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Le agenzie di rating e il Fondo monetario internazionale lo hanno detto: i conti pubblici italiani godono di buona salute. Opinione diffusa anche tra i mercati, come dimostra lo spread Btp/Bund, ormai a ridosso dei 100 punti base in pianta stabile. La verità, come sempre, al netto dei proclami, è nei numeri. Per esempio quelli del Btp Italia, il titolo decennale cucito su misura per i risparmiatori, ma anche con un discreto appeal tra gli investitori di grosso calibro e gli istituzionali.

Alla sua conclusione, il titolo ha raccolto 2,257 miliardi nell’ultimo giorno di offerta. L’emissione chiude così a 8,7miliardi. Stamattina il Tesoro aveva comunicato all’1,85% il tasso minimo garantito, confermando così il tasso provvisorio. Oggi è stato, come detto, il turno degli investitori istituzionali che hanno potuto inserire i propri ordini tra le ore 10 e le ore 12 garantendo una raccolta da 2,257 miliardi. Ieri si era invece chiusa, con la raccolta di 6,52 miliardi di euro, la fase retail del Btp Italia, dopo che la terza e ultima giornata di collocamento destinato ai piccoli risparmiatori è terminata con la sottoscrizione di altri 1,24 miliardi di euro.

In via XX Settembre, si vocifera, si respira aria di soddisfazione per l’andamento del collocamento, se non altro per aver superato la media di 5,6 miliardi dei precedenti Btp Italia, confermando l’apprezzamento per uno strumento che, grazie all’indicizzazione all’inflazione, offre una protezione dal surriscaldamento dei prezzi. Una curiosità: quella dei multimilionari che hanno investito nel nuovo titolo di Stato indicizzato all’inflazione tricolore. Nel corso dei tre giorni di collocamento sono stati più di 160 gli ordini sopra il milione di euro, con due ordini monstre che hanno addirittura superato i 20 milioni: a quello da record di lunedì da 24,2 milioni di euro se ne è aggiunto nel secondo giorno di emissione uno da 22,5 milioni.

Non è finita, c’è anche un dato politico che spiega molte cose. Le sottoscrizioni sono state agevolate dal buon momento del debito italiano sui mercati: lo spread Btp-Bund è scivolato sotto quota 100 e il rendimento dei decennali, complice anche il citato miglioramento dell’outlook sull’Italia da parte di Moody’s, è sceso per la prima volta da febbraio sotto il 3,5%. Come pure ha invogliato le sottoscrizioni un rendimento leggermente sopra la media di mercato dei titoli analoghi. Tutto questo rende il debito pubblico italiano meno rischioso per il mercato. Significa che i grandi investitori sono oggi disponibili a incassare un rendimento inferiore rispetto al passato. Il che permette al Tesoro di vendere i suoi Btp a un prezzo superiore. Insomma, il debito costa meno.

 

Il mercato premia l'Italia. Ecco l'andamento del Btp

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