Skip to main content

La presenza militare di Mosca in Libia potrebbe essere sul punto di raggiungere un nuovo livello. O almeno, questo è quello che riferisce ad Agenzia Nova una fonte con apparente conoscenza diretta della questione: tale fonte anonima avrebbe infatti dichiarato che sarebbe in atto un piano (peraltro già in fase avanzata) per installare testate missilistiche nella base di Sebha, nella Libia meridionale (circa 900 chilometri a sud di Tripoli). “Il vero obiettivo di Putin e dei servizi russi è installare missili nella base di Sebha e puntarli contro l’Europa”, sono le parole della fonte riguardo al rinnovato sostegno mostrato dal Cremlino al generale Khalifa Haftar, punto di riferimento di Mosca nel teatro Libico da più di dieci anni (come dimostrato dallo stesso Haftar in occasione di una recente parata).

Che qualcosa si muova in Libia non c’è alcun dubbio. La Libia Occidentale, sopra la quale si estende l’autorità del Governo di unità nazionale (Gnu) guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah, è sprofondata in una situazione altamente caotica in seguito all’assassinio del comandante miliziano Abdulghani al-Kikli, assassinio che ha dato il via ad una serie di scontri intestini tra le fazioni e le milizie sul cui sostegno si regge il governo di Tripoli. Un’occasione più che preziosa per Haftar, che infatti starebbe organizzando le forze a lui fedeli per sferrare una nuova operazione offensiva verso Ovest. “Haftar, insieme a suo figlio Saddam, sta lentamente avanzando verso Tripoli per sgominare il mosaico di milizie che difendono la capitale, arrestare o esiliare Dbeibah, probabilmente a Istanbul, e impossessarsi di tutta la Libia”, è il commento della fonte interpellata da Agenzia Nova. Rafforzando il proprio controllo sull’intera regione libica Haftar rafforzerebbe anche la sicurezza delle proprie basi militari, compresa quella di Sebha, che a quel punto potrebbe veramente essere scelta per ospitare vettori missilistici del suo storico partner, in uno sviluppo che andrebbe a vantaggio di entrambi gli attori coinvolti.

La presenza di sistemi missilistici in Libia non andrebbe a stravolgere gli equilibri strategici tra Mosca e l’Europa, poiché sul piano operativo la minaccia missilistica sarebbe paragonabile a quella già data dai sottomarini russi presenti nel bacino mediterraneo, anche se la presenza di ulteriori testate andrebbe a rafforzare la resilienza della minaccia stessa.

Ma dalle sabbie libiche sembra emergere anche qualcos’altro. La Turchia starebbe infatti portando avanti un progressivamente riallineamento verso le posizioni di Haftar, in un cambio di rotta notevole se si considera che Ankara fosse stata il principale sponsor militare del governo di Tripoli durante il conflitto del 2019–2020. I segnali sono molteplici: dai militari legati ad Haftar che avrebbero partecipato alle esercitazioni Nato “Anatolian Phoenix 25” in Turchia, ai soldati dell’Esercito nazionale libico (apparentemente tra i 1.500 e i 2.000) che sarebbero attualmente in addestramento con il supporto turco, e dalla vendita di droni armati a Bengasi alla visita del generale Saddam Haftar ad Ankara il 4 aprile scorso.

Ufficialmente, Ankara non ha ancora scaricato il premier Dbeibah, ma sarebbe pronta ad offrirgli rifugio in caso di caduta. Nel segno di una politica estera sempre più pragmatica e fluida, mirata ad assicurarsi un posto al tavolo delle grandi partite energetiche e strategiche del bacino del Mediterraneo.

Missili russi in Libia? Ecco cosa sappiamo

La Russia starebbe progettando l’installazione di missili nella base di Sebha, nel sud della Libia, con il sostegno del generale Haftar. Una mossa che potrebbe rafforzare la minaccia strategica su scala mediterranea. Intanto, la Turchia si avvicina a Bengasi, addestra le forze di Haftar e vende droni armati: Ankara ricalibra la sua posizione in vista di un possibile crollo del governo di Tripoli

Un colpo agli atenei, uno alla Cina. La mossa Usa sui visti secondo Fardella

Secondo il professor Fardella (“L’Orientale”) la mossa di Trump ha un duplice scopo: colpire internamente atenei come Harvard e NYU, fortemente dipendenti dalle rette e dai programmi di ricerca congiunti con la Cina, e indebolire dall’esterno la “testa di ponte” accademica del Partito comunista cinese. Sul piano negoziale, dice, è improbabile un riavvicinamento win-win

