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Il gigante della difesa britannica Bae Systems, dopo il fallimento delle trattative di fusione con la franco-britannica Eads, si trova ora nella condizione di dover convincere gli investitori che il piano non fosse in realtà mosso dalla disperazione.
 
La pressione, si legge sul Wall Street Journal, si è intensificata dopo che tre dei più grandi investitori della società venerdì scorso hanno scritto al consiglio di amministrazione di Bae chiedendo le dimissioni del presidente, Dick Olver, e un’urgente rivisitazione del piano a seguito del collasso della fusione.
 
Gli investitori hanno criticato la strategia del gruppo, sostenendo inoltre che lo sforzo, fallito, di creare un gigante della difesa a livello globale, fondendosi con Eads, abbia indebolito Bae.
 
Una settimana prima, Olver aveva escluso ogni problema sulla sua presidenza e sulla posizione dell’ad, Ian King. “Credo che questa sia una società solida e ben gestita”, aveva dichiarato Olver in un’intervista dopo la fine dei colloqui con i vertici di Eads e i rappresentanti dei governi europei.
 
I timori degli investitori
 
Ma molti investitori sono ora concentrati sulle prospettive di Bae, visto il crollo delle spese per la difesa negli Usa e in Gran Bretagna, che rappresentano circa il 70% del business di Bae. Come succede a molti rivali della difesa statunitensi, il prezzo delle azioni di Bae si scontra con la minaccia incombente di un forte taglio delle spese del Dipartimento della Difesa, nel caso in cui il congresso e il presidente Usa non riuscissero ad accordarsi sul budget entro gennaio.
 
Le due carte del gruppo inglese
 
Bae sostiene di avere due carte vincenti che a livello finanziario non vengono apprezzate: vendite crescenti al di fuori di Europa e Stati Uniti, combinate con ricavi in aumento dei servizi nel mercato interno. “Abbiamo una visione chiara della strategia e da dove verrà la nostra crescita”, ha dichiarato King dopo lo stop al deal con Eads, aggiungendo che la fusione avrebbe inserito Bae nell’aviazione civile ma non avrebbe rimpiazzato il suo piano sulla difesa.
 
La versione di Invesco
 
Gli investitori sono preoccupati soprattutto per la prospettiva di Bae perché molti contano sulla politica generosa del gruppo di pagare almeno la metà dei suoi guadagni in dividendi e per il suo impegno a incrementarli gradualmente. Invesco Ltd, il maggiore azionista di Bae e uno dei firmatari della lettera al cda della società, si era opposto pubblicamente al merger con Eads prima che il progetto fallisse anche a causa dei timori che la fusione avrebbe compromesso il flusso dei dividendi di Bae.
 
La posizione ufficiale di Bae
 
Ma una portavoce di Bae ha dichiarato, senza tener conto delle pressioni degli azionisti, che la strategia del gruppo “evolve ogni giorno, come parte del loro procedimento normale”.

Gli incubi di Bae dopo il collasso del piano con Eads

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