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La politica italiana è nel pieno delle convulsioni da campagna elettorale e, da dicembre almeno, fatica a guardare oltre il proprio ombelico. C’è un dossier scottantissimo che preoccupa Washington molto più che Roma e riguarda la decisione di realizzare in Italia una delle quattro postazioni nel mondo scelte per basare il Muos (Mobile User Objective System). Si tratta di uno degli investimenti tecnologici più importanti e strategici nell’ambito delle comunicazioni satellitari per fini di difesa: è un progetto industriale ad alto valore aggiunto e soprattutto ‘globale’. Il fatto che una di queste quattro stazioni di terra possa essere localizzata nel nostro Paese rappresenta quindi una doppia opportunità, sia economica che geopolitica. La crescente instabilità nel Mediterraneo e in Africa rende infatti nuovamente centrale la penisola italiana che può avere tutte le caratteristiche per essere uno straordinario ‘hub’ sia dal punto di vista militare che umanitario. La presenza in Italia di basi Nato e americane così come di agenzie delle Nazioni Unite come Fao, Ifad e Wfp rappresenta una opportunità unica, sia dal punto di vista strettamente diplomatico che dal punto di vista delle relazioni economiche.

La centralità del dossier Muos non potrebbe essere compreso se non nel quadro delle relazioni fra Italia e Stati Uniti e fra Italia e Mediterraneo. Le proteste dei comitati locali che si sono espressi contro hanno trovato, anche grazie alla coincidenza di una delle peggiori campagne elettorali della storia repubblicana, sponde inattese nel vertice della Regione Sicilia che ha bloccato l’iter amministrativo per la realizzazione del sito militare. Avendo la giunta di centrosinistra guidata da Crocetta sfidato il governo nazionale (che pure ha mantenuto sulla vicenda un profilo bassissimo) e quello americano (minacciando persino denunce..), il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo non poteva essere da meno e ha di fatto messo in crisi l’assemblea regionale siciliana proprio utilizzando la battaglia NoMuos.

La figuraccia in mondovisione è servita. Sono passate molte settimane da quando testate giornalistiche come Formiche.net chiedevano alle forze politiche e al governo di intervenire con più decisione assumendo pubblicamente la responsabilità della scelta a favore del sistema di radar americano. Si è scelto di fare finta di niente, sperando che dopo la campagna elettorale tutto si tranquillizzasse. E invece no. Chi come il presidente Crocetta, con il sostegno del Pd, ha seminato vento ora raccoglie tempesta. Il guaio però lo pagano gli italiani che assecondando battaglie ideologiche da prima metà del ‘900 condannano il Paese ad un ruolo sempre più marginale nei contesti internazionali.

Non sappiamo se sia già troppo tardi ma alle forze che si propongono di governare l’Italia chiediamo di parlare meno di improbabili riduzioni di tasse e più, molto più, di Muos e di politica estera e di difesa.

Non è un capriccio, è una necessità.

Bersani e Grillo pasticciano sul Muos e l'Italia paga

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