L’Ucraina respinge la proposta di pace pensata dall’Indonesia, troppo amichevole con la Russia, e manda un messaggio alla Cina: “C’è la fila di Paesi facilitatori”. Da Singapore, attacco cinese alla capacità dell’Occidente di gestire la sicurezza internazionale
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Le narrazioni virtuali e la politica reale. Il commento di Giorgio Merlo
Perché è bene e consigliabile che qualsiasi progetto politico, anche e in particolare quello di un Centro riformista, democratico e di governo, non possa decollare con descrizioni, narrazioni o desideri del tutto avulse dalla società e che non corrispondono alle dinamiche concrete che attraversano la vita quotidiana e reale dei cittadini. Il commento di Giorgio Merlo
Come aumentare la partecipazione democratica ed elettorale dei giovani
Circa il 40% degli italiani diserta abitudinariamente le urne. Si tratta per lo più di persone, giovani e donne in particolare, che vivono in zone di marginalità, per cui le difficoltà di tipo economico e sociali si trasformano in astensione al diritto di voto. E non va bene. L’appello di Filippo Salone, della Fondazione Prioritalia e coordinatore Gdl 16 ASviS
Così l'Italia si fa protagonista nei vertici internazionali. Il punto di Castellaneta
Intervista all’ex Ambasciatore negli Stati Uniti, già consigliere diplomatico a Palazzo Chigi: “Sostegno all’Ucraina, evitando l’escalation verso un conflitto nucleare. Roma più vicina a Berlino che a Parigi. La Via della Seta? Ha ragione Meloni, si possono avere relazioni con la Cina senza essere partner strategici. In Libia occorre fare di più”
Perché è il momento giusto per riformare le Nazioni Unite
La guerra in Ucraina è l’ultimo episodio che accende i riflettori sulla questione dei veti nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Dopo anni di proposte negoziali per riformare l’organismo che dovrebbe vegliare sulla sicurezza internazionale qualcosa sta cambiando. I punti di vista cinese e statunitense e l’ampia proposta italiana dello Uniting for Consensus, raccontati da Gioachino Piccio e William Viola, LL.M. doctor in public administration law
Vi racconto la Skunk Works, non puzzole ma velivoli sperimentali
Se si parla di aerei militari non si può non parlare della Skunk Works, il soprannome ufficiale attraverso cui appassionati e addetti ai lavori chiamano la Lockheed Martin Advanced Development Programs, dietro a progetti come l’aereo spia U-2, il loschissimo SR-71 Blackbird, il caccia stealth F-117 Nighthawk, l’F-22 Raptor e l’ultimissimo F-35 Lightning II. Il racconto di Domenico Vecchiarino
Il vicolo cieco di Mosca: perdere la guerra o la pace? Scrive D'Anna
Anche se è consapevole che non sono un’opzione praticabile e vincente, per fermare l’Ucraina a Putin sono rimaste soltanto le atomiche. Per il resto la questione non è più se la Russia perderà, ma quando. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Il Pnrr si gioca tutto (o quasi) sulle gare. Il commento di Mastrapasqua
Efficacia ed efficienza hanno bisogno di riportare al centro alcune funzioni dell’amministrazione pubblica, senza contraddire i modelli di autonomia funzionale, senza indulgere in un centralismo arrogante e autistico. Il commento di Antonio Mastrapasqua
L’Estonia, la nuova Europa e il futuro della Nato. La versione di Kolga
Gli sforzi di Nato e Unione Europea a sostegno di Kyiv stanno dando i loro frutti. Ma la lezione ucraina ha molto da insegnarci, ed è necessario assumere un approccio da “forward presence” a “forward defence” per gestire al meglio il processo di stabilizzazione post-bellica. Colloquio con il diplomatico estone Margus Kolga, direttore del Dipartimento pianificazione del ministero degli Esteri
I paletti dell’occidente (che Pechino non mette)
Nel 2019 fu la definizione di Pechino come rivale sistemico ad aprire la strada a un maggiore attivismo europeo sul tema delle infrastrutture, vero terreno di gioco globale. L’attenzione posta da Bruxelles sui propri valori indica però come i progetti finanziati all’interno della nuova cornice Global gateway dovranno sottostare a rigidi standard, a differenza di quelli della Via della Seta. Gli scenari di Alessandro Gili, research fellow di Geoeconomia delle infrastrutture, Ispi