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Ci mancava Pietro Tidei ad aggiungere un pizzico di follia al manicomio Italia. Il sindaco di Civitavecchia, ex deputato Pd, ha minacciato di emettere un´ordinanza per chiudere la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, alla periferia della città da lui amministrata. La ragione? Inquina: le polveri emesse dalla combustione del carbone rappresentano un pericolo per la salute dei suoi cittadini ed elettori.
 
Quindi ecco l´idea di un lucchetto ai cancelli. O, in alternativa, un rimborso da 50 a 500 milioni di euro che l´Enel dovrebbe pagare al Comune di Civitavecchia per lenire in qualche modo i disagi provocati alla popolazione dall´impianto. Il quale comunque, sia detto per inciso, dà lavoro a un migliaio di persone; particolare evidentemente giudicato non trascurabile dalle precedenti amministrazioni che diedero il via libera alla realizzazione della centrale e alla sua conversione da olio combustibile a carbone.
 
Prima di tutto una considerazione: se la centrale davvero è una bomba ecologica come il sindaco sostiene, allora non c´è cifra che possa compensare il rischio cui espone gli abitanti. Di conseguenza la richiesta di un indennizzo (stravagante anche per la sua indeterminatezza: da 50 a 500 milioni) non ha ragioni di esistere. Tidei dice di voler portare la questione in Tribunale: è bene ricordargli che nella legislazione italiana esiste qualcosa che si chiama lite temeraria.
 
Secondo punto. In Italia ci sono 2.062 centrali idroelettriche. Tutte con il loro invaso che raccoglie l´acqua e, attraverso condotte forzate, la porta a valle, sfruttando il dislivello per azionare una turbina che genera elettricità. Dice niente al sindaco Tidei la parola invaso? No? Allora si riveda le cronache del 9 ottobre 1963 e si rilegga che cosa successe a quello del Vajont. Seguendo la dottrina Tidei, ogni sindaco che ha un invaso nel suo territorio potrebbe chiedere un indennizzo per il rischio mortale cui sono esposti gli abitanti di quelle 2.062 zone.
 
O, per trovare esempi meno drammatici, che cosa dovrebbe dire il sindaco di Melegnano, il casello autostradale più grande d´Italia, arrivo-partenza dell´Autosole. Il suo comune ospita un immenso piazzale asfaltato dove ogni giorno, 24 ore su 24, migliaia di auto sono in coda per pagare il pedaggio emettendo, ovviamente, CO2. Se seguisse il Taddei pensiero (pensiero è parola grossa) dovrebbe anche lui sfruttare la situazione per scroccare qualche milioncino.
 
Ma il punto vero della vicenda, è un altro. Sarà per le istituzioni inadeguate, per il nostro dna, per ragioni storiche (la Controriforma?), per la dieta Mediterranea, o per un insieme di tutti questi e altri fattori… Però deve esserci una ragione per cui in Italia a dedicarsi alla politica sono immancabilmente le persone peggiori.

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