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È la XVIII Festa del Cinema di Roma, quest’anno con una vasta selezione di opere al femminile e su tematiche relative alla condizione della donna, nel suo difficile processo di emancipazione.

Dall’immagine ufficiale di Anna Magnani, icona di interpretazione artistica senza tempo e di femminilità contro ogni stereotipo, registe, attrici, artiste sono testimoni del cinema che guarda al futuro della società.

Nella kermesse cinematografica della capitale anche tante registe, dietro la macchina da presa, per indagare su una realtà in cambiamento con lo sguardo femminile, capaci di mettere a fuoco l’anima dei personaggi.

In un mondo in cui, secondo l’ultimo rapporto del ministero della Cultura, nove film italiani su dieci sono diretti da uomini, attrici al loro esordio come registe Paola Cortellesi, Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno, Kasia Smutniak o già affermate, come Isabel Coixet, Roberta Torre, Francesca Archibugi, Emma Dante, Alice Rohrwacher, sono, infatti, protagoniste della Festa del cinema.

Infrangendo i confini tradizionali di genere, aprono nuovi spazi di riflessione per rappresentare, con occhio libero e anticonformista, una disparità che riguarda anche il modo in cui la donna è percepita dalla società.

Raccontando donne “invisibili” del passato mortificate e cancellate e una violenza di genere che resiste al tempo, affermano, insieme, un’identità femminile in grado di abbattere, da sempre, con forza e determinazione, steccati e stereotipi.

In occasione del Festival, il Premio “Women in Cinema Award”, con il patrocinio del ministero della Cultura, nella sua ottava edizione, al MAXXI, è stato dedicato alle donne dell’Africa.

Nato da un’idea di Claudia Conte, giornalista e conduttrice, attivista per i diritti umani, Angela Prudenzi, sceneggiatrice e produttrice, e Cristina Scognamillo, giornalista e docente, con l’obiettivo di valorizzare il talento delle donne nel cinema e nelle arti, con attenzione al sociale e all’impegno per i diritti civili, il Premio, assegnato da un’Academy al femminile di giornaliste e critiche cinematografiche, è stato conferito a Daria D’Antonio, direttrice di fotografia, alla stilista Vivia Ferragamo, alla sceneggiatrice Doriana Leondeff, alla giornalista Francesca Mannocchi e alla cantautrice Nina Zilli. A Lina Sastri, il Premio alla carriera e a Joy Ezekiel, sopravvissuta a violenza e schiavitù, il Premio per il sociale.

È intervenuta all’evento la ministra per la Famiglia, la Natalità e le pari Opportunità Eugenia Maria Roccella che ha evidenziato il ruolo significativo delle donne della storia e il loro esempio da testimoniare ai giovani, nell’impegno sociale e nella formazione scolastica.

Presenti rappresentanti di istituzioni e aziende pubbliche e private. Tra gli altri, la presidente Unicef Carmela Pace, i prefetti di Prato Adriana Cogode e di Pistoia Licia Donatella Messina, e il prefetto Laura Lega, Capo Dipartimento dei Vigili del fuoco.

Per le donne che vorrebbero avvicinarsi al mondo dello spettacolo, l’esortazione della curatrice del premio, Claudia Conte, è “senza dubbio l’umiltà, anche se le soddisfazioni possono arrivare, bisogna rimanere con i piedi per terra e continuare sempre a studiare ad impegnarsi. Ogni traguardo è soltanto uno step, un gradino di una lunga e infinita serie. L’importante è dedicarsi al sociale, questa è la priorità della mia vita, una vocazione, un senso di responsabilità. È l’impegno a tutela delle donne più sfortunate, come in questo caso la dedica speciale alle vittime di tratta di esseri umani con la presenza di Joy, una ragazza nigeriana che ha trovato nel nostro paese una nuova casa e una nuova speranza di vita. E poi, credere nella sorellanza, nella leadership al femminile e nelle pari opportunità, la parità di genere.È il significato più profondo del premio Women in cinema World che ho l’onore di rappresentare che produco in collaborazione con il ministero della Cultura e che valorizza il talento delle donne, attrici, registe, cantanti e anche le maestranze del cinema, attività poco praticate dalle donne”, dichiara a Formiche.net.