Dall'Ucraina alla nuova difesa, perché la pax europeae segna uno spartiacque

Dall’Ucraina partono anche le prospettive europee per un disegno infrastrutturale del tutto nuovo, che sia pronto a camminare su proprie gambe e comprenda a fondo i cambiamenti geopolitici in atto. Una progettazione che giocoforza andrà abbinata con una serie di altri elementi interconnessi, tutti nevralgici: come le divergenze di vedute in Europa su Kiev, il ruolo della Turchia di Erdogan come mediatore/attore, le decisioni dell’amministrazione americana, le intenzioni dei paesi arabi e quelle del fronte, le altre emergenze nel versante mediterraneo e il ruolo dell’Italia

Dal Pharma alla Difesa. L’idea di Palantir per potenziare la cantieristica Usa (con l’IA)

Di Riccardo Leoni e Andrea Macaluso

Mentre i cantieri cinesi sfornano navi da guerra a un ritmo industriale, la produzione americana è ferma ai tempi delle lavagne e delle telefonate. A lanciare l’allarme è Mike Gallagher, ex deputato al Congresso e oggi capo della divisione Difesa difesa di Palantir. Senza un’accelerazione tecnologica nel settore navale, gli Stati Uniti rischiano di non essere pronti a contenere la minaccia cinese. Secondo Gallagher, questa accelerazione potrà essere favorita in primis dallo Stato, nel solco di quanto fatto durante la pandemia da Covid-19

Così WeChat è entrata nello scontro Usa-Cina sul fentanyl

Il procuratore generale della Carolina del Nord, Jeff Jackson, ha pubblicamente accusato WeChat di essere diventata “un pilastro” del sistema di riciclaggio del denaro dei cartelli della droga, contribuendo a finanziare la crisi da fentanyl che ogni mese uccide migliaia di americani. È un cambio di paradigma per le accuse americane contro l’app di Tencent

Trump e Iran vicini a un accordo. Netanyahu pronto all’attacco?

Israele vede negativamente un accordo Usa-Iran. Il premier Netanyahu teme che possa compromettere la sicurezza dello Stato ebraico e della sua eredità politica. Ma Donald Trump pressa per un’intesa che possa aprire ad altre implementazioni: una linea apprezzata anche dal Golfo. Ma se Israele attacca l’Iran, tutto rischia di saltare e precipitare in un complesso conflitto regionale

La sfida Conte-Schlein per Chigi rischia di minare il campo largo. Parla Ignazi

I risultati elettorali nelle città non certificano l’unità del campo largo. Il problema principale resta la rivalità fra Pd e Movimento 5 Stelle. Conte ambisce a tornare a Palazzo Chigi e tenterà di sbarrare la strada del governo a Schlein. Le questioni di politica internazionale restano divisive, a partire dal conflitto in Ucraina. Mentre su Gaza c’è una sensibilità comune. Colloquio con il politologo Pietro Ignazi

Il modello SpaceX ormai ha raggiunto il plateau? L’opinione di Roberto Vittori

Il nono volo di prova del sistema Starship ha messo in luce criticità che rallentano l’ambizione di SpaceX verso Luna e Marte. L’instabilità in fase di rientro e il fallimento di più sistemi chiave indicano un possibile cambio di fase nel programma. Mentre l’approccio del “fail fast, fix faster” mostra i suoi limiti operativi, gli avanzamenti in ambito spaziali potrebbero tornare a essere guidati da soggetti istituzionali, sempre che ne siano capaci. Il commento dell’astronauta Roberto Vittori

Un Bitcoin contro la Cina. La cripto arma americana

Dalla Conferenza di Las Vegas il vicepresidente J.D. Vance infila le criptomonete nell’arsenale per battere il Dragone sul terreno della competitività. E anche alla Casa Bianca si accelera per la creazione di un mercato ad hoc

Kennedy Jr. chiude i rubinetti alla ricerca. L’Europa resta a guardare?

Tra tagli al Nih e stop ai vaccini, Washington fa un passo indietro su ricerca e innovazione. Bruxelles può guidare – o inseguire. Nel frattempo la Cina supera gli Usa nei trial clinici per i medicinali

×

Iscriviti alla newsletter