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Dopo un G7 in cui Giorgia Meloni è stata l’unica leader donna seduta al tavolo, la quinta nella storia dopo Angela Merkel, Kim Campbell, Margaret Thatcher e Theresa May, il premier rientrerà in Italia per l’emergenza legata all’Emilia Romagna. Ma la tappa kazaka è solo rimandata. Astana e il presidente Kassym-Jomart Tokayev rappresentano una frontiera dove l’Italia vuole essere presente. Un paese che è il principale attore dell’Asia centrale e che è tornato strategico per via di vari elementi, in primis geopolitici ed economici, come il dossier energetico.

Astana-Roma

Il paese, come dimostrato dai rilievi degli osservatori dell’Osce, sta proseguendo sulla strada delle riforme del sistema economico, politico e sociale. Concetti espressi qualche giorno fa dall’ambasciatore del Kazakistan in Italia Yerbolat Sembayev, secondo cui i numeri tra Astana e Roma, che per il 90% sono dovuti dall’esportazione di petrolio kazako, sono assolutamente incoraggianti, se si pensa che l’interscambio tra Italia e India ha toccato la cifra record di quasi 15 miliardi di euro, analogo a quello raggiunto dal Kazakistian. Numeri che vanno interpretati tenendo conto delle dovute proporzioni, visto che Nuova Delhi è la sesta potenza economica mondiale.

Il Kazakistan altresì è stato definito da Papa Francesco “anello di congiunzione tra Oriente e Occidente” nella sua visita dello scorso settembre: il Santo Padre aveva in quell’occasione preso parte al settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, promosso nella capitale Nur-Sultan dal governo locale che da vent’anni vuol presentare al mondo il proprio Paese “come luogo di incontro e di dialogo, in questo caso a livello religioso e quindi protagonista nella promozione della pace e della fratellanza umana”.

Fiera e forum

Dallo scorso giugno c’è un volo diretto bisettimanale Malpensa-Almaty, operato da un Boeing 787-9 Dreamliner e che ha raccolto buoni consensi a cavallo di due eventi: la 21ª edizione della Fiera Internazionale del Turismo Kitf 2023, appena conclusasi proprio ad Almaty a cui ha partecipato anche l’Enit e il forum “Kazakistan, Paese delle grandi opportunità”, andato in scena a Milano. Il forum ha avuto il merito di potenziare la cooperazione italo-kazaka in numerosi settori come l’energia, l’agroindustria, l’industria leggera, la logistica, il turismo.

Tra i due Paesi sono in corso alcuni progetti interessanti, come l’assemblaggio di trattori agricoli e mietitrebbie “Deutz-Fahr” con il marchio “Made in Kazakhstan jointly with Italy”, lanciata da “Agromash Holding KZ” insieme alla multinazionale italiana “SDF Group”, passando per la joint venture tra l’italiana PetrolValves e il gruppo kazako “Merlion Development Group”.

Scenari

Fisiologicamente Mosca non è più il riferimento principale per quell’area, da cui giungono in Europa le esportazioni di petrolio come alternativa al petrolio russo embargato dalle sanzioni. Di contro l’Italia punta a mantenere un ruolo attivo e, possibilmente, sempre maggiore nella regione, come dimostrano alcuni numeri. L’Italia è ad esempio il principale partner commerciale europeo del Kazakistan e il terzo nel mondo e in quella determinata area vanta una buona performance alla voce “trasferimenti di armi”. Per questa ragione Astana ha sottoscritto lo European Union-Kazakhstan Enhanced Partnership and Cooperation Agreement.

Dal G7 al Kazakistan (tappa solo rimandata). L'Asia Centrale nell'agenda Meloni

Anche se rimandato, l’incontro tra il premier e il presidente kazako Tokayev previsto per domenica, conferma tutto l’interesse italiano per un’area delicatissima. Mosca non è più il riferimento principale per Astana, da cui giungono in Europa le esportazioni di petrolio come alternativa al greggio russo colpito dalle sanzioni. L’Italia è il primo partner commerciale in Europa, sotto l’ombrello dell’European Union-Kazakhstan Enhanced Partnership and Cooperation Agreement

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