Lina Sastri, attrice, sceneggiatrice, cantante, attrice, regista, autrice di un romanzo dedicato alla madre, tre David di Donatello, spiega a Formiche.net: “Sono molto felice di avere avuto la fortuna di vivere il passato e di conoscere nel mio lavoro grandi maestri, la passione, la creatività, la condivisione di tante cose e di poterlo testimoniare, oggi, per i giovani e di essere ancora in grado di vivere il presente. Bellissimo questo premio alle donne. Perché le donne portano il dono esclusivo della vita, a loro attribuito dalla natura, ma occorre anche l’uomo per dare la vita. E quindi tutto nasce, così, dall’amore, da qualcosa di prezioso, magico, unico. Oggi, molto raro”.

Prima della cerimonia della consegna dei premi, al MAXXI, il dibattito dal titolo “Che nessun talento vada sprecato. Cultura di impresa ed equità” sul tema della valorizzazione dei talenti femminili e dello sviluppo sostenibile e inclusivo nell’industria cinematografica e culturale, moderato dalla giornalista Francesca Cenci.

A confronto Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina di Roma, Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà e APA, Federica Lucisano, ad di Lucisano Media Group, Lodovico Mazzolin, dg dell’Istituto per il Credito Sportivo, Roberto Natale, direttore Rai per la Sostenibilità e Mario Luciano Crea, presidente della commissione Cultura della Regione Lazio. Tra i focus, centralità della formazione professionale per la parità di genere, presenza femminile e rappresentazione paritaria nei programmi del servizio pubblico e negli incontri delle istituzioni.

Come evidenzia, tra gli altri, l’inviata di guerra Mannocchi, lo sguardo delle donne può modificare qualcosa. Le donne, anche in difficili contesti, hanno accesso a realtà quotidiane che fanno interrogare facendo vacillare granitiche certezze, rispetto a scelte diverse delle donne. Mentre D’Antonio sottolinea il valore della gentilezza, da custodire nel raggiungimento degli obiettivi da perseguire, con passione e determinazione.

Per Joy Ezekiel, alle spalle la fuga dalla Nigeria, l’inferno in Libia e una storia di riscatto dalla violenza più crudele, è sempre possibile andare avanti con fiducia e coraggio. Dedica il premio alle donne vittima della tratta perché sciolgano le catene invisibili della sofferenza. Una testimonianza che è “patrimonio dell’umanità”, come afferma Papa Francesco nella Prefazione al libro “Io sono Joy, un grido di libertà dalla schiavitù della tratta”.

La giovane nigeriana ringrazia l’Italia che le ha dato accoglienza, l’incontro con suor Rita Giaretta e le persone che le hanno offerto aiuto a casa Rut, ma non dimentica anche se stessa, per avere creduto nella propria forza. Mentre la consacrata esorta tutti ad avere lo sguardo rivolto al futuro e non al passato doloroso. E, citando Sant’Agostino, “la speranza ha due figli: la rabbia ed il coraggio. La rabbia nel vedere come vanno le cose, il coraggio di vedere come potrebbero andare”.

La rassegna cinematografica romana, dal 2022 riconosciuta come Festival Competitivo dalla Fiapf (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films) con introduzione del Concorso internazionale Progressive Cinema – Visioni per il mondo di domani, valorizzando la creatività e il talento delle donne, apre, dunque, una prospettiva di fiducia in un futuro incerto, attraverso la capacità e la visione delle donne che uniscono, generano emozioni e messaggi condivisi.

Empatia, umiltà, coraggio e amore sono i valori femminili di cui, oggi più che mai, la società ha bisogno per immaginare un futuro di speranza. Donne anche mediatrici di pace. È il ponte tra il passato, il presente e il futuro, non solo per le donne.

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Empatia, umiltà, coraggio e amore sono i valori femminili di cui, oggi più che mai, la società ha bisogno per immaginare un futuro di speranza. Donne anche mediatrici di pace. È il ponte tra il passato, il presente e il futuro, non solo per le donne. Elvira Frojo racconta a Formiche.net chi c’era e cosa si è detto alla premiazione durante il Festival del cinema di Roma

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