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“Bella macchina”. “Hongqi, made in China”. Questo scambio di battute tra Joe Biden e Xi Jinping dopo l’atteso incontro a San Francisco, California, sta facendo il giro dei social cinesi. Il breve video è stato condiviso dal governo cinese ma anche dalla stessa casa produttiva. Su Weibo, il social di riferimento in Cina, ha registrato centinaia di milioni di visualizzazioni in poche ore diventando il tema più discusso. Il video ha prodotto una ventata di nazionalismo nel dibattito online cinese ma è stato anche uno dei modi per Pechino di controllare la narrazione sul faccia a faccia tra il leader e il presidente americano.

Hongqi, letteralmente “bandiera rossa”, è il più antico marchio automobilistico cinese, fondato nel 1958 sotto Mao Tse-tung. La bandiera rossa è presente nella parte anteriore, mentre sul retro c’è la scritta bandiera rossa con la calligrafia del leader della Rivoluzione culturale.

Nel libro “Development of a Society on Wheels” di Junxiu Wang, la Hongqi viene descritta come “portatrice di forti simboli politici con un importante sapore socialista”, in quanto rappresenta il successo del sistema socialista cinese e l’autosufficienza del Paese. È stata presentata per la prima volta durante la parata militare del 1959 per il decimo anniversario della Repubblica popolare cinese. Da allora l’industria automobilistica cinese ha fatto molta strada: la Cina è il più grande mercato automobilistico e la sua industria automobilistica ha quadruplicato le esportazioni in soli tre anni, superando il Giappone e diventando leader mondiale.

Quella che ha portato il leader cinese in giro per San Francisco per il forum della Cooperazione economica Asia-Pacifico è una Hongqi N701 con blindature antirazzo, vetri antiproiettile e sistemi di protezione dagli attacchi chimici. È valutata 700.000 dollari, meno della metà della Bestia su cui viaggia il presidente americano, la Cadillac One da 1,5 milioni di dollari.

Come ha fatto notare Manya Koetse di What’s on Weibo, diversi media cinesi hanno sfruttato il contesto delle dichiarazioni di Biden per organizzare sondaggi sulla popolarità delle auto di marca cinese tra i netizen, chiedendo loro se preferissero acquistare un’auto straniera o di marca nazionale. La maggioranza degli intervistati ha indicato una preferenza per i marchi cinesi.

Ma il breve scambio di battute tra Biden e Xi è stato sfruttato anche per il controllo della narrazione dell’evento da parte dei media del Partito comunista cinese, come sempre accade per gli incontri di alto livello durante i quali la conversazione è fortemente controllata per risultare positiva nonostante l’aumento di antiamericanismo sui social cinesi. Come nota Koetse, l’intento è quello di ritrarre un momento di cambiamento delle dinamiche di potere nelle relazioni bilaterali, con il presidente americano che apprezza l’auto del leader cinese tanto quanto la sua Bestia. Sono diverse, ma entrambe potenti e belle allo stesso modo. Una narrazione che rispecchia esattamente l’attuale narrazione cinese sulle relazioni con gli Stati Uniti.

Ecco come la propaganda cinese cavalca i complimenti di Biden all’auto di Xi

Scambio di battute tra i leader alla fine dell’atteso incontro a San Francisco: “Bella macchina”, “Hongqi, made in China”. Il video diventa virale in Cina permettendo al Partito di controllare la narrazione sul faccia a faccia

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