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Grandi manovre nel Partito democratico per la definizione del famoso “listino”, ovvero la rosa dei candidati al Parlamento scelti direttamente dall’alto e che non dovranno quindi scontrarsi nell’arena delle primarie. Mentre Pier Luigi Bersani è impegnato in un tour di endorsement europeo, oggi il presidente dell’Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean Claude Juncker, l’ha definito “una persona intelligente che mi sembra abbia le migliori intenzioni per l’Italia”, i suoi colleghi della commissione elettorale presieduta da Enrico Letta si sono riuniti a Roma per dare avvio alla macchina elettorale.

Chi figurerà tra il fortunato 10% dei parlamentari della cosiddetta “quota nazionale”? Molte le indiscrezioni a riguardo. Sembra che non sarà solo il segretario Bersani il deus ex machina di questa decisione. Le nomine dovrebbero essere ripartite in base al peso dei big del partito. E tra i big, forte della performance di tutto rispetto delle primarie, svetta Matteo Renzi. Così, un po’ in stile Prima Repubblica e per rimanere fedeli al manuale Cencelli, al segretario dovrebbe spettare il 50-60% dei garantiti e un altro 20% toccherebbe al sindaco di Firenze; il restante andrebbe diviso tra Enrico Letta, Dario Franceschini (un 7%-8% a testa) e il rimanente tra Walter Veltroni, Rosy Bindi, Giuseppe Fioroni.

Bersani per mostrarsi senza macchia e senza paura, avrebbe intenzione di far passare per le primarie la maggior parte dei suoi fedelissimi, come il “trio” della sfida per la leadership Speranza-Giuntella-Moretti. Bisognerà vedere se ai fedelissimi questa scelta andrà giù. Tra i “garantiti” dovrebbe esserci il professore consigliere Miguel Gotor, mentre della cerchia “bersanianiana” è data per probabile la candidatura di Stefano Di Traglia. Rinuncia invece alla lista protetta il responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina, che oggi tanto per essere chiari sul suo profilo Facebook ha scritto: “Il prossimo ministro dell’Economia non può essere Monti ma un politico”. Cioè lui.

L’ipoteca di Renzi sul “listino” di Bersani

Grandi manovre nel Partito democratico per la definizione del famoso “listino”, ovvero la rosa dei candidati al Parlamento scelti direttamente dall’alto e che non dovranno quindi scontrarsi nell’arena delle primarie. Mentre Pier Luigi Bersani è impegnato in un tour di endorsement europeo, oggi il presidente dell'Eurogruppo e premier lussemburghese, Jean Claude Juncker, l’ha definito "una persona intelligente che mi sembra…

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