCain domanda: “Crede ancora, come ha detto in passato, che aumentare le truppe in Iraq sia stato l’errore più pericoloso di politica estera in questo Paese dai tempi del Vietnam?”. Hagel inizia a parlare, ma non dà una risposta diretta. Allora McCain lo ferma, più volte: “Si prenda tutto il tempo necessario, ma deve rispondere alla domanda in modo diretto. Dica sì o no”.

Che cosa ha detto Hagel al Senato

